Fino a qualche anno fa il Toronto International Film Festival (TIFF) era considerato una manifestazione provinciale di secondo livello. Negli ultimi anni è invece diventato un punto di riferimento per il mercato cinematografico. Pur condividendo molti film con i festival di Telluride, Colorado e Venezia, la sua vivacità lo ha ormai portato quasi ai livelli di Cannes.
Il festival incomincia subito dopo il Labour Day, la festa del lavoro canadese che cade il primo lunedì di settembre e dura 10 giorni. Ogni anno vengono proiettate dalle 300 alle 400 pellicole di genere e categorie estremamente diverse fra di loro. La rassegna ha luogo nella centralissima e trendy area di Yorkville tra Bay e Bloor Street, dove ci sono diversi hotel di lusso e molti cinema multisala ed è frequentata da decine di migliaia di persone.
Dal punto di vista economico il festival di Toronto è ormai secondo soltanto a Cannes che però sta ormai eguagliando anche dal punto di vista di presenza di star del settore.
Il festival del cinema di Toronto, snobbato agli inizi anche dagli italiani, ebbe inizio al Windsor Arms Hotel di Toronto nel 1976. Il direttore del Festival è Piers Handling.
Tra i film segnalati quest’anno”Black Swan”di Darren Aronofsky, “Essential Killing”,“127 Hours” di Danny Boyle e “La versione di Barney” di Richard J. Lewis oltre a “The Town” di Ben Affleck.
Il premio più importante del Festival di Toronto del 2010, quello decretato dal pubblico, il Cadillac People’s Choice Award, è andato a un film poco pubblicizzato all’inizio, “The kings’s Speech” diretto dal regista Tom Hooper e interpretato da Colin Firth e Helena Bonham Carter, che narra la vicenda di Giorgio VI d’Inghilterra, padre dell’attuale regina Elisabetta II, salito al trono in seguito all’abdicazione del fratello Edoardo VIII.
Il Cadillac People’s Choice Documentary Award è stato invece vinto dal documentario canadese “Force of Nature: The David Suzuki Movie” di Sturla Gunnarson.
Spero che l’infinito numero di film proiettati in tutti questi festival possa beneficiare anche il pubblico che non ha avuto la ventura di essere a Toronto per la rassegna. Troppo spesso dopo i baleni dei festival sia al cinema sia in televisione si rischia di essere spettatori di film di cassetta oppure di pellicole viste, riviste e magari lodiate per anni. Magari in futuro qualche multisala dedicherà una saletta a qualche film visibile adesso soltanto in alcuni tenaci cinema d’essai..
Nelle ultime edizioni sono state create due sezioni per rappresentare le pellicole canadesi: la Canada First (in cui vengono presentati dagli 8 ai 15 lungometraggi di registi nazionali), e Short Cuts Canada (che include dai 30 ai 40 cortometraggi canadesi). Sono così cinque le categorie dedicate alla cinematografia canadese, che si aggiungono alle altre undici, dedicate invece alla cinematografia mondiale. Tra queste ultime spiccano le sezioni: Special Presentations, Masters, Contemporary World Cinema, Visions, Discovery e Documentary.
Toronto, la città che va letteralmente pazza per il festival cinematografico, ospita in realtà diverse manifestazioni del genere lungo tutto l’arco dell’anno a partire da Cinèfranco, Silent Film Festival, Human Rights Watch Film fino a Sprocket, dedicato ai ragazzi. Da non trascurare infine il Toronto Jewish Festival ormai al suo 18° appuntamento, Hot Docs specializzato nei documentari, il Short Film Festival e ultimo ma non meno interessante, il Festival del Film Italiano che si svolge di solito ai primi di giugno.
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