domenica 31 ottobre 2010

LE ZUCCHE DI HALLOWEEN



E’ il tempo delle zucche.
Halloween fa ormai parte della nuova tradizione italiana, ma le zucche gialle arancioni rossastre legate a questo rito, quelle da intagliare con facce orride e illuminare la sera, non abbondano ancora in Italia. Il motivo è semplicemente legato al fatto che, pur essendo commestibili, non reggono il confronto con le nostre, molto più gustose e selezionate nel tempo. Altrimenti i canadesi ci ruberebbero anche i tortelli di zucca.
Tuttavia il Canada offre altri tipi di queste cucurbitacee, che spaziano da quelle gigantesche a quelle simili alle nostre, utilizzate spesso per la pumpkin cake (torta di zucche) rintracciabile anche in scatola nei nostri supermercati.
Il Canada di questi giorni : distese colorate di zucche sia in campagna sia in città che si mescolano ai colori più variegati delle foglie soprattutto degli aceri. Lo ricordo ogni anno. Mai come quest'anno però perché l’autunno canadese è gentile, favorevole. Memorabile per chi ama passeggiare lungo i parchi e ascoltare la musicalità delle foglie calpestate. Forse un po’ meno per chi ama gli strati umidi e scomposti perchè dovrà aspettare qualche tempo e forse la neve arriverà prima.

venerdì 29 ottobre 2010

WORLD WINE & FOOD EXPO, MONCTON, N.B.





La città di Moncton non l’abbiamo forse neanche mai nominata. E forse poco abbiamo detto anche dell’intera provincia del NEW BRUNSWICK. Cercheremo di rimediare.


Si svolge proprio presso il Moncton Coliseum, sede di fiere ed eventi sportivi, la più grande esposizione eno-gastronomica di tutto l’est marittimo con cene a tema, degustazioni, seminari, etc. per ben 8 giorni ricchi di ogni sorta di evento, al suo ventesimo anniversario, il WORLD WINE & FOOD EXPO dal 30 ottobre al 6 novembre. La lista dei vini http://www.wineexpo.ca/2010-wine-list.php presenta oltre 380 etichette da tutto il mondo, moltissime dall’Italia come anche dal Canada, Stati Uniti, Cile, Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Francia, Spagna, Portogallo, Germania e Romania.


La città è stata ed è un importante hub commerciale, aereo, ferroviario e stradale trovandosi al centro geografico delle Province Marittime; una delle città in maggiore crescita economica e demografica del Canada, anche per i bassi costi del settore immobiliare.

Pensate che in questo centro urbano, con oggi meno di 130.000 residenti, nel 1970 già un gruppo di italiani fondava L’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI MONCTON INC. al fine di tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiana e oggi conta oltre 300 membri. Il loro sito http://www.aim-mia.ca/index.html purtroppo e stranamente non ha una versione italiana. Indagherò.

Altre informazioni sulla città di Moncton, tutto rigorosamente in inglese ed in francese. Argomento da approfondire, prossimamente.
Città di Moncton
http://www.moncton.ca/Home.htm
Promozione Turistica
http://tourism.moncton.ca/SplashPages/TourismIndex.htm
Colisée de Moncton Coliseum
http://www.monctoncoliseum.com/english.htm
Squadra locale di hockey Moncton Wildcats
http://www.moncton-wildcats.com/

mercoledì 27 ottobre 2010

BEAR BELLS


Bracciale bear bell con logo delle Olimpiadi Invernali di Vancouver2010


Ed ecco la versione più trendy delle bear bells di cui ho parlato nel post sul Waterton Lakes National Parks - assolutamente da rileggere -

martedì 26 ottobre 2010

RAGIONARE … ALLA CANADESE



Avevo in programma di parlarvi di lui da molto tempo. Personaggio canadese, anzi di più, italo-canadese!

Così veniva descritto l’italo-canadese Sergio Marchionne dal Corriere Italiano di Montréal nel maggio 2009:

Cinquantacinque anni (1952), abruzzese di Chieti, Sergio Marchionne emigra da bambino con la famiglia in Canada (1965), dove si laurea in Giurisprudenza, Economia e Filosofia (una quarta laurea in Ingegneria Gestionale gli viene assegnata ad honorem nel 2008 dal Politecnico di Torino). Consegue un Mba alla University of Windsor del Canada e dal 1985 è dottore commercialista, mentre dal 1987 è procuratore legale e avvocato nella regione dell'Ontario.

Sposato, due figli, casa a Ginevra in Svizzera, arriva a Torino nel 2004, subito dopo la morte di Umberto Agnelli e prende il posto di Giuseppe Morchio come amministratore delegato. Della società torinese è già consigliere di amministrazione ed è alla guida della Sgs di Ginevra, che fa parte dell'impero Agnelli. La Fiat di cui assume le redini è in piena crisi e tocca a Marchionne, che gode di grande stima negli ambienti finanziari internazionali, il compito di risanare i conti. I risultati che ottiene parlano da soli: nel giro di tre anni porta la casa torinese a chiudere il 2007 con l'utile record nella storia del gruppo. Ma la prima partita importante della sua carriera torinese la gioca proprio in America, dove riesce a mettere la parola fine all'alleanza con la General Motors di Richard Wagner. Rinnova i modelli e lega il suo nome al grande successo della nuova Fiat 500, crea un team giovane, i “Marchionne boys”, con cui ha rapporti solidi e condivide l'entusiasmo, per vincere insieme la sfida del rilancio. Il supermanager casual in pullover blu, riservato e per nulla amante dei salotti e dei ristoranti alla moda, conquista Torino nonostante i suoi modi siano fuori dall'etichetta della torinesità e nel 2007 viene eletto cittadino dell'anno.

Qui invece trovi la sua biografia ufficiale di FIAT:
http://www.fiatgroup.com/SiteCollectionDocuments/cv_management/Marchionne_Sergio_CV_ita.pdf

Da domenica sera dopo l’intervista di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa/RAI 3 non si fa che parlare di Marchionne, le voci sembrano essere tutte contrarie, polemizzanti, storicizzate, politiche, confindustriali, sindacaliste, moralizzanti, destrutturate, psico-analitiche, socio-economiche, …
Forse parlano in troppi!
Nel nostro blog non c’è né spazio né tempo per le polemiche e non ho proprio intenzione di incominciare adesso. Ma il fatto che un politico italiano abbia accusato Marchionne di ‘… ragionare da canadese e non da italiano…’ ha stuzzicato la mia curiosità. Non voleva evidentemente essere un complimento e chissà se riuscirò – io, italo-canadese - a scoprire quale sia la differenza!

lunedì 25 ottobre 2010

SERGIO MARCHIONNE


Sergio Marchionne, attuale amministratore delegato del gruppo Fiat e di Chrysler, è diventato un personaggio importante sia in Europa sia in Nord America,cosa che lo ha reso anche ambasciatore del Canada nel mondo. E’ nato a Chieti nel 1952, da padre abruzzese e madre istriana, con parenti dispersi qua e là dopo le vicende della seconda guerra mondiale. Alcuni in Ontario, dove la famiglia è emigrata nel 1965. Fatto che gli fa ottenere la cittadinanza italiana e canadese.
Marchionne, considerato l’artefice del risanamento della divisione Fiat Group Automobiles, coniuga magistralmente la sua discendenza italiana con la formazione scolastica e culturale canadese. Laurea in legge alla Osgoode Hall Law School della York University con specializzazione presso l’università di Windsor e studi di filosofia all’università di Toronto. Persona dagli interessi eclettici si afferma come commercialista, procuratore legale, avvocato ed esperto contabile rivestendo importanti cariche in ambiente internazionale, non ultimo il colosso bancario svizzero UBS.
Il suo ruolo in Fiat è il coronamento di una seria carriera. Umberto Agnelli gli apre le porte del consiglio di amministrazione del Lingotto nel 2003 e nel 2005 assume la guida di Fiat Auto.
Durante la sua gestione il gruppo Fiat si occupa di progetti lasciati nel cassetto come la Fiat 500, Lancia Fulvia Coupé, Fiat Croma lanciando pure molti nuovi modelli, tra cui l'Alfa 159 e la Fiat Nuova. Fiat Grande Punto è l'auto più venduta in Italia nel 2006 e nel 2007. In Borsa il titolo Fiat balza dai 4 euro del 2005 fino al massimo storico di 23 euro del luglio 2007 per poi assestarsi all’attuale quotazione intorno ai 12 euro.
Nella primavera 2009 Marchionne, l’ormai famoso manager che indossa soprattutto maglioni blu, si impegna in estenuanti trattative con il governo e i sindacati americani in merito all’acquisizione di Chrysler conclusesi con un accordo che concede al Lingotto il 20% delle azioni di Chrysler in cambio delle tecnologie e del know-how di Fiat. Fiat potrà aumentare la quota di controllo fino al 51% dopo aver restituito il prestito concesso dal governo americano.
Il 30 luglio 2010 il presidente degli Stati Uniti d'America Barack Obama ha incontrato Sergio Marchionne a Detroit, negli stabilimenti Chrysler, dove lo ha elogiato e ringraziato per l'ottimo lavoro svolto per rilanciare la Chrysler.
Sembrerebbe una faccenda soprattutto statunitense, ma in realtà, la Chrysler impiega oltre 8.000 persone negli stabilimenti di Brampton, Etobicoke, Windsor e nei vari uffici e magazzini sparsi per le province canadesi, pronte ormai, visti i programmi aziendali alla distribuzione di Fiat anche in Canada. Marchio ormai quasi perso in Nordamerica, che ritorna attraverso l’ingegno di Marchionne, un manager con una visione lungimirante, uno di quelli che sembra non aver paura di niente e che sa affrontare le opportunità prendendo in considerazione tutti gli aspetti della sfida.
"AVEVAMO PREPARATO UN POST SU MARCHIONNE L'UNA - FEUILLE D'ERABLE - ALL'INSAPUTA DELL'ALTRO - GRIZZLY BEAR. COSI' ADESSO APPARE LA MIA VERSIONE. NON E' COME QUELLA DI BARNEY, MA SERVE SEMPRE PER MIGLIORARE LA CONOSCENZA".

BONES



A sinistra il personaggio di Temperance Brennan (detta “BONES”), una antropologa forense del Jeffersonian Institute a Washington interpretata da Emily Deschanel ed a destra la sua creatrice, KATHY REICHS. Dal 2005 i telefilm della serie sono seguitissimi anche in Italia (Rete4) da spettatori particolarmente forti di stomaco!
Il telefilm è liberamente tratto dai romanzi e dall’esperienza professionale della Reichs che è anche produttrice della serie televisiva.

Nata a Chicago nel 1950, la sua esperienza professionale la porta dall’insegnamento ad agenti dell’FBI alla dissezione e identificazione di cadaveri nel suo laboratorio di Montréal, a consulenze per il Tribunale per i Genocidi dell’ONU in Ruanda alla esumazione di resti umani nelle fosse comuni del Guatemala, all’identificazione di cadaveri di caduti della Seconda Guerra Mondiale, della Guerra in Corea e nel Sud-Est Asiatico. E' stata inoltre coinvolta nell’opera di identificazione delle vittime dell’attentato terroristico al World Trade Centre di New York.
E’ membro di numerose istituzioni americane tra cui il National Police Services Advisory Council of Canada. La Reichs ha ottenuto diversi diplomi e lauree in antropologia e antropologia medica presso diverse università nordamericane tra cui le canadesi la Concordia University e la McGill University.
Attualmente il suo lavoro si divide tra l’Università di Charlotte in North Carolina dove insegna nel Dipartimento di Antropologia e Montréal presso il Laboratoire de Sciences Judiciaires et de Médecine Légale del Québec

Il primo thriller legale di KATHY REICHS Dejà Dead del 1997 la portò subito in cima alle classifiche dei bestseller americani. Altri titoli con protagonista Temperance Brennan: Death du Jour, Deadly Décisions, Fatal Voyage, Grave Secrets, Bare Bones, Monday Mourning, Cross Bones, Break No Bones, Bones to Ashes, Devil Bones, 206 Bones e Spider Bones uscito lo scorso agosto. Molti di questi titoli – tradotti in 20 lingue – sono disponibili in italiano dalla Rizzoli (notare alcuni titoli originali di cui una delle parole è in inglese e l’altra in francese... bilinguismo canadese?).
Per saperne di tutto e di più, vedi anche il sito del fan club italiano: http://www.i-bones.net/

venerdì 22 ottobre 2010

SAINT ANDRE BESSETTE


Père André Bessette
St.-Grégoire-d'Iberville, 9 agosto 1845 - Montréal, 6 gennaio 1937



ANDRÉ BESSETTE è stato proclamato Santo domenica scorsa (insieme alle italiane Giulia Salzano e Battista Camilla da Varano, la spagnola Candida Maria de Jesus Cipitria y Carriola, il polacco Stanislaw Kazimierczyk Soltys e l’australiana Mary MacKillop).
La sua storia è indissolubilmente legata all’Oratoire de Saint-Joseph di Montréal.

Alfred Bessette, di umili origini, ottavo di 12 fratelli, rimane presto orfano di ambedue i genitori. Ad allevarlo sarà una zia materna e dovrà adattarsi, poco più che analfabeta e a causa della salute malferma, ad innumerevoli lavori e attività svolte negli Stati Uniti ed in patria, nelle filande, da panettiere, da calzolaio, da contadino, da operaio.
Nel 1870 entra novizio nella Congregazione della Santa Croce (arrivata dalla Francia nel 1847 su invito del vescovo per restaurare il sistema scolastico di lingua francese che nel 1759 era stato abolito dagli inglesi) assumendo il nome di Frère André e diventerà sacerdote nell’agosto del 1872.
Per 40 anni fu portinaio (con funzioni anche di sacrestano lavandaio e messaggero) del Collegio di Notre-Dame di Montréal.
Da sempre devoto a San Giuseppe – con cui sentiva di condividere povertà lavoro ed esilio – per lui sognava un luogo di culto sul Mont-Royal. La Congregazione aveva tentato per anni di acquistare del terreno sul monte di fronte al Collegio ma i proprietari non cedevano finchè Frère André ed altri Fratelli salirono sulla cima del monte e vi sotterrarono numerose medagliette di San Giuseppe. Si dice fu questo atto di fede a far cadere le reticenze dei proprietari che acconsentirono a vendere il terreno alla Congregazione e Frère André potè costruire una cappella di legno (1904) dedicata a San Giuseppe.
Qui riceveva i fedeli che a lui ricorrevano perché ormai da molti anni erano riconosciute le sue capacità taumaturgiche. A migliaia, ammalati e bisognosi si recavano in preghiera sul monte chiedendo un aiuto, un sostegno spirituale, una guarigione. Frère André, con preghiere a San Giuseppe e l’uso dell’olio della lampada che ardeva davanti alla statua del Santo, operava guarigioni miracolose del corpo e dello spirito.
Nel dicembre 1917 fu inaugurata una cripta nonchè la benedizione della pietra angolare di una chiesa superiore, che dopo molte interruzioni e difficoltà, diventò il più grande santuario in onore di S. Giuseppe, padre putativo di Gesù e uno dei centri religiosi più frequentati del mondo.
Frère André però non vide mai interamente la grande Basilica, completata soltanto nel 1955. Morì infatti nel 1937 all’età di 91 anni, il 6 gennaio, giorno in cui lo si onorerà come SAINT ANDRÉ BESSETTE. Oltre un milione di persone partecipò al suo funerale.
Il suo carisma, la sua umiltà e dolcezza, unite alle sue capacità di sollevare dalle sofferenza (“Non sono io a curare, è San Giuseppe”) lo fecero conoscere e amare da molti, ieri come ai giorni nostri.

mercoledì 20 ottobre 2010

IL SAPERE DEGLI INUIT


Il sapere Inuit e i cambiamenti climatici: è il primo documentario indigeno live in streaming che sarà proiettato al festival imagiNATIVE di Toronto sabato 23 ottobre2010.
Quando i registi Zacharias Kunuk, nato a Igloolik nello sterminato territorio Inuit del Nunavut in Canada, e Norman Cohn, newyorkese doc, diedero vita alla Isuma Productions (www.isuma.ca), era la metà degli anni ’80. Allora, nel cuore del mondo Inuit, chi avrebbe creduto che il primo film prodotto dopo tanti documentari – Atanarjuat/The Fast Runner – avrebbe spopolato a Cannes nel 2000, facendone la pellicola dai maggiori incassi della stagione cinematografica canadese? Nessuno, ovviamente.
“Isuma”, nella lingua degli Inuit significa “Pensa”. Un’esortazione che di pensiero in pensiero e tra grandi risultati (The Journals of Knud Rasmussen, film del 2006 è stato il primo film in HD al mondo e in Italia ha vinto l’Alba Film Festival) e mille difficoltà (l’ambiguo atteggiamento del governo canadese nei confronti delle manifestazioni artistiche dei propri popoli indigeni) ha condotto al lancio di Isuma TV (www.isuma.tv) il primo portale al mondo per registi indigeni di tutto il mondo, una TV 24/7, sempre “aperta” e in grado di far conoscere un artista dislocato nei luoghi più remoti del mondo in tutto il globo.
E che globalizzazione, visto che Isuma Tv funziona al punto che sono già centinaia i filmati in streaming e in download da due anni a oggi e che l’impatto di questa “Pensa Tv” è stato talmente forte che in meno di un anno le visite al portale sono state quasi tre milioni!
Norman Cohn ha lanciato eventi dal vivo, performance in diretta dai remoti villaggi Inuit come quello di Igloolik, per catturare “esperienze nelle quali sia possibile convogliare la forza e l’energia collettive della televisione in diretta e creare comunità umane di consapevolezza e rispetto per le realtà indigene del ventunesimo secolo”. E’ un invito chiaro che rispecchia una delle caratteristiche più straordinarie del popolo dei ghiacci: l’adattabilità.
E questa è la caratteristica che ha permesso a Isuma di rispondere con i fatti all’ambigua decisione del National Film Board of Canada di non finanziare il film di Zacharias Kunuk Qapirangajuq: Inuit Knowledge and Climate Change nell’ambito delle grandi spese profuse per l’anno polare internazionale 2007-2009, a favore di discutibili documentari su flora e fauna artica di cui già esistono decine di esempi.
Da un lato ci si premura di comunicare al mondo quanto la popolazione Inuit canadese sia importante per la nazione, dall’altro, quando gli Inuit possono avere una voce così autorevole e artisticamente riconosciuta in tutto il mondo, non la si aiuta. Ma ecco che la Isuma è riuscita a realizzare lo stesso questo documentario, che verrà trasmesso al festival cinematografico “imagineNATIVE 2010”, ma che, per chi non potrà essere a Toronto, verrà anche visto in webcast dal vivo sul sito cliccando
http://www.isuma.tv/hi/en/inuit-knowledge-and-climate-change alle ore 19.00 ora di Toronto (e cioè alle 3 del mattino del 24 ottobre, in Italia). Il nuovo film della Isuma porta lo spettatore “sul terreno” dove anziani, cacciatori e abitanti esplorano gli impatti sociali ed ecologici dell’Artico che si riscalda. E’ un documentario che chiarisce un punto fondamentale, e cioè che il riscaldamento globale è un tema relativo ai diritti umani (e forse è questo che dà fastidio ai governi, impegnati a progettare gli sfruttamenti minerari dell’Artico, già ben avviati).
Alla fine della proiezione di 54 minuti, i due registi Zacharias Kunuk e Ian Mauro risponderanno alle domande del pubblico in sala, ma anche a quello da casa via Skype.
Davide Sapienza

martedì 19 ottobre 2010

TORONTO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL


Fino a qualche anno fa il Toronto International Film Festival (TIFF) era considerato una manifestazione provinciale di secondo livello. Negli ultimi anni è invece diventato un punto di riferimento per il mercato cinematografico. Pur condividendo molti film con i festival di Telluride, Colorado e Venezia, la sua vivacità lo ha ormai portato quasi ai livelli di Cannes.
Il festival incomincia subito dopo il Labour Day, la festa del lavoro canadese che cade il primo lunedì di settembre e dura 10 giorni. Ogni anno vengono proiettate dalle 300 alle 400 pellicole di genere e categorie estremamente diverse fra di loro. La rassegna ha luogo nella centralissima e trendy area di Yorkville tra Bay e Bloor Street, dove ci sono diversi hotel di lusso e molti cinema multisala ed è frequentata da decine di migliaia di persone.
Dal punto di vista economico il festival di Toronto è ormai secondo soltanto a Cannes che però sta ormai eguagliando anche dal punto di vista di presenza di star del settore.
Il festival del cinema di Toronto, snobbato agli inizi anche dagli italiani, ebbe inizio al Windsor Arms Hotel di Toronto nel 1976. Il direttore del Festival è Piers Handling.
Tra i film segnalati quest’anno”Black Swan”di Darren Aronofsky, “Essential Killing”,“127 Hours” di Danny Boyle e “La versione di Barney” di Richard J. Lewis oltre a “The Town” di Ben Affleck.
Il premio più importante del Festival di Toronto del 2010, quello decretato dal pubblico, il Cadillac People’s Choice Award, è andato a un film poco pubblicizzato all’inizio, “The kings’s Speech” diretto dal regista Tom Hooper e interpretato da Colin Firth e Helena Bonham Carter, che narra la vicenda di Giorgio VI d’Inghilterra, padre dell’attuale regina Elisabetta II, salito al trono in seguito all’abdicazione del fratello Edoardo VIII.
Il Cadillac People’s Choice Documentary Award è stato invece vinto dal documentario canadese “Force of Nature: The David Suzuki Movie” di Sturla Gunnarson.
Spero che l’infinito numero di film proiettati in tutti questi festival possa beneficiare anche il pubblico che non ha avuto la ventura di essere a Toronto per la rassegna. Troppo spesso dopo i baleni dei festival sia al cinema sia in televisione si rischia di essere spettatori di film di cassetta oppure di pellicole viste, riviste e magari lodiate per anni. Magari in futuro qualche multisala dedicherà una saletta a qualche film visibile adesso soltanto in alcuni tenaci cinema d’essai..
Nelle ultime edizioni sono state create due sezioni per rappresentare le pellicole canadesi: la Canada First (in cui vengono presentati dagli 8 ai 15 lungometraggi di registi nazionali), e Short Cuts Canada (che include dai 30 ai 40 cortometraggi canadesi). Sono così cinque le categorie dedicate alla cinematografia canadese, che si aggiungono alle altre undici, dedicate invece alla cinematografia mondiale. Tra queste ultime spiccano le sezioni: Special Presentations, Masters, Contemporary World Cinema, Visions, Discovery e Documentary.
Toronto, la città che va letteralmente pazza per il festival cinematografico, ospita in realtà diverse manifestazioni del genere lungo tutto l’arco dell’anno a partire da Cinèfranco, Silent Film Festival, Human Rights Watch Film fino a Sprocket, dedicato ai ragazzi. Da non trascurare infine il Toronto Jewish Festival ormai al suo 18° appuntamento, Hot Docs specializzato nei documentari, il Short Film Festival e ultimo ma non meno interessante, il Festival del Film Italiano che si svolge di solito ai primi di giugno.

lunedì 18 ottobre 2010

WENDAKE - QUEBEC

Wendat-Uroni in una foto del 1880
Un po’ di storia:
I Wendat sono una Prima Nazione di lingua irochese, originari della Georgian Bay nel sud dell’Ontario.
I primitivi villaggi sorgevano in un’area peninsulare a forma quasi di isola (in francese: presq’île) da cui il nome di Wendat che significa ‘insulare’. Mentre il soprannome di Uroni fu loro dato dai primi coloni francesi per la strana capigliatura che ricordava all’occhio europeo la testa del cinghiale (in francese: hure).
Nella prima metà del XVII secolo i Wendat della Georgian Bay divennero importanti soci dei francesi nel commercio delle pellicce. Alla stessa epoca, benché ci fossero fiorenti scambi commerciali anche con altre Prime Nazioni, i Wendat-Uroni erano periodicamente in guerra con gli Irochesi. L’alleanza Franco-Wendat e le alleanze formatesi tra gli Irochesi, prima con gli Olandesi e poi con gli Inglesi, trasformano le guerre tra indiani in vere e proprie battaglie di distruzione, adesso a colpi di fucile.
Nel 1649 gli Irochesi annientano gran parte della popolazione Wendat. I sopravvissuti fuggono in varie direzioni - oggi si trovano ancora dei Wendat in Ontario e poi negli Stati del Michigan, del Kansas e dell’Oklahoma. Ma una parte si dirige ad est verso il Québec: nel 1697, dopo diverse tappe, circa 300 persone si insediano stabilmente sulle rive del fiume AKIEWENRAHK (Saint-Charles) fondando l’attuale Wendake. Costruirono le loro abitazioni, dove vigeva un sistema sociale matriarcale (il bimbo entrava nel clan della madre ed era educato dallo zio materno), chiamate case lunghe (longhouse/maisons longues) con rami e corteccia d’albero, dalle dimensioni di circa 7 metri di larghezza ed in media lunghe 50 metri, adatte ad ospitare una famiglia o un intero clan. In origine gli Uroni, oltre a praticare la pesca, coltivavano il granoturco, fagioli e zucche - dette le Tre Sorelle – ed estraevano la linfa dal tronco degli aceri trasformandolo in sciroppo. Il pasto tradizionale prevedeva del pane amerindiano nonché una zuppa densa di granoturco, fagioli, piselli (sagamité) o del riso selvaggio condito con grasso di cervo, nonché carne e pesce.

Tornando ai giorni nostri :
La CONFEDERAZIONE WENDATE, ricostituitasi ufficialmente nel 1999 durante un grandioso incontro avvenuto a Midland in Ontario, conta circa 8.000 membri fra tutti gli insediamenti suddetti (nel 1535 furono stimati tra i 30.000 ed i 40.000) di cui circa 3.000 sono quelli che abitano a Wendake.

Chi di voi è già stato nel Canada orientale non si sarà fatto scappare l’occasione di visitare il villaggio dove oggi vivono, modernamente, i discendenti degli antichi Wendat nonché immergersi nell’atmosfera primitiva della ricostruzione dell’antico villaggio, a pochi chilometri dalla città di Québec. http://www.huron-wendat.qc.ca/01/fr/index.html


Oggi c’è un motivo in più per visitare Wendake.
Nasce nel 2008 questa moderna/antica struttura ricettiva a quattro stelle annessa al nuovo Museo delle Prime Nazioni. L’ HOTEL MUSÉE PREMIÉRES NATIONS è forse il culmine di anni e anni di enormi sforzi per non lasciar scomparire la cultura di un nobile popolo che ha resistito nel tempo e che sempre più desidera identificarsi con il proprio passato.

http://www.maisondespremieresnations.com/index.php

http://www.hotelpremieresnations.com/musee/concept.php

http://www.hotelpremieresnations.ca/visite_virtuelle_hotel_premieres_nations.php
www.wendake.ca
Sito ufficiale della Nazione Uroni-Wendat (rivendicazioni territoriali, cultura e tradizioni, turismo, sviluppo economico e servizi sociali)

venerdì 15 ottobre 2010

EDILIZIA VERDE



Il ministro canadese Denis Lebel in Italia per verificare la potenzialità di cooperazione nell’edilizia verde.

Il Ministro Federale con delega allo Sviluppo Economico del Canada, l’Onorevole Denis Lebel in occasione della sua missione di lavoro in Europa ha fatto tappa oggi - 13 ottobre 2010 - nella Provincia autonoma di Trento per conoscere meglio i progetti promossi dalla Provincia nel campo dell’edilizia sostenibile, dell’efficienza energetica e nei sistemi di gestione del territorio, i principali ambiti sui quali opera in Trentino Habitech, il Distretto Tecnologico Trentino Energia e Ambiente.

Il Ministro Lebel ha visitato in mattinata la Manifattura Domani Green Technology Park a Rovereto, il polo produttivo e tecnologico promosso dalla Provincia autonoma di Trento per trasformare l'ex fabbrica di manifattura tabacchi in uno dei principali green hub europei, luogo di produzione e sperimentazione di tecnologie per l’edilizia sostenibile e delle clean tech. Ha quindi incontrato il Presidente della Provincia autonoma, Lorenzo Dellai, con il quale si è confrontato sui progetti promossi in Italia, in Trentino e in Canada nel campo delle tecnologie ambientali, anche nella prospettiva di avviare nuove relazioni e forme di collaborazione.

All’interno degli edifici di Manifattura, il Ministro Lebel ha quindi incontrato i vertici dei principali soggetti provinciali attivi nel campo dell’edilizia sostenibile (Habitech-Distretto Trentino Energia e Ambiente; Università di Trento; CNRIvalsa Trento). “Lo scorso luglio ho avuto il piacere d’incontrare diversi rappresentanti della Provincia di Trento in Quebec e sono rimasto molto colpito dai loro progetti d’innovazione e dal loro dinamismo. La visita di oggi al progetto Manifattura Domani è per me una conferma che il futuro del mercato del legno è nell’innovazione e nell’edilizia verde”.

Il Ministro Lebel considera questo progetto un esempio perfetto di sinergia fra innovazione, sviluppo durevole e sviluppo economico. “Il settore dell’edilizia è uno dei più importanti settori economici del Québec. E’ il volano per importanti industrie regionali quali la fabbricazione di prodotti in legno. Proprio la bio-edilizia costituisce un esempio lampante di come sia stato necessario adattarsi rapidamente alle nuove esigenze del mercato e alle nuove realtà economiche. E’ indubbiamente un mercato in crescita, tanto in Europa che in Nord America”.

Il Ministro Lebel ha poi partecipato ad una colazione con il Presidente della Provincia autonoma di Trento, Lorenzo Dellai e l’Ambasciatore del Canada in Italia James Fox. Il Ministro ha dichiarato che “il Presidente ed io abbiamo constatato che nei nostri rispettivi territori possiamo contare su realtà produttive e di ricerca di assoluto livello, con expertise e caratteristiche complementari le quali potrebbero essere sfruttate per collaborazioni future, soprattutto nella ricerca legata alla valorizzazione del legno in edilizia e di sviluppo di modelli costruttivi innovativi sul piano delle performance energetiche, antisismiche ed acustiche (scambio di ricercatori e studenti; progetti congiunti)”.

Sulla scia della decisione del governo canadese di sostenere l’industria forestale e le comunità colpite dalla ridotta crescita economica, il Ministro è in visita in Europa allo scopo altresì di esplorare le possibilità di sviluppo della collaborazione tra le imprese del Québec e quelle francesi e italiane nel settore legname.

giovedì 14 ottobre 2010

THE S. PELLEGRINO WORLD’S 100 BEST RESTAURANTS


Si è fatto recentemente un gran parlare in Canada di questa speciale classifica dei 50 (e fino al numero 100) migliori ristoranti del mondo, visto che era dal 2003 che nessuna cuisine canadese ne faceva più parte.

Per i più golosi e più curiosi, i 2 ristoranti canadesi (uno all’est e l’altro all’ovest!) sono:

60esima posizione
ROUGE
1240 8th Ave. S.E., Calgary, Alberta
001-403-531-2767 www.rougecalgary.com

77esima posizione
LANGDON HALL COUNTRY HOUSE HOTEL & SPA
1 Langdon Dr., Cambridge, Ontario

Da sapersi : Per menù, lista vini e curiosità, vedi siti - per avere un tavolo il sabato sera, meglio prenotare almeno 2 settimane prima – preventivare almeno 95 dollari cad, vini esclusi.
Non mi risulta esserci chef italiani – o allievi di - in questi ristoranti. Io sono canadese ma quando si tratta di cucina…
A proposito, va evidenziato che tra i primi 50 best ce ne sono 5 di italiani (6° OSTERIA FRANCESCANA Modena – 20° LE CALANDRE Sarmeola di Rubano – 35° COMBAL ZERO, Rivoli – 36° DAL PESCATORE Canneto sull’Oglio – 40° IL CANTO, Certosa di Maggiano, Siena) e nella seconda cinquantina altri 3 (71° IL CRACCO Milano - 87° ENOTECA PINCHIORRI Firenze – 97° LA PERGOLA Hotel Cavalieri, Roma).
Mi manca solo di andarli a degustare tutti! Tu li conosci?


Iniziativa del britannico Restaurant Magazine, la ricerca è co-sponsorizzata dalla San Pellegrino, Electrolux, Alliance Restaurant Insurance, Wines from Spain, Lavazza ed Estrella Damm.

sabato 9 ottobre 2010

CRANBERRY FESTIVAL





Che già nell’antichità i Nativi sapessero che il mirtillo rosso americano è un alimento salutare lo dimostra il fatto che lo hanno insegnatosubito ai coloni. La medicina moderna considera questa bacca rossa un utile ausilio alla cura delle infezioni urinarie acute.
Incontrò così tanto il gusto europeo da diventare un accompagnamento indispensabile al tacchino di Thanksgiving. Che ‘ringraziamento’ sarebbe divorare il tacchino gigante senza la cranberry sauce??? Le richieste di mercato sono enormi ed il mirtillo rosso americano viene coltivato in modo intensivo in molte località del Nordamerica. Una zona del Canada che impegna gran parte delle risorse lavorative locali a tale scopo è il British Columbia meridionale, compresa parte dell’isola di Vancouver, e giù fin quasi al confine. Ed è qui che si trova FORT LANGLEY dove proprio oggi, cominciando con una colazione a base di pancakes per tutti, si celebra il mirtillo rosso con musica dal vivo, gare di canoa nel Bedford Channel, divertimenti e squisiti assaggi per tutti!





http://www.fortlangley.com/


Sai come si raccolgono?
Curiosità: il frutto può essere raccolto ‘a secco’, con l’ausilio di macchinari che ‘pettinano’ gli arbusti oppure ‘ad acqua’, innondando le coltivazioni dove le bacche, aiutate da apposite macchine scuotitrici, galleggeranno per poi essere convogliate ai centri di raccolta, pulitura, lavorazione, etc




Nei seguenti siti di produttori locali trovi informazioni su tutte le fasi di coltivazione e raccolta, la trasformazione in succo, salsa, chutney, e tanti altri prodotti nonché molte ricette. Molto belle le foto ed i video:
http://www.bccranberries.com/
http://www.yellowpointcranberries.com/
www.oceanspray.com/ (cooperativa nordamericana di cui fanno parte oltre 8o produttori del British Columbia)

giovedì 7 ottobre 2010

COLUMBUS DAY- THANKSGIVING DAY


Il secondo lunedì di Ottobre gli Stati Uniti celebrano il Columbus Day per commemorare la scoperta del continente americano da parte di Cristoforo Colombo. Per gli italo americani, che lo hanno istituito per primi a New York nel lontano 1866, l’evento rappresenta soprattutto un motivo d’orgoglio nonostante i vari tentativi da parte di gruppi nativisti e revisionisti di cambiarne l’immagine.
I canadesi hanno deciso di starsene lontani dalle politica e dalle rivisitazioni storiche, e così nella stessa data festeggiano invece il loro giorno del Ringraziamento, simile a quello americano, ma più discreto e meno roboante, anche se il menù classico che prevale in tavola prevede sempre il sacrificio del tacchino, meglio ancora se selvatico e farcito.
Il Thanksgiving canadese non si rifà all’arrivo dei padri Pellegrini, ma piuttosto alla tradizione dei nativi di offrire un ringraziamento per il raccolto appena avvenuto e in preparazione al lungo inverno. Ovviamente le tesi al riguardo sono diverse quanti i granelli di sabbia del fiume San Lorenzo.
Per il momento pare che nessuno abbia contestato Amerigo Vespucci e che il nome America possa resistere per qualche tempo. Tuttavia, gli esperti canadesi in materia sono tranquilli. Il Canada fu scoperto infatti dai fratelli Cabot (meglio Caboto, direi) e ancor prima da Erik il Rosso. Sembra quindi che in caso di cambiamento, Canada possa durare nei secoli

mercoledì 6 ottobre 2010

RILEGGIAMO...TAKHINI HOT SPRINGS, YUKON


by Patrizia Mazza
Questa volta vorrei descrivere un luogo con delle sorgenti calde, ma non di quelle più conosciute (Ainsworth Hot Springs - Radium Hot Spring - Nakusp Hot Springs - Liard Hot Springs, North East BC ), ma di un piccolo centro che si trova poco lontano da Whitehorse (capitale dello Yukon). Sono le Takhini Hot Springs. Questo piccolo complesso termale d'estate è molto frequentato per cui non è proprio ideale andarci, ma a partire da metà settembre/fine ottobre è piacevolissimo (attenzione però perchè da settembre è aperto solo il fine settimana fino alle ore 22.00). Si tratta di un piccolo centro con solo due piscine (una caldissima, l'altra più temperata) con un'acqua molto ferrosa.
Vicino alle piscine c'è un campeggio con tutti i servizi ed è più piacevole soggiornarvi con un camper. Così alla sera si può andare in costume direttamente dal camper alle piscine e sentire l'aria pura e fredda sulla pelle, prima di immergersi nell'acqua calda.
Io ci sono stata all'inizio di ottobre e la temperatura esterna era già abbastanza bassa (3-4 gradi). Era piacevolissimo stare con il corpo a mollo mentre la testa assaporava la fresca aria del nord...La seconda sera è poi apparsa l'aurora boreale ed era magico...il cielo danzava e i colori erano qualcosa di meraviglioso, tutto questo ha preparato la giornata seguente e la serata dove a poco a poco sono iniziati a cadere i primi fiocchi di neve...il paesaggio aveva qualcosa di irreale sembrava di essere in un mondo misterioso, avvolti dal vapore e dai fiocchi di neve.
Pubblicato da Grizzly Bear 16.11.2007

TAKHINI HOT SPRINGS

NOTA DEGLI AUTORI:
Siamo orgogliosi del successo di questo nostro Blog nato il 19 febbraio 2007.Poiché non ci occupiamo esclusivamente di stretta attualità ma affrontiamo da oltre 3 anni soprattutto argomenti di storia e memoria, geografia, natura, e altre curiosità che servano a farvi conoscere meglio questo straordinario paese, ci rendiamo conto che i nostri nuovi lettori non hanno quindi il tempo materiale per rileggersi tutti i nostri interventi!
Il fatto poi che il nostro lavoro sia rimasto ‘spezzato’ in due per un misteriosi incidente tecnico nel dicembre 2007, ci vede sì con oltre 102 mila contatti per questo sito
www.turismoincanada.blogspot.com ma con meno contatti correnti per quello pre-10dic07 (www.turismoincanada3.blogspot.com) che contiene molti articoli davvero di piacevole lettura.
Pensiamo quindi di fare cosa gradita a molti amici del Canada, nuovi e vecchi, scegliendo di proporvi di tanto in tanto il testo integrale o il link ad un post tra quelli da noi ritenuti più interessanti o che ci dispiace particolarmente che qualcuno non abbia potuto leggere. Speriamo che anche i lettori più affezionati ri-leggeranno con piacere quanto da noi ri-proposto.
N.B. Suggerimento utile per chi cercasse informazioni su argomenti specifici:Verso il fondo della colonna qui a destra, usando il motore di ricerca GOOGLE, inserisci la/e parola/e chiave e assicurati di spostare la ricerca dal Web a www.turismoincanada.blogspot.com. Ricordati di farlo in ciascuno dei nostri 2 siti!

lunedì 4 ottobre 2010

CALDARROSTE A OTTAWA


Da Ottawa Luciano Pradal informa che sabato 2 e domenica 3 ottobre, 2010 ha preparato le caldarroste con la sua famosa pignatta di fronte a La Bottega del Byward Market. Le castagne provengono direttamente dall’Italia per mezzo del suo amico Joe Nicastro. Un po’ di castagne andranno a beneficio del ripieno del tacchino del Thanksgiving settimana prossima. Non abbiamo ancora dettagli sulla sua performance, ma siamo certi della curiosità suscitata nei passanti.
Una notizia quasi da ridere. Ma in Canada le castagne non ci sono, e così per averle bisogna faticare non poco. Inoltre non sempre si trovano quelle adatte allo scopo..

La pianta del castagno si trovava un tempo nel Nordest americano dal Maine all’Ontario e giù giù fino al Mississippi e i monti Appalachi. Poi è praticamente scomparsa a causa dell'attacco da parte di un fungo , Cryphonectria parasitica, che ha causato il cancro corticale. Il primo caso documentato di attacco fu quello di un esemplare dello zoo del Bronx a New York nel 1904 che in pochi decenni distrusse almeno tre miliardi di piante di castagni nordamericani, e la specie rischiò l’estinzione. Una catastrofe se si considera la densità degli alberi e la quantità di animali che si nutrivano dei loro frutti.
Da allora il castagno non è più riuscito a sopravvivere con forza. Negli ultimi decenni il Canadian Chestnut Council, l’ente che promuove la salvaguardia del castagno, ha confermato una maggior resistenza al ciclo del fungo nella specie coltivata in Ontario. Tuttavia, i tempi di una ripresa della situazione pregressa sono lontani.
E così Luciano continuerà importare castagne dall’Italia per la delizia dei buongustai di caldarroste di Ottawa.