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domenica 28 giugno 2020

Rileggiamo...PACIFIC RIM NATIONAL PARK RESERVE

Difficile descrivere in poche righe questo straordinario Parco Nazionale, nella Provincia della British Columbia, da pochi anni anche Riserva della Prima Nazione Nuu-chah-nulth. Meriterebbe molte pagine e vi consiglio quindi di dedicare parecchi giorni all’esplorazione di un ambiente naturale multiforme di rara bellezza. Non ve ne pentirete.



Intanto va detto che si trova sulla costa occidentale dell’Isola di Vancouver, con una estensione di 51.077 ettari, suddiviso in tre sezioni geografiche: Long Beach (16 km di spiaggia tra Tofino e Ucluelet) – Broken Group Islands (un arcipelago di un centinaio di isole sparse nel Barkley Sound) - West Coast Trail (75 km di sentiero attraverso foreste pluviali, spiaggie, archi rocciosi, cascate, caverne). Non manca il campeggio ed un centro interpretativo.

Al largo della costa si trovano a migrare oltre 20.000 balene grigie e le isole al largo sono invase da colonie di rumorosi leoni marino e foche. Ma i possibili avvistamenti non finiscono comunque qui: orche, lontre marine, orsi neri, visoni, procioni e migliaia di uccelli migratori.

Peculiarità del parco è la sua vegetazione: si tratta di una millenaria foresta pluviale (oltre 3 metri di pioggia all’anno!) che ha permesso all’uomo di stanziarsi qui circa 4.300 anni fa, come dimostrato da importanti prove archeologiche (ben 290 siti). Le leggende orali dei Nuu-chah-nulth ne fissa l’arrivo ai tempi della creazione.

Per organizzare il vostro viaggio eccovi altri siti utili:
www.hellobc.com e www.britishcolumbia.com
Post del 14.3.2008

giovedì 21 maggio 2020

NON DATE DA MANGIARE AGLI ANIMALI SELVATICI

E' una regola da non dimenticare, mai!,



neanche quando l'orso fa il simpatico furbetto, come su questa T-shirt!


martedì 19 maggio 2020

FAUNA CANADESE




Una delle maggiori attrattive del Canada, oltre ai panorami incantevoli e mozzafiato, è rappresentata dalla sua fauna. Dire semplicemente la parola ‘Canada’, è già evocare orizzonti infiniti, pianure verdeggianti e spesse coltri di neve e ghiaccio, fiumi e laghi incommensurabili, nonchè  immense montagne ricoperte da impenetrabili foreste: habitat naturali per una lunga serie di possenti animali, grandi o piccoli che siano, adattatisi a sopravvivere alle dure condizioni climatiche dell’ultimo lembo settentrionale del continente americano.

Di molti di loro abbiamo già parlato: li trovi tutti a questo link

Troverai orsi (bruno, neri, kermode, polari), alci, cervi wapiti, caribù,capre di montagna, antilocapre,  bisonti, buoi muschiati, ghiottoni, oche bianche, oche canadesi, aquile, gabbiani di Ross, tetraoni, pulcinella di mare, narvali, halibut, farfalle, api, scoiattoli, chipmunks, marmotte, pika, moffette, tartarughe e molti altri esponenti del regno animali canadese.

Anche questo però è un argomento che non abbiamo ancora esaurito, quindi se sei amante degli animali, tieni d’occhio il tag FAUNA per tutti gli aggiornamenti.

Post del 31.10.2016 aggiornato

lunedì 11 maggio 2020

INSIDE PASSAGE

http://turismoincanada.blogspot.com/2007/04/inside-passage.html (Photo: GCG)

E’ ancora buio pesto quando le strade della piccola cittadina di Prince Rupert, all’estremo nord della provincia della British Columbia, si anima di un traffico stranamente intenso… auto, pullman, camper convergono ordinatamente verso il porto dove ad attenderci è attraccata una gigantesca nave traghetto. Nel silenzio della notte stellata i mezzi si infilano ordinatamente nelle corsie predisposte. I motori si spengono e mentre aspettiamo il segnalo per l’imbarco, il sole inizia ad illuminare l’Oceano Pacifico dinnanzi a noi.
Da qui si snoda un percorso denominato INSIDE PASSAGE, lungo il quale centinaia di grandi e piccole isole inesplorate, ricoperte di fittissime foreste verdi, proteggono la costa dalle intemperie dell’Oceano Pacifico. La nostra crociera ci sta portando verso sud a raggiungere Port Hardy alla punta settentrionale dell’isola di Vancouver, attraccando per sbarcare o imbarcare i passeggeri per le poche località abitate lungo il percorso, sulle isole o lungo la costa, luoghi irraggiungibili se non dall’oceano.
Esplorare oltre 400 km della spettacolare costa occidentale del Canada è un’esperienza indimenticabile. Passeggiamo sui vari ponti della nave, crogiolandoci al sole e aguzzando con trepidazione la vista verso l’acqua, i boschi, il cielo; si fanno girare i binocoli disponibili, scattano le macchine fotografiche verso un paesaggio incantevole, un’aquila dalla testa bianca e qualche pigra foca che osserva il nostro passaggio. Qualcuno corre a riferirci d’aver visto più di una balena e mostra orgoglioso decine di foto digitali scattate al gigante dei mari. Insomma non sai mai se ti trovi sul lato giusto per gli avvistamenti, a babordo o a tribordo, a poppa o a prua, ma qui entra in gioco la fortuna di ciascuno!
L’enorme bastimento offre tutti i necessari servizi per una traversata comoda e piacevole: ristorante a buffet, caffetteria, souvenir, sale giochi, TV, saloni ampi con finestre panoramiche, e per chi vorrebbe riposare, anche un certo numero di cabine. Ma a parte qualche veloce snack, non si resiste all’attrazione del panorama mozzafiato che si spiega davanti a noi, ogni minuto diverso dal precedente. Come non rimanere incollati per ore sulle sedie a sdraio dei ponti principali con la speranza che sotto ogni spruzzo d’acqua possa nascondersi una delle creature marine che percorrono queste acque nelle loro peregrinazioni dalla Florida fin sù in Alaska e viceversa. Le ore trascorrono serene in questa aura magica, di sole, mare, aria pura e fresca, flora e fauna incontaminate, tesori ormai rari.
Ed eccole, al tramonto, è tutto il giorno che le cerchiamo, appaiono dapprima all’orizzonte e piano piano si dirigono verso di noi, le orche, sinuose nel loro lento nuotare in branco, quasi a lasciarsi ammirare e fotografare! Una crociera nell’Inside Passage non ve la dimenticherete mai… mentre vi preparate a questa meravigliosa avventura non dimenticate la macchina fotografia, il binocolo, e la giacca a vento. La 
prenotazione è assolutamente necessaria, ricordandovi di organizzare attentamente il vostro itinerario secondo i giorni di navigazione che sono a date alterne da nord a sud e viceversa. E poi, incrociate le dita… e buon avvistamento!
Win a Inside Passage Wilderness Tour for two thanks to BC Ferries ...
                          https://www.bcferries.com/schedules/inside/prph.php


NOTA DEGLI AUTORI:Siamo orgogliosi del successo di questo nostro Blog nato il 19 febbraio 2007
Poiché non ci occupiamo esclusivamente di stretta attualità ma affrontiamo da oltre 13 anni soprattutto argomenti di storia e memorie, geografia, natura, e altre curiosità che servano a farvi conoscere meglio questo straordinario paese, ci rendiamo conto che i nostri nuovi lettori non hanno quindi il tempo materiale per rileggersi tutti i nostri interventi!Pensiamo quindi di fare cosa gradita a molti amici del Canada, nuovi e vecchi, scegliendo di proporvi di tanto in tanto il testo integrale, o il link, di un post tra quelli da noi ritenuti più interessanti o che ci dispiace particolarmente che qualcuno non abbia potuto leggere. Speriamo che anche i lettori più affezionati ri-leggeranno con piacere quanto da noi ri-proposto.

Post  originale 12.04.2007

lunedì 27 aprile 2020

SWIFT FOX

SWIFT FOX - VULPES VELOX (Say 1823)


Che emozione, e che gioia!, per i collaboratori del NATURE CONSERVANCY OF CANADA (NCC) che aguzzando la vista verso l’orizzonte infinito delle praterie del Saskatchewan videro nel loro binocolo un esemplare di SWIFT FOX (Vulpes velox, Say 1823). E’ successo un paio d'anni fa (dopo quasi 80 anni dall'ultimo avvistamento e la convinzione ormai radicata della sua estinzione)  nella Old Man on His Back Prairie and Heritage Conservation Area, ad ovest di Clavdon nel Saskatchewan meridionale.
Distribution - The Swift Foxt fox

L’avvistamento è sempre stato assai raro perchè il SWIFT FOX (noto per la sua velocità: fino a 60 km orari) è una volpe schiva, dalle abitudini  notturne e che, a causa del sempre più esteso insediarsi dell’uomo e conseguente distruzione dell’ habitat delle selvagge praterie, nel secolo scorso era completamente scomparso dal territorio canadese. Un tempo assai diffusa nel Montana, New Mexico, Colorado, Oklahoma, Texas e nella fascia meridionale delle province dell’Alberta, del Saskatchewan e del Manitoba:l’area di distribuzione di questa piccola volpe dal bel pelo rosso screziato (e non più grande di un bel gattone domestico!) si è continuamente ristretta fino a farne temere l’estinzione.


Efficaci programmi di reintroduzione sia negli Stati Uniti che in Canada fanno oggi ben sperare. Nel 1983 fu sottoscritta un’intesa di collaborazione: Cochrane Ecological Institute, Canadian Wildlife Service, i governi provinciali  di Alberta, Saskatchewan e Manitoba, University of Calgary, il WWF  e d il Ministero dell’Agricoltura del Canada unirono i loro sforzi per la reintroduzione della vulpes velox: gran parte degli esemplari reintrodotti sul territorio tra i confini dell’OMB provenivano dagli Stati Uniti, esemplari selvatici o cuccioli allevati in Canada. Uno dei più riusciti programmi di reintroduzione di canidi  al mondo. Ovviamente i numeri sono ancora troppo bassi per assicurare la sopravvivenza della specie in questo vasto territorio quindi enormi sforzi e costanti attenzioni vanno profuse nella protezione del territorio in modo che il Swift Fox possa  tornare a colonizzare ampie aree delle praterie centrali.

Rielaborazione Post 26/11/2016

lunedì 13 aprile 2020

PROCYON LOTOR

Ah, ma si tratta dell' orsetto lavatore, nome con il quale più comunemente è conosciuto in italiano!
In inglese RACCOON ed in francese RATON LAVEUR.Animaletto simpaticissimo che si conosce perlopiù attraverso i cartoni animati, una presenza imprescindibile del bosco in qualsiasi film d'animazione che si rispetti. Una conoscenza diretta in Europa si può avere nei paesi più a nord ma solo perché sono stati un tempo importati dal continente americano a scopo di allevamento per la preziosa pelliccia. Qualche esemplare fuggito in libertà ha fatto il resto.
E' diffusissimo in tutta l'America, in diverse varianti di specie (8) secondo l'ambiente dove si è evoluto. Animaletto adattabile a qualsiasi ambiente, a suo agio su qualsiasi tipo di terreno, abile arrampicatore, e ghiotto di qualsiasi fonte di nutrimento. Tanto da essere diventato un temuto e fastidioso "ladruncolo" (la sua mascherina non vi ricorda i membri della Banda Bassotti???). Un tempo cacciato per la sua pelliccia e splendida coda ad anelli, oggi è più libero di moltiplicarsi e colonizzare ambienti vari, selvatici ma anche cittadini: quindi oggi è cacciato per i danni che provoca durante le sue perlustrazioni, soprattutto notturne, alla ricerca di cibo, e spesso soccombe al passaggio delle automobili sulla strada. E' più timido di giorno quindi incontrarlo non sempre sarà facile. Non lasciatevi ingannare dal suo simpatico aspetto: bisogna ricordarsi che si tratta di un animale selvatico e che non bisogna mai dargli da mangiare nè tantomeno allungare una mano per accarezzarlo in quanto spesso portatore di gravi malattie per l'uomo.
La sua posizione in zoologia è alquanto particolare essendosi guadagnato una famiglia tutta sua insieme ad un piccolo drappello di specie affini: i Procionidi. E' infatti a mezza via tra gli orsi (Ursidi) da un lato e i tassi, le faine, i ghiottoni e compagnia bella (Mustelidi) dall'altra con consistenti parentele con i panda, maggiore e minore (Ailuridi).
                                                                                                      Post originale del 9.5.2008

giovedì 19 marzo 2020

RILEGGIAMO.... ORCHE A BABORDO!

Fu nell'estate del 2007 che scrissi questo post ORCHE A BABORDO! e mi emoziono ogni volta che ricordo quel viaggio da guida/accompagnatore di un fantastico gruppo di 35 entusiastici 'esploratori' dell'Ovest canadese. Raccontare un’emozione intensa è impresa da grande scrittore; spero almeno di farti venire una gran voglia di visitare il Canada che di emozioni uniche è capace di dartene davvero tante....
In tanti anni di tour di gruppo nell’Ovest non ero mai riuscita a fare l’escursione per l’avvistamento delle orche. 
L’estate scorsa invece, costretta da un coro “… se non ci vieni tu non ci va nessuno!” ecco che comincia l’avventura… nel porticciolo di Victoria, dopo le formalità burocratiche di rito, ecco la vestizione: scettici, perché fa un gran caldo, ci “incapsuliamo” a vicenda nelle enormi e pesanti tute arancioni, e già ci scappa da ridere!
Muniti solo dell’indispensabile macchina video/fotografica al collo ed un consigliato copricapo (… per il freddo?!?) attraversiamo la strada (centinaia di turisti in pantaloncini e t-shirt ci osservano sbigottiti) e scivoliamo sulle panchette del grosso Zodiac guidato da un aitante pilota che dalla sua postazione sopraelevata ci impartisce le regole di bordo.
A dita incrociate, partono i nostri 2 equipaggi di intrepidi italici (dai 13 ai 78 anni), dapprima lentamente, per uscire dal porto e poi sempre più veloci, per dirigerci nello Stretto di Juan de Fuca alla ricerca delle orche.
La velocità aumenta sempre più, il rombo del potente motore è assordante, i balzi sulle onde ci fanno saltare sulla panca, le mani (beato chi ha portato anche i guanti!) sono incollate alla sbarra… siamo troppo concentrati nel tentativo di “zipparci” la tuta il più possibile ad occludere ogni più piccolo spiffero di aria gelida dell’Oceano Pacifico, quindi niente conversazione, solo una gran voglia di ridere, ma anche tenere la bocca aperta è diventato un’impresa…
All’improvviso lo Zodiac rallenta, si ferma… ci guardiamo attorno, le speranze sono molte, scrutiamo l’orizzonte ed il pelo dell’acqua… solo l’oceano infinito, mare piatto, l’altro equipaggio fermo un po’ più in là, aspettiamo, ed eccole… sinuose e lente escono dall’acqua per farsi ammirare, poi scompaiono, l’eccitazione sale, dove sono finite? L’attesa riprende, alcuni interminabili minuti ed eccole di nuovo e più volte, una visione da toglierti il fiato, ma ancora sono lontane.

 Il capitano riprende a muoversi, quasi a sistemarsi sulla presunta rotta del gruppo di orche; passano i minuti che sembrano ore, tratteniamo il respiro, adesso si suda, sarà la tuta o l’emozione, e quando e dove meno ce le aspettiamo… eccone due fare capolino proprio sul bordo del gommone… l’urlo di gioia sale all’unisono!
Qui non le vedete? Sì, sono proprio lì sotto, quasi da toccare, scattare la foto è impossibile, solo qualcuno riesce a filmarle.
Oh sì, è valsa la pena congelarsi il naso e sobbalzare sulle dure panche…sulla via del ritorno anche un gruppo di foche è venuta a farci festa mentre il sole infuocato tramontava alle nostre spalle.
Raccontare un’emozione intensa è impresa da grande scrittore; da parte mia posso dirti solo che serbo quel pomeriggio ancora vivido negli occhi e nel cuore.
Esperienza da non perdere.

sabato 25 gennaio 2020

UN NUOVO PARCO NAZIONALE


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SI AVVERA UN SOGNO!
Catherine McKenna, Ministro dell'Ambiente e dei Mutamenti Climatici nonchè Ministro Responsabile di PARKS CANADA, e Darryll Marlowe, Capo della Prima Nazione Lutsel K'e Dene, firmano l'accordo di creare il Parco THAIDENE NENE il 21 ottobre scorso.
photo courtesy of Catherine McKenna/Twitter

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Dramatic cliffs in Thaidene Nene National Park ReserveLutselk'e, Northwest TerritoriesA muskox in Thaidene Nêné National Park Reserve
Photos by Paul Kane/Canadian Geographic
Ci sono voluti oltre 50 anni di consultazioni e programmazione perché venisse finalmente istituito il nuovo Parco Nazionale nei Territori del Nord-Ovest. E finalmente si stabilisce di tutelare la biodiversità di una estensione di tundra e foresta boreale incontaminate di 26.525 kmq (l’area del Parco Nazionale di circa 14.000 kmq è attorniato a sud, a ovest e a nord da aree protette del Territorio e da riserve per la tutela della fauna locale), in un accordo tra Parks Canada, il Governo Provinciale dei Northwest Territories, e le Prime Nazioni Łutsël K’e Dene, Métis, Deninu K’ue e Yellowknives Dene. La proposta iniziale risale al 1970 ma incontrò allora le resistenze di alcuni Capi che temevano di veder minacciati i diritti di caccia e pesca dei Nativi. Negli anni 90 tuttavia si affacciarono società minerarie interessate ad impossessarsi e sfruttare le ricchezze del sottosuolo. Le Prime Nazioni si affrettarono a riprendere le trattative con il Governo Canadese.
Il nome del Parco può essere tradotto in “Terra degli Antenati” nella lingua Dënesųłiné o Chippewan ed è ritenuto territorio sacro dai nativi. La vasta area protegge dozzine di fiumi, laghi, cascate, isole e vertiginose pareti rocciose di origine glaciale. Sia la tundra che la foresta boreale ospitano una vasta gamma di fauna selvatica. Caribou, buoi muschiati, alci, lupi, orsi neri e grizzly, volpi rosse e artiche, linci, ghiottoni, castori ed una miriade di altri piccoli mammiferi, uccelli  e pesci qui vivono in totale libertà, protetti e tutelati.
Anche la Storia ha una sua testimonianza: Fort Reliance, sito storico territoriale e nazionale, è situato alla foce del fiume Lockhart. Costruito dalla Hudson’s Bay Company nel 1833 come base per gli scambi  commerciali, servì anche durante le ricerche delle sfortunata spedizione del 1845 di Sir John Franklin.

Al Parco si può accedere soltanto per via aerea o via acqua partendo dalla  piccolo comunità di Lutsel K’e  (distante circa 45 minuti di volo da Yellowknife)  il centro abitato più vicino, situato sulla riva meridionale del Lago Great Slave. Da qui, saranno guide native esperte a condurre il turista avventuroso ad ammirare panorami spettacolari e mozzafiato.
Map: Canada's National Parks System
THAIDENE NENE è il 48° Parco Nazionale canadese. Vuoi conoscerli tutti?

venerdì 22 novembre 2019

KHUTZEYMATEEN GRIZZLY SANCTUARY, British Columbia

 Nel nord del  British Columbia c’è una vallata così assolutamente protetta da chiamarla un santuario. Un habitat conservato esclusivamente per il benessere degli orsi grizzly, allontanando da questo delicato ecosistema qualsiasi forma ulteriore di antropizzazione e soprattutto i tagliaboschi!
E’ il PARCO PROVINCIALE KHUTZEYMATEEN, istituito nel 1994, esteso per 443 kmq, l’area protetta più estesa della provincia a circa 45 km a nord-est di Prince Rupert. Norme precise e severe regolano l’accesso al parco la cui gestione è affidata  direttamente alle Prime Nazioni Gitsi’is e  Coast Tsimshian in partnership con BC Parks.



A questo punto non posso aggiungere altre parole se non l’invito a  vedere questo affascinante filmato

e…ti innamorerai del Khutzeymateen Grizzly Sanctuary !

venerdì 18 ottobre 2019

GALATEO DEL PERFETTO BIRDWATCHER





Un vero birdwatcher non si riconosce dal binocolo. E nemmeno dalla pazienza con la quale si apposta negli anfratti più scomodi ad aspettare un “raro” volatile. Lo si riconosce dal modo di comportarsi.

Ecco perché è bene che, prima di imparare le tecniche di avvistamento e di riconoscimento, si sfogli con attenzione il Decalogo del Birdwatcher. Si tratta di semplici regolette riconosciute da tutte le Associazioni per la protezione degli uccelli:
1)      non disturbare gli animali (attenzione per esempio a non importunare una nidiata pur di fotografarla);
2)      Rispetta e proteggi gli habitat naturali;
3)      Non spaventare gli uccelli, non fare rumori inutili;
4)      Quando avvisti una specie rara pensa bene prima di divulgare la notizia: i bracconieri sono sempre in agguato;
5)      Non disturbare gli uccelli migratori, soprattutto i più rari, magari stremati per il lungo viaggio;
6)      Rispetta in ogni momento le leggi che proteggono la fauna (un birdwatcher che si rispetti deve conoscere le leggi nazionali e internazionali su fauna e ambiente);
7)      Rispetta i diritti del proprietario del terreno su cui ti trovi (attenzione ad attraversare i campi coltivati);
8)      Rispetta i diritti delle altre persone che vivono in campagna;
9)      Divulga i dati che hai raccolto e, soprattutto rendili disponibili per i censimenti ornitologici (spesso le osservazioni dei dilettanti servono per promuovere o concludere importanti studi);


Comportati con coerenza. Queste regole valgono a casa tua come all’estero.

Vedi anche

venerdì 21 giugno 2019

TETRAONE DELLE PIANURE CANADESI



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Nelle praterie pianeggianti del Canada meridionale vive il Tetraone di prateria (Greater Sagebrush Grouse/Centrocercus urophasianus), parente di fagiani e urogalli, un uccello particolarissimo riconoscibile dal piumaggio marrone a strisce, dal ciuffo di penne rigide impiantato sulla parte posteriore del capo e dai sacchi membranosi gialli che il maschio reca ai lati del collo e appena sopra gli occhi, e che gonfia durante la parata nuziale. Si riproduce in un regime di poligamia, dopo una lotta accanita tra maschi in cui emergono i dominanti che compiranno gran parte degli accoppiamenti. La femmina depone 4-15 uova, che cova per 4 settimane.
Gli adulti hanno una lunga coda quadrata nera, con l'estremità marrone. I maschi adulti hanno il corpo per la maggior parte grigio, il petto nero, su cui spiccano delle strisce bianche, la gola nera e una macchia rossa sull'occhio. Le femmine adulte sono screziate di marrone con strisce scure e bianche sulle regioni inferiori. I maschi territoriali emettono un suono tambureggiante sventolando le ali.
https://www.youtube.com/watch?v=m0M8pZnNlnI 
Questi uccelli si nutrono d'estate sul suolo ingerendo bacche, germogli o insetti. D'inverno, vivono prevalentemente sugli alberi, dal momento che sulla neve non riescono a mimetizzarsi. Il cieco, una sacca digestiva dell'intestino, cresce di dimensioni per supportare la dieta invernale di questo uccello, composta da aghi di conifere. 

La specie è pericolosamente in declino a causa dell'uomo che ha gradatamente trasformato l'ecosistema specifico di molte specie animali delle pianure centrali nordamericane, riducendone l'habitat del 94% attraverso lo  sfruttamento agricolo e l'industria estrattiva di gas e petrolio. E' noto che in epoca precolombiana la specie fosse assai diffusa nelle pianure nordamericane dall'attuale Texas alle province canadesi dell'Alberta, Saskatchewan, Manitoba ed Ontario. 
In Canada si ritiene che ne siano rimasti soltanto 400  esemplari  che lottano per la sopravvivenza. Nel GRASSLAND NATIONAL PARK in Saskatchewan si sta tentando di ripristinare la flora tipica, l'artemisia cana, una specie di salvia selvatica, una delle sue principali fonti di nutrimento.