martedì 31 maggio 2011

ARTISTI ITALO CANADESI ALLA 54a BIENNALE DI VENEZIA




Alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia - Padiglione Italia nel mondo - Opere di Tony Calzetta, Vincenzo Pietropaolo e Francesca Vivenza.
L'Istituto Italiano di Cultura ha l'onore di presentare il Padiglione Italia nel Mondo presso la Biennale di Venezia. In mostra i lavori di Tony Calzetta, Vincenzo Pietropaolo, Francesca Vivenza.

Il Console Generale d'Italia, Gianni Bardini, aprirà la mostra.

In onore del 150esimo Anniversario dell’Unità d’Italia, il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dei Beni Culturali hanno promosso un evento speciale. Per la prima volta il Padiglione Italia presso la Biennale di Venezia è stato esteso a tutti gli Istituti Italiani di Cultura nel mondo.
Lo scopo di questo progetto, ideato dal critico d’arte Vittorio Sgarbi, direttore artistico del Padiglione Italiano, è quellodi promuovere artisti di origine italiana che vivono all’estero.
Ciascun Istituto ha proposto un certo numero di artisti locali di origine italiana ad una Commissione ad hoc. Sui 400 artisti proposti ne sono stati selezionati 219.
L’Istituto Italiano di Cultura è lieto di annunciare che gli artisti selezionati per partecipare a tale iniziativa a Toronto sono Tony Calzetta, Vincenzo Pietropaolo e Francesca Vivenza.
Le loro opere saranno esposte presso l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto dal 6 giugno al 27 novembre 2011. Un video sulla mostra di Toronto sarà in visione sia presso i Giardini della Biennale che sulla pagina web dell’istituzione veneziana. L'installazione video al Padiglione Italia è a cura di Benedetta Miralles Tagliabue. La musica che accompagnerà le immagini del video, “Da Pitagora e oltre”, è stata composta per l'occasione da Ennio Morricone. La mostra presso l'Istituto Italiano di Cultura è curata da Adriana Frisenna (Direttore ad Interim dell'IIC) e da Corrado De Luca (della galleria d'arte De Luca Fine Art Gallery: www.delucafineart.com).
La mostra è accompagnata da un catalogo speciale bilingue edito da Skira e curato da Francesca Valente, coordinatrice della manifestazione.

BIO ARTISTI


Tony Calzetta
è attivo da oltre trent’anni sulla scena artistica. Ha esposto in numerose mostre personali e collettive con opere che privilegiano la pittura su tela e carta, ma non disdegnano anche la scultura e l’incisione. Ha pubblicato due importanti libri d’arte, Acts of Kindness and of Love, in collaborazione con lo scrittore John Metcalf e di recente How God Talks In His Sleep and Other Fabulous Fictions, con lo scrittore Leon Rooke. Membro della Royal Canadian Academy of Arts dal 2004, i suoi lavori sono entrati a far parte di collezioni pubbliche e private in Canada, negli Stati Uniti e in Europa. www.artishell.com/calzetta


Vincenzo Pietropaolo è un fotografo documentarista indipendente, nato a Maierato (Calabria) nel 1951, che vive e lavora a Toronto. È riconosciuto a livello internazionale tra i maggiori fotografi canadesi per le sue inchieste fotografiche sensibili e partecipi sull’emigrazione, il lavoro e il movimento sindacale. Ha pubblicato finora 8 libri fotografici tra cui: Making Home in Havana, Not Paved with Gold e Harvest Pilgrims. La sua ultima vasta inchiesta, Invisible No More (Rutgers University Press, 2010), si è svolta su tutto il territorio canadese e ha riguardato i portatori di handicap mentali. http://www.delucafineart.com/



Francesca Vivenza ha studiato all’Accademia di Brera, Milano. Vive e lavora a Toronto dal 1970 con molte presenze in Italia ed espone dal 1966. Il suo lavoro si esprime in forme diverse: libri d’artista, collages ritagliati, istallazioni site-specific che chiama Tentativi di itinerari. Vivenza esplora temi di viaggio, distanza, e disorientamento, mettendo in discussione la stabilità dei concetti di identità come comunità, nazione, lingua d’origine.




6 giugno – 27 novembre 2011
Istituto Italiano di Cultura

496, Huron St., Toronto
Orari galleria-Ingresso gratuito

lun - ven 14:30 – 16:30
Infoline: 416-921-3802 int. 221
In collaborazione con: Ministero degli Affari Esteri; la Biennale di Venezia


Chi avrà la fortuna di esserea Toronto nel periodo inidcato potràimmergersi e scoprire Toronto e seguirne l'angolatura culturale. Non troppa, ma quel poco che serve a elevare lo spirito e a rinvigorire il lavoro degli artisti, anche se non siamo magari d'accordo con la loro direzione.

lunedì 30 maggio 2011

LA VERSIONE DI BARNEY



Il film è uscito qualche mese. Non l’ho visto, o perché non mi sono accorta che fosse in proiezione (restano così poco in cartellone che, un attimo di distrazione, e uno può anche farselo sfuggire!) o addirittura perché qui attorno dove abito adesso non l’hanno proprio messo in programma!?!?!?
Quindi faccio appello ai nostri lettori: l’hai visto? Che ne pensi? Avevi già letto il libro o ti è venuta la voglia di farlo?

Capolavoro dello scrittore canadese MORDECAI RICHLER (Montréal, 27 gennaio 1931 – Montréal, 3 luglio 2001), La Versione di Barney (trad. italiana di Adelphi, 2000) ha come protagonista un uomo sfrontato, dissacratore, autoironico, Barney Panofsky. Vita, morte e miracoli di Barney, la storia si svolge tra Canada ed Europa, tra gli anni Cinquanta e Novanta. Ognuno di noi ha la propria versione sui fatti della propria vita.
Tra il libro ed il film ci sono delle differenze. Mentre il romanzo – in forma di diario scandito dai suoi tre matrimoni -ha uno stile magnifico, appassionante, il film - in forma di racconto corale - mostra un Barney persino bonaccione, cosa che non è affatto nelle intenzioni dell’autore. Non svelo altro.


Insomma, facci sapere cosa ne pensi, del film, certo, ma soprattutto del libro che se non hai ancora letto va assolutamente acquistato. Per me è impareggiabile. Anche se non ho visto il film, non importa, il capolavoro è il romanzo!

Mordecai Richler in Library and Archives Canada
http://www.collectionscanada.gc.ca/read-up-on-it/015020-6055-e.html

sabato 28 maggio 2011

ANCORA IL GRUPPO DEI SETTE





Recentemente un’asta organizzata da Sotheby’s Canada al Royal Ontario Museum di Toronto non ha prodotto grandi risultati. Soprattutto non hanno riscosso interesse alcune opere minori di tre membri del Gruppo dei Sette ovvero Tom Thomson, Lawren Harris e Jean-Paul Riopelle che si erano difesi bene nelle pre-aste. I commenti dei lettori del Globe & Mail hanno spaziato dalla mancanza di denaro alla fissazione canadese per l’arte nazionale ma hanno indicato anche che spesso i collezionisti privati hanno un interesse diverso dai musei, e che preferiscono sborsare forti somme per opere di un certo livello. In effetti non si trattava di opere di rilevanza.
Tuttavia il Gruppo dei Sette rappresenta il ciclo più importante della storia pittorica canadese, come prova la scelta dei tre dipinti più ammirati dai canadesi che varcheranno l’oceano per essere messi in mostra a Londra quest’autunno in occasione della prima rassegna inglese dell’arte del Gruppo dei Sette.
“Stormy weather, Georgian Bay” di Frederick Varley e “The Jack Pine” di Thomson saranno prestati alla Dulwich Picture Gallery di South London dalla National Gallery of Canada assieme a “The West Wind”, un altro capolavoro di Thomson, dalla collezione permanente della Art Gallery of Ontario. Fanno parte dei 124 quadri e bozzetti a olio che il direttore della Dulwich Ian Dejardin ha scelto per “ Painting Canada: Tom Thomson and the Group of Seven“ (Pittura Canadese : Tom Thomson e il Gruppo dei Sette), che aprirà i battenti il 19 ottobre 2011 fino all’8 gennaio 2012.

E noi siamo felici di avere contribuito alla diffusione della loro conoscenza in Italia.
Ghiotta occasione per chi non avrà occasione di andare in Canada in questo periodo o per chi non avrà avuto tempo di visitare la National Gallery di Toronto con la scusa che gli Uffizi…

martedì 24 maggio 2011

I PARCHI DEL CANADA




Questo post è dedicato ai parchi canadesi. Non solo un elenco, ma soprattutto una serie di commenti sintetici da parte di addetti ai lavori. Le sigle delle province e dei territori sono abbastanza facili da interpretare. Comunque, appena possibile, spiegherò tutto meglio e aggiungerò delle foto delle singole località.

Gwaii Haanas, B.C.: National Marine Conservation Area Reserve and Haida Heritage Site. “Acqua blu cristallina contro il verde profondo delle montagne, suoni e visioni di megattere che banchettano nelle acque piene di krill – ecco che cosa mi piace delle Gwaii Hanaas .“ Terrie Dionne, manager relazioni esterne.

Gulf Islands, B.C.: “Mi piace vedere le facce meravigliate dei visitatori quando ammirano le foche, i leoni di mare, le focene e anche le orche durante i miei programmi a East Point, Isola di Saturna.” Athena George, interprete di parco.

Vuntut, Yukon: “Stare tranquillamente seduta su un crinale mentre migliaia di caribù ti passano davanti, abbastanza vicino da sentire il rumore degli zoccoli e il grugnito delle mamme che richiamano i cuccioli – surreale.” Rhonda Markel, ufficio partnering.

Nahanni, NWT: “Il posto preferito del parco : il Circo dei non Scalabili. Essere circondati da muri di puro granito ti fa sentire come una formica in un castello.” Jarret Hardisty, pattugliatore.

Mount Revelstoke, B.C.: “L’inverno al Mount Revelstoke National Park è magico. Gli alberi sono talmente pieni di neve che i rami si piegano fino a terra. Non ci sono rumori, a parte la calma dei fiocchi di neve che cadono.” – Tina Whitman, assistente alla presidenza.

Glacier, B.C.: “Ogni volt che vado a Abbot Ridge e ammiro il Mount Sir Donald e il’Illecillewaet Glacier, sono sopraffatto da un senso di atemporalità e di bellezza nel sapere che sono 125 anni che altre persone percorrono gli stessi sentieri e si sentono piccoli come me.” – Jacolyn Daniluck, ufficio comunicazione e pubbliche relazioni.

Yoho, B.C.: “Emerald Lake significa orchidee, gavie (loon), gufi, pulcini di smergo (anatre), acqua color verde turchese, quiete invernale, sciare durante la luna piena, picnic famigliari e canti dei nativi.” – Kathryn Cameron, facente funzione di capogruppo.

Kootenay, B.C.: “Quando faccio le escursioni a piedi il mio la mia meta preferita è il Numa Pass su Rockwall. Molto probabilmente è il posto più bello e più impressionante delle Montagne Rocciose.” – Kathie Borsato, direttore amministrativo.

Banff, Alta.: “ In bicicletta da Banff a Lake Louise lungo la Bow Valley Parkway, fiori selvatici lungo il percorso, guardare in alto per vedere le montagne ricoperte di neve e osservare flora e fauna selvatica”. – Sara Fabbri, ufficio partnering.

Waterton Lakes, Alta.: “Mi piace andare al Bosforus ( canale) di Waterton, da dove posso ammirare le montagne, i laghi e il cielo della prateria. E’ un luogo che ispira e che ti ammalia.” – Catherine Reynold, interprete.

Tuktut Nogait, NWT:
“Sole di mezzanotte che si riflette su
i crinali delle montagne, caribù che pascolano tranquillamente,candele di ghiaccio fluttuanti sul canyon del fiume Hornaday.” Pierre Marchand, scienziato dell’ecosistema.

Grasslands, Sask.: “Non esiste niente di più magico dello sdraiarsi su una collinetta battuta dal vento a guardare una mandria di bisonti che bruca pacificamente sotto di sotto.”– Wes Olson, direzione gestionale e specialista della sicurezza pubblica.

Riding Mountain, Man.: “Sono impressionata nel vedere il nostro bisonte nella pianura piena di festuca, mentre immagino il passato, che ci ispira come un pezzo vivente di storia naturale, nel tempo presente.” – Angela Spooner, dirigente conservazione delle risorse, distretto del lago Audy, manager del settore bisonti.

Quttinirpaaq, Nunavut: “Arrampicarsi sul Barbeau Peak nel Quttinirpaaq National Park … è come essere in cima al mondo.” - Andrew Maher, manager conservazione delle risorse.

Sirmilik, Nunavut: “Mentre circumnavigavo in barca Bylot Island c’erano dappertutto ghiacciai che si riversavano nelle acque blu ultramarino, scintillanti laser bianchi nella forte luce artica, e poi una famiglia di narvali.”– Pauline Scott, manager esperienze di viaggio e di prevenzione.

Pukaskwa, Ont.: La Southern Headland Trail permette di assaporare tutto quanto ha da offrire il Lago Superiore … la calma, il frastuono, la pace e l’impetuoso tutto impacchettato insieme.”– Joni Michano, addetta ai servizi dei visitatori.

Auyuittuq, Nunavut: “I rumori della natura sono meravigliosi …le rocce che cadono, I fiumi che scorrono, il vento che soffia e la sabbia che fa i mulinelli.” – Kristy Frampton, funzionario addetto alle promozioni.

Bruce Peninsula, Ont.: “ Fare campeggio nelle zone remote della Bruce … si è davvero soli con la natura. Le scogliere, l’acqua, la flora e la fauna che circondano sono una fonte di ispirazione.” – Carolyn Doidge, senior visitor sorvegliante del servizio visitatori

Georgian Bay Islands, Ont.: “Nei giorni d’autunno attorno a Fairy Lake sull’isola di Beausoleil, si può sentire uno spillo che cade – è incredibile, il posto ideale per riflettere. ” – Victoria Evans, coordinatrice – interpretazione.

St. Lawrence Islands, Ont.: “Mi piace camminare lungo I sentieri della Jones Creek Trail e stupirmi delle scogliere e dei pini imponenti pini che fiancheggiano il Mud Creek mentre serpeggia attraverso la palude.” – Mary Beth Lynch,tecnico per la conservazione delle risorse.

Torngat Mountains, Nfld.: “Mi piace mostrare ai visitatori la terra dove sono nati mia madre e mio padre:” – Jacko Merkuratsuk, conservazione delle risorse.

La Mauricie, Que.: “Pagaiare lungo il Wapizagonke Lake e ammirare la bellezza delle ninfee d’acqua e il magnifico panorama. Molto impressionante.”– Kathleen Barrett, coordinatrice – conservazione.

Mingan Archipelago, Que.: “Da qualche parte negli stretti dedali delle isolette granitiche dell’arcipelago Mingan, trovo la più esaltante delle sensazioni. Quella di essere, per un po’ di tempo, perso.” – Yann Troutet, scienziato dell’ecosistema.

Forillon, Que.: “Il mio posto preferito? Il belvedere di Cap-Bon Ami durante un temporale autunnale per osservare i cavalloni del Golfo che si avvitano sulle scogliere sottostanti. Perfetto. Ogni volta.” – Bruce O'Connor, Parks Canada.


Fundy, N.B.: “Camminare lungo le Dickinson Falls, scrutando le stele nella note buia, passeggiare sul fondo dell’oceano per scoprire che cosa ha lasciato dietro di sé la grande marea. Semplicemente fantastico.” – Norma – Jean Murphy, Parks Canada.

Kejimkujik, N.S.: “Adoro pagaiare in canoa e il portage (trasporto canoe via terra per evitare ostacoli) lungo le medesime vie d’acqua e rotte delle canoe usate dai nativi per migliaia d’anni.“ – Ashley Moffat, funzionario addetto allo sviluppo del prodotto

Gros Morne, Nfld.: “La placca tettonica ha creato un così grande disordine in questo posto rendendolo spettacolare e meraviglioso!tiful!” – Fred Sheppard, sviluppo educativo.

Terra Nova, Nfld.: “Ha del magico andare in canoa sulle acque tranquille di un fiordo, dove il cielo risplendente e l’acqua appaiono come una cosa sola.”– David Saunders, funzionario allo sviluppo di nuovi prodotti.


Lake Superior National Marine Conservation Area, Ont.: “Dal punto di osservazione di Kama, è impressionante guardare il tramonto sulla Nipigon Bay. Non ci sono posti come questo.” – Sylvio Pelletier, funzionario allo sviluppo di nuovi prodotti.

Fathom Five National Marine Park, Ont.: “Non c’è niente come fare immersione per osservare le sponde della scarpata del Niagara sommersa… mentre sono sospeso mi chiedo che cosa mi stia guardando.”– Scott Parker, ecologista del parco.

lunedì 23 maggio 2011

IL BRAND CANADA NEL MONDO


Generalmente molti prodotti fabbricati in Canada non sono conosciuti nel mondo
come “prodotti canadesi”. Il caso Blackberry è emblematico al riguardo:
pochi sono al corrente che l’azienda è canadese. Tuttavia negli ultimi tempi il
“marchio Canada” inizia ad avere la rilevanza che merita. La recente recessione
ha confermato al mondo la solidità dell’economia canadese, rendendo più interessante la prospettiva di stringere rapporti commerciali con imprese canadesi.

Lo dimostrano gli ultimi aggiornamenti della classifica della FutureBrand, compagnia americana di consulenza che redige ogni anno una graduatoria mondiale dei Paesi-brand: dal 12 posto del 2006, il Canada è salito al primo posto nel 2010, grazie anche al successo di immagine conseguito nelle Olimpiadi invernali di Vancouver 2010.

Inoltre il Canada è riconosciuto nel mondo come un Paese multietnico: proprio
questa caratteristica permette alla compagnie canadesi di agire al meglio in
ogni tessuto economico nel quale decidono di operare, adattando il proprio
marchio secondo il mercato di riferimento, tant’è che sono in molti sia nel Regno
Unito che in India a credere che la McCain Foods sia una loro compagnia
nazionale. In questo modo il Canada e le sue imprese si presentano al mondo
senza la pretesa – di matrice tipica statunitense - di imporre la propria ideologia,
ma semplicemente con il solo obiettivo di migliorare la vita dei loro clienti
in tutto il globo.

Tratto da Camera di Commercio Italiana in Ontario

venerdì 20 maggio 2011

VENERDĺ, PESCE… PESCE VOLANTE!

dal sito thestar.com


Se non fosse che il fenomeno sta diventando un dramma per i corsi d’acqua nordamericani e che si teme un’invasione dei Grandi Laghi, si dovrebbe proprio ridere a crepapelle guardando i filmati come quello che ci ha segnalato l’amico Luciano di Ottawa.

Parliamo della Carpa Argentata di origine asiatica. Come sia arrivata da quelle parti non è proprio chiaro, impellente è invece trovare il modo per arginarne la diffusione.
Un pesce che raggiunge il metro e più fino a pesare 50 chili, questo pesce ingurgita in un giorno circa il 40% del proprio peso. Il suo vorace appetito e capacità di riprodursi frequentemente rende questa specie invasiva una minaccia potenziale per l’ecosistema dei Grandi Laghi nonché per la pesca commerciale e sportiva.
Il mostruoso invasore inoltre… vola! Si nutre normalmente a pochi centimetri dalla superficie dell’acqua ed ogni volta che transita un’imbarcazione a motore, tende ad innervosirsi per le vibrazioni e compiere vertiginosi salti sopra l’acqua… evitare attentamente la sua traiettoria… ma se sono in tanti!?!?!
La sua marcia verso nord fatica ad essere fermata. E’ quindi normale che forze governative dei due paesi interessati stiano attivamente operando con tutti i mezzi possibili: una pesca intensiva per ridurne il numero, sbarramenti elettrici attraverso i fiumi che però sembrano non impaurirli. Centinaia di persone sono coinvolte a sud e a nord del confine.Pochi mesi fa il Canada ha stanziato un contributo di circa 415.000 dollari.
In attesa che tutti questi sforzi diano risultati incoraggianti per la protezione degli ecosistemi naturali di laghi e fiumi, godiamoci questo esilarante video (dal Fiume Illinois) , che Luciano ha commentato con queste parole:
'Pensavo di comprarmi una canna da pesca, poi ho pensato che è meglio andare in vacanza in Canada, i pesci fanno di tutto per venire incontro alle intenzioni! Buon divertimento! '


giovedì 19 maggio 2011

FRANK JOHNSTON - PITTORE DEL GRUPPO DEI SETTE




Frank Johnston (1888-1949) fu l’unico componente del Gruppo ad abbandonare il sodalizio.
Nato a Toronto, lavorò per qualche tempo per Grip Ltd nel 1908, per poi trasferirsi alla tipografia di Rous e Mann.
Nel 1910 andò negli Stati Uniti dove studiò arte a Filadelfia, spostandosi poi per attività commerciali a New York. Prima e dopo la sua permanenza negli Stati Uniti, Johnston partecipò con impegno alle attività del Gruppo. Fu socio dell’Arts and Letters Club e amico di MacDonald e Harris.
Johnston fece parte di quasi tutti i viaggi del Gruppo nella regione di Algoma, quelle’area magica sopra i laghi Huron e Superiore in Ontario, un tempo considerata indegna di essere dipinta, e che gli artisti del Gruppo rivalutarono a livello mondiale. Luoghi dove, ancor oggi, la bellezza del paesaggio continua ad ispirare sia pittori sia amanti della natura.
Artista dotato di grande energia e prolificità, contribuì con una sessantina di opere alla famosa mostra sull’Algoma del 1919. Poco dopo asserì la propria indipendenza con una personale alla galleria T. Eaton di Toronto addirittura con duecento dipinti.
Nel 1921 accettò un incarico di preside all’Istituto di Belle Arti di Winnipeg, dove allestì la più grande mostra mai vista in città. Nel 1924 annunciò ufficialmente la sua uscita dal Gruppo, incompatibile con il suo desiderio di operare da solo, in linea con il suo carattere ambizioso. Continuò a dipingere e a lavorare per le gallerie d’arte dei grandi magazzini, ma la sua vena artistica ne soffrì molto poiché alla vitalità iniziale aveva sostituito, anche se con molta perizia gli effetti puramente decorativi.

martedì 17 maggio 2011

IL GHIOTTONE





Wolverine (ing) – Carcajou (fra) – Ghiottone (it) dal latino Gulo gulo (scientifico) che significa appunto ghiotto/goloso.

Considerata la sua mole, il Gulo gulo può ritenersi il mammifero più feroce del Nordamerica. Frequentatore degli habitat alpini, questo grosso mustelide è diffuso nel nord estremo del continente americano e lungo le Montagne Rocciose (presente anche in Scandinavia e Russia).
Ha un aspetto inconfondibile: il pelo folto e marrone scuro è percorso sui fianchi da strisce giallognole. Ogni individuo porta sulla fronte e alla gola delle macchie argentee, specifiche per ogni esemplare. Lunghezza del corpo dai 90 ai 120 cm, la folta coda misura una ventina di centimetri. Il maschio può pesare fino a 18 chili e la femmina circa 12.

Dall’appetito leggendario, questo carnivoro (che si cibo comunque di qualsiasi cosa gli capiti a tiro!) perlustra continuamente il suo territorio alla ricerca d cibo che, al contrario di quanto si pensava in passato, non è costituito esclusivamente di carogne di animali morti per malattie o abbattuti da altri predatori, ma bensì si è scoperto essere in grado di abbattere alci e cervi grazie al suo coraggio ed intraprendenza ed a 38 affilatissimi denti!
L’interessantissimo sito di Parcs Canada lo definisce un enigma leggendario: simbolo della natura selvaggia, carattere tenace ed indomabile, solitario ed indipendente e, malgrado questa descrizione, la specie è in pericolo. Un tempo cacciato per la sua folta pelliccia, oggi il nemico più pericoloso continua ad essere l’uomo. L’avanzare della presenza umana (sciatori ed escursionisti), a volte senza neanche rendersene conto e anche se discreta e rispettosa, lo disturba molto in particolare nel periodo della riproduzione.
Per approfondimenti vedi anche il sito della Fondazione costituita da membri della comunità scientifica internazionale nel 1996 per promuovere la conoscenza del ruolo ecologico di questo mammifero, descritto dalla fondazione stessa come uno degli animali meno compresi e tra i più affascinanti della terra: The Wolverine Foundation
E se mai ti capitasse di incontrare un Ghiottone mentre passeggi sulle Montagne Rocciose ritieniti fortunato: pare che ci sia un solo individuo per settore territoriale di dimensioni dai 150 ai 300 kmq!
… ah, e non dimenticare di segnalarlo subito a Parcs Canada: di persona al Centro Accoglienza del Parco o all’ufficio del guardaparco o scrivendo a knp.wildlife@pc.gc.ca

lunedì 16 maggio 2011

AIR TRANSAT VOLA DA VENEZIA A MONTREAL E TORONTO






Il comunicato stampa di Air Transat, che rammenta l’entrata in servizio dei voli settimanali da Venezia a Montreal e Toronto, non fa più una notizia. Gli agenti di viaggio del Triveneto e non solo hanno ormai recepito il messaggio da tempo.
Dal 7 maggio fino al 29 ottobre 2011 sarà quindi possibile volare non-stop verso il Canada dal Nord Italia solamente dal Marco Polo di Venezia.

Gli oltre 16.000 posti offerti da Air Transat con un 92&% di tasso di riempimento (load factor) indicano che gli scambi tra il Triveneto e il Canada sono tuttora saldi. Ai canadesi e canadesi di origine italiana viene offerta l’opportunità di visitare Venezia e il Veneto senza troppi intoppi di trasporto, oltre naturalmente a quella di incontrare i familiari sparsi attorno alla laguna e su per i colli.

Altrettanto dicasi per chi va in visita parenti in Ontario e Quebec, e può quindi approfittare per concedersi una vacanza organizzata, magari già in Italia, dopo le inevitabili abbuffate e bevute con i parenti emigrati.

Tiziana Della Serra, direttore Italia di Air Transat rappresenta quindi una compagnia che crede tuttora in un mercato chiaramente di nicchia, ma proprio per questo non sempre valorizzato.

venerdì 13 maggio 2011

L'EST CLASSICO







Ieri ho suggerito il sito della Provincia del Quebec che, molto opportunamente, ha anche una versione in lingua italiana. Merci Québec!

Non lo stesso si può dire delle altre province nè tantomeno del sito del Canadian Tourism Commission... un tempo c'era, curato dall'ufficio dell'Ente del Turismo Canadese di Milano: chiuso l'ufficio, chiuso il sito... e non commento ulteriormente!

Un classico giro dell'est canadese comprende sempre Québec e Ontario (Ottawa, Toronto, Cascate del Niagara, etc) quindi ecco i siti utili:

Ontario, tuo da scoprire


Ottawa


Toronto


Niagara


mercoledì 11 maggio 2011

I DUE TIPI DI IMMIGRAZIONE DEL CANADA


Il Canada sta usando due tipi di immigrazione per sopperire alle richieste del mercato del lavoro interno.
Il Globe and Mail di Toronto commenta il maggior uso che il Canada fa di ‘temporary foreign workers‘ ossia di lavoratori stranieri temporanei.

Questo è importante per gli aspiranti emigranti, non solo verso il Canada, perché aiuta a capire una certa tipologia di immigrato che certi paesi vogliono e cercano.

Dal 2006 il numero di lavoratori stranieri temporanei in Canada è cresciuto a dismisura.

L’utilizzo di questa tipologia di immigrati temporanei è legata all’uso che le aziende canadesi ne fanno per sopperire alla mancanza di lavoratori canadesi. Questa lacuna è destinata a crescere nei prossimi anni con il pensionamento della generazione dei ‘baby boomers’.

Il governo canadese utilizza due tipi di immigrazione per sostenere la crescita economica: immigrati ai quali viene offerta la possibilità di stabilirsi in modo permanente e quelli ai quali viene offerta la possibilità di lavorare per un periodo limitato, alcuni mesi o un anno.

Le dimensioni del primo gruppo sono determinate dalla politica immigratoria mirata a soddisfare il pubblico interesse nei canadesi. Le dimensioni del secondo gruppo sono determinate dalla domanda delineata da aziende canadesi.

Per il primo gruppo si tratta di una dimensione limitata mentre per il secondo, in teoria, non c’è limite.

Il gruppo degli immigrati temporanei viene anche ingrandito dal numero di studenti che vengono attirati dalle istituzioni scolastiche e universitarie canadesi. Questo settore, come per l’Australia, è importantissimo per l’economia ed è un business vero e proprio.

È importantissimo chiarire che i lavoratori temporanei non godono degli stessi diritti di immigrati “veri e propri”. Inoltre circa un terzo di loro viene utilizzato per tipi di lavoro dove non sono richieste competenze particolari ad esempio nel settore dell’agricoltura, alberghiero, fast-food e manufatturiero.

Questo fa sì che esistano forti opinioni contrarie all’utilizzo di lavoratori stranieri in quanto c’è chi sostiene che essi tolgono lavoro a canadesi. Senza voler entrare nella polemica, è importante che voi siate conoscenza di questa fetta dell’opinione pubblica in quanto è possibile che l’atteggiamento di alcuni canadesi nei vostri confronti possa essere non amichevole quanto voi speriate.

Questo utilizzo di lavoratori temporanei però offre opportunità a chi è interessato a passare in Canada un periodo limitato di tempo facendo lavori dove vengano richieste competenze particolari.

Riassumendo, siate coscienti che alcune nazioni stanno utilizzando il forte desiderio di emigrare da parte di persone da tutto il mondo per “subappaltare” la manodopera in certi settori dell’economia. Questo può essere determinante per quel che riguarda le vostre possibilità di lavoro all’estero.

Come sempre, chi ha competenze specifiche o titoli di studio richiesti riuscirà a emigrare in modo più stabile, permanente e vantaggioso.
Tratto da Italians in Fuga.

martedì 10 maggio 2011

ALBERTO C.ALBERI,NIALL FERGUSON E IL SASKATCHEWAN





Che cosa c'entra IMPERO di Niall Ferguson con il Canada?
Il libro spiega "come la Gran Bretagna" ha fatto il mondo moderno e naturalmente in questa parte di mondo il Canada ha un ruolo principale.
Non è un invito a leggere questo volume piacevole e informativo, ma soltanto una scusa per parlare di Alberto Cesare Alberi.
Alberto è il manager del prodotto Nord America del tour operator Hotelplan e molti si chiedono come passi il suo tempo un manager del prodotto. Tante cose, tante che ne vorrebbe fare, alcune indispensabili più di altre per anticipare i gusti della clientela e per essere pronti a sostenere tutte le domande sul famoso prodotto.
Alberto non legge più la pagina sportiva, tanto sa che il Milan ha vinto il campionato. Tanto prezioso tempo, quindi, da dedicare alle letture preferite, sul Canada appunto.
Ho anche aggiunto le foto del Saskatchewan del sempre sunnominato libro del sopramenzionato Niall Ferguson che non invogliano certo a passarvi le vacanze ma hanno un'attrattiva che invita a ricercare il Canada, magari soltanto nel tempo.
IL tutto grazie anche a Alberto Cesare (Mi raccomando, Alberto Cesare. Ci tiene tanto)

lunedì 9 maggio 2011

ELEZIONI IN CANADA - 2 MAGGIO 2011



Il 2 maggio 2011 i canadesi sono andati alle urne per eleggere i nuovi rappresentanti del popolo, dopo la mozione di sfiducia votata contro il governo conservatore di minoranza di Stephen Harper il 25 marzo 2011.

Al termine dello scrutinio delle schede è apparsa evidente la vittoria dei Conservatori di Harper che adesso dispongono di una maggioranza assoluta in Parlamento con la seguente suddivisione dei seggi :
Conservatori 167
NDP – New Democratic Party 102
Liberali 34
Blocco Quebecchese 34
Verdi 1

Il governo di minoranza di Harper è diventato adesso di maggioranza assoluta, grazie a un guadagno di 24 seggi con una percentuale del 39.6 % dei voti espressi, un aumento di circa il 2 percento del voto popolare, 167 seggi sui 308 disponibili in parlamento.
Le elezioni hanno segnato il crollo del partito di opposizione, il Liberal Party, che ha ottenuto soltanto 34 seggi, meno della metà dei precedenti lasciando quindi il ruolo di opposizione ufficiale al New Democratic Party di Jack Layton, che è balzato addirittura a 102 seggi, ben oltre il doppio del suo massimo storico di 43 seggi nel 1988. La vittoria del NDP è avvenuta anche a spese del Blocco Quebecchese che è passato addirittura da 34 a 4 rappresentanti.

Un terremoto politico che ha rafforzato l’immagine e il potere di Harper, e segnato la disfatta del leader dei Liberali, Michael Ignatieff e di quello del Bloc Quebecois, Gilles Duceppe che hanno già annunciato le loro dimissioni.

La stampa italiana distratta da notizie più eclatanti ha dedicato poco spazio alle elezioni canadesi. In realtà la democrazia che contraddistingue il Canada ha preso nota senza troppi drammi del cambio di direzione dell’elettorato. In particolare la sconfitta di Ignatieff, che era profetizzato come il nuovo Trudeau, è stata propiziata anche dalla sua mancanza di presa sul territorio. Ignatieff , brillante storico, diplomatico e dotato di grande bagaglio intellettuale è tornato in Canada soltanto nel 2006.
Di rilievo il fatto che Ignatieff abbia dato per scontato l’appartenenza liberale dei gruppi etnici tradizionali come gli italo-canadesi, e non ha peregrinato come hanno invece fatto i liberali e neo-democratici attraverso le loro circoscrizioni con lo zelo richiesto. Soprattutto il suo messaggio internazionale e intellettuale è apparso troppo complicato, e non ha per niente ricordato, nonostante i frequenti accostamenti, quello diretto e preciso di Pierre Trudeau, che avendo sempre vissuto in Canada seppe interpretare con chiarezza i desideri del popolo canadese in funzione di una visione internazionale.

Il Primo Ministro canadese Stephen Joseph Harper è nato a Toronto, Ontario il 30 aprile 1959 ed è in carica dal 6 febbario 2006.

venerdì 6 maggio 2011

PER LE VIE DELLA CITTÀ




Come è ormai tradizione, eccoci di nuovo alla vigilia della JANE’S WALK, “passeggiata” che si svolge in decine di città canadesi e statunitensi.


Mi piace in particolare mettere in evidenza quanto impegno il nostro amico Luciano Pradal dedichi a far conoscere ai suoi concittadini la zona di Preston Street, la LITTLE ITALY di Ottawa.


L’apppuntamento è domani mattina, davanti al SIMPLY BISCOTTI (354 Preston Street). Luciano darà il via al tour guidato alle 9.00 ma sono certa che i partecipanti saranno lì molto prima, giusto giusto per godersi uno squisito cappuccino italiano! Si dirigerà verso nord lungo la Preston fino al sottopasso Queensway per ammirari i murales, poi attraverserà la business area (Trattoria Caffè Italia, Preston Hardware, etc.) girando verso est fino per visitare la Chiesa di Sant’Antonio (angolo Gladstone & Booth).


Poco di più di 2 chilometri da percorrere in un paio d’ore di interessantissimo, grazie a Luciano, vedere e sentire tricolore!



Per sapere chi è Jane clicca su http://turismoincanada.blogspot.com/2009/05/janes-walk.html


http://www.janeswalk.net/

giovedì 5 maggio 2011

JOHN CABOT O GIOVANNI CABOTO?


I libri di storia canadesi riportano che il Cabot Trail, il Sentiero Caboto che si snoda lungo quasi trecento meravigliosi e indimenticabili chilometri sull’isola di Cape Breton in Nuova Scozia prende il nome da John Cabot. In realtà, il navigatore al servizio di sua maestà britannica che approdò sulle coste canadesi il 24 giugno 1497 si chiamava Giovanni Caboto.
Giovanni Caboto, nato presumibilmente nel 1450 a Genova, Castiglione Chiavarese oppure Gaeta, secondo le varie fonti, si trasferì poi con la famiglia a Venezia. La passione per il mare, proprio nel periodo delle scoperte colombiane, lo condusse a Londra, dove riuscì a farsi finanziare la spedizione che raggiunse appunto le coste canadesi nel 1497. L’anno successivo ripercorse la rotta e approdò presumibilmente a Terranova e in Groenlandia, ma poi. Forse per un naufragio, non se ne seppe più nulla.
I canadesi di origine italiana vorrebbero giustamente cambiare il cognome Cabot in quello originale di Caboto, in realtà mai anglicizzato dall’esploratore. L’avvocato di Toronto Michael Tibollo, presidente del National Congress of Italian-Canadians ha proposto di ritoccare il cognome Cabot nell’originale Caboto con una mozione presentata alla Camera dei Comuni canadese. La proposta è stata momentaneamente accantonata vista l’imminenza delle elezioni anticipate che si sono tenute il 2 maggio 2011, ma la vicenda non è ovviamente chiusa.
Tibollo si è reso conto di aver creato una controversia tra Cape Breton e il resto del Canada, ma la sua idea tende a rinsaldare i rapporti tra Cape Breton e l’Italia e aumentare il turismo da cui dipende l’economia dell’isola.
La risposta dell’associazione genealogica e storica di Cape Breton non si è fatta attendere e nessuno, me compreso, riesce davvero a pensare che il turismo possa aumentare con un semplice cambio nome. Neanche quello legato alla riscoperta delle proprie radici.
Il suggerimento di Tibollo è stato così accolto con scetticismo dai politici locali nonostante un certo interesse da parte della popolazione. In realtà per quale motivo il Canada, paese multiculturale per eccellenza, non dovrebbe correggere un evidente errore storico o meglio un cognome anglicizzato senza l’approvazione del diretto interessato?
Che successe a Caboto?
Scomparve senza lasciare tracce durante la seconda spedizione del 1498 assieme al figlio Sebastiano, dopo aver posto le basi per la futura colonizzazione britannica del Nordamerica.

mercoledì 4 maggio 2011

TUTTI A BUCKINGHAM PALACE

Pare che solo il 15% dei canadesi abbia dormito quella notte!




L’entusiasmo e la curiosità sono stati enormi. Non si può descrivere a parole. Forse questa piccola parata di simpatiche fotografie, scelte fra migliaia scattate in tutto il Canada, sarà più che sufficiente….





martedì 3 maggio 2011

LE MILLE LUCI DI VANCOUVER


Vancouver è una delle città più vivibili del mondo, offre servizi eccellenti e molte opportunità per iniziare una nuova carriera. E il Canada è un paese straordinario. Parola di Achille Gardellini, web developer che a sei anni dal trasferimento sta per ottenere, con grande soddisfazione, la cittadinanza canadese. Negli anni Novanta Achille ha trascorso alcuni anni negli Stati Uniti, dove ha frequentato l’Università di San Francisco. Poi è rientrato in Italia. Quando ha deciso di stabilirsi definitivamente Oltreoceano la sua scelta è però caduta non sugli States, ma sul Canada. In questa intervista, rilasciata a Andrea Muzzarelli, ce ne spiega il perché.

Ciao Achille, potresti parlarci del tuo attuale lavoro?
Di recente ho avviato un’attività da libero professionista come web developer. Il mio lavoro consiste nel creare e configurare siti web impiegando due sistemi di gestione dei contenuti, Drupal e WordPress.
La flessibilità dell’orario e la possibilità di scegliere i progetti a cui dedicarmi sono tra i benefici che mi hanno spinto a intraprendere questa strada.

A quando risale il tuo trasferimento?
Al febbraio del 2005. Dal momento che sono voluto entrare in Canada con la residenza permanente, ho dovuto affrontare un iter un po’ più lungo del normale, che ha richiesto circa 18 mesi. Ma ci sono altri permessi che richiedono meno tempo, soprattutto se si ha già in mano un’offerta di lavoro.

Come ti sei preparato al “grande salto”?
A essere sincero non ero molto preparato… Nel periodo precedente la partenza ero talmente preoccupato dal fatto di riuscire a ottenere la residenza che, fino all’ultimo momento, non ho pensato a cosa fare una volta arrivato qui.

Hai avuto problemi a trovare un alloggio?
No, devo dire che sono stato molto fortunato. Conoscevo una persona che mi ha affittato una stanza per il primo mese. Avere un appoggio all’
arrivo è stata una benedizione, un grande aiuto. Il consiglio migliore che posso dare a chi è interessato a trasferirsi all’estero è quello di trovare una persona di fiducia, un amico o un conoscente al quale appoggiarsi. Almeno per il primo mese circa.
Un altro aiuto molto importante l’ho ottenuto da una guida che il governo canadese offre ai nuovi immigrati: ci sono molti consigli utili e una lista dei documenti da ottenere una volta arrivati. E’ inoltre possibile fare riferimento a dei centri di assistenza che forniscono tutte quelle informazioni necessarie per gestirsi nella vita quotidiana, dall’apertura di un conto corrente alla ricerca di un alloggio e di un lavoro.

Quanto conta sapere bene la lingua?
Direi che è fondamentale. Aver studiato e vissuto negli Stati Uniti per sei anni è stato per me un grande vantaggio. Per prepararsi al salto credo sia proprio questa la cosa più utile.

In una recente intervista a Italiansinfuga, un italiano che ha lavorato all’Università di Toronto in qualità di Visiting Professor, Franco Bignone, ha definito il Canada come “il paese meglio amministrato che io conosca”. Condividi questo giudizio?
In linea generale direi di sì. Senza dubbio, il sistema amministrativo italiano non è neanche lontanamente paragonabile a quello canadese. Sono su due continenti diversi, in senso reale e figurato. Soprattutto oggi, con l’uso di internet, bastano pochi click per trovare tutte le informazioni e i contatti che servono sul sito governativo Service Canada. Oppure si può sempre fare una telefonata e parlare direttamente con qualcuno che, con competenza e professionalità, offre tutte le informazioni necessarie.

Qual è l’attuale situazione del mercato del lavoro? Pensi ci siano delle opportunità per chi sta progettando di trasferirsi in questo periodo?
Le cose stanno certamente migliorando. La disoccupazione nazionale al momento è intorno al 7,7%. Non male, se si considera la recente crisi finanziaria e la situazione in cui si trovano altri paesi. Il sito Citizenship and Immigration Canada offre informazioni dettagliate su come ottenere i vari permessi per trasferirsi sia temporaneamente sia come residente. In particolare, elenca le professioni più richieste.
Naturalmente, se si ha un’offerta di lavoro o si conosce qualcuno che ha contatti è ancora meglio. Ad ogni modo, per chi è interessato a un’esperienza temporanea ci sono ottime possibilità di svolgere lavori stagionali nel settore turistico e alberghiero. In tal caso è necessario ottenere un permesso lavorativo di “temporary worker” o “working holiday”.

Ci daresti qualche buona ragione per trasferirsi in Canada?
Il Canada è un paese bellissimo, che offre grandi opportunità in termini di lavoro e di stile di vita. Ed è un paese cosmopolita dove la maggior parte degli abitanti (perlomeno nelle grandi città) proviene un po’ da tutto il mondo. Bisogna poi considerare che, pur essendo il secondo stato più esteso del pianeta, il Canada ha una popolazione di soli 34 milioni di abitanti. Per cui ha un continuo bisogno di nuovi immigrati per alimentare la forza lavoro. Avendo vissuto prima negli USA, posso anche dire che il Canada ha un sistema politico, amministrativo ed economico migliore sotto vari aspetti. Soprattutto per quanto riguarda l’immigrazione, qui l’iter da seguire è chiaro e ben definito, mentre negli Stati Uniti è molto più complicato, e molte volte imprevedibile. C’è poi l’aspetto naturale e ambientale: il Canada offre una ricchezza e varietà, a mio parere, unica al mondo.

Quali sono invece i motivi che potrebbero spingere a optare per un’altra destinazione?
Uno degli aspetti più difficili e complicati è il riconoscimento del titolo di studio o della licenza professionale. Prima di considerare il Canada come una possibilità concreta, consiglio di fare un’attenta ricerca sull’effettivo riconoscimento delle “credentials”. Un altro fattore, mi preme ribadirlo, è la conoscenza dell’inglese o del francese, veramente indispensabile: chi non mastica bene né l’uno né l’altro dovrebbe prima colmare la lacuna. La distanza dall’Italia, infine, può essere un’altra ragione. Se si preferisce essere più vicini ai propri familiari, o semplicemente avere la possibilità di viaggiare in Italia più spesso, i costi dei voli (specie se si vive sulla costa occidentale) possono diventare finanziariamente impegnativi.

Due parole su Vancouver. E’ una città che consiglieresti?
Assolutamente. Vancouver è una città molto bella, e ogni anno viene elencata tra le più vivibili del mondo. L’anno scorso ha ospitato le Olimpiadi invernali, un evento che l’ha lanciata sulla scena internazionale. Vancouver non è una grande metropoli e può essere alquanto cara, ma offre servizi eccellenti e ottime opportunità per iniziare una nuova carriera. Con due università di alto livello come la University of British Columbia e la Simon Fraser University,
Vancouver è una città che consiglierei in particolare a tutti i giovani in cerca di un’esperienza unica e diversa per scoprire nuovi orizzonti a livello personale, culturale e professionale.

Un’ultima curiosità: senti mai nostalgia dell’Italia?
Con tutta sincerità, no. L’Italia non mi manca per nulla, anche se ci torno volentieri ogni tanto per visitare la mia famiglia. Certo, ne apprezzo sempre la gastronomia, l’arte e la cultura. Ma non ho mai avuto alcun ripensamento. Tanto è vero che tra qualche mese diventerò cittadino canadese.

Andrea Muzzarelli è un giornalista e traduttore freelance che si è recentemente trasferito da Bologna a Londra. @amuzzarelli Archiviato in Canada, Italiansinfuga il aprile 14, 2011
http://www.italiansinfuga.com/2011/04/14/le-mille-luci-di-vancouver/?
awt_l=56q6U&awt_m=1b4C43qKKPH3bG