sabato 31 marzo 2012

GLI ITALIANI A BORDO DEL TITANIC E I CIMITERI DI HALIFAX




Tra un paio di settimane ricorrerà il centenario del’affondamento del Titanic, avvenuto il 15 aprile 1912, tragedia che colpì anche Halifax, Nova Scotia da cui partirono le navi di soccorso e di recupero dei cadaveri. Halifax, città sfortunata che cinque anni dopo fu teatro della collisione tra le navi Mount Blanc e Imo che causò la morte di oltre 2.000 persone. Halifax è ora una città tornata alla normalità, che fa della sua storia anche un’attrazione turistica per segnalare la storia del mondo che ci accompagna sempre dappertutto.

Tra le tante commemorazioni quoto quindi la ricerca di Claudio Bossi che ricorda i passeggeri italiani del Titanic con relative biografie.

“Gli italiani a bordo del TITANIC, erano trentasette. Nel computo debbo registrare una sola presenza femminile (Argene Genovesi): tutti gli altri erano maschi. Di questi trentasette connazionali, solamente sette erano passeggeri veri e propri, mentre i rimanenti erano membri dell’equipaggio, e più esattamente erano al soldo di Luigi Gatti, il manager dei ristoranti a bordo del transatlantico.
Purtroppo non mi è stato acconsentito far ricerche negli archivi italiani ed a poco o nulla sono valse le mail, indirizzate a vari enti preposti, per aver ragguagli biografici dei nostri sfortunati connazionali. Le scarne notizie di cui può leggere in calce provengono perlopiù dagli archivi inglesi ed americani, quindi anche di difficile interpretazione: in qualche caso è stato possibile ricavarne solamente l'età anagrafica e nemmeno la provenienza! In qualche raro caso la fattiva collaborazione di qualche giornalista e o ricercatore locale, mi ha permesso di assemblare qualche informazione meno telegrafica.

Si prenda un esempio che può benissimo essere calzare a pennello per tutti i nostri sfortunati connazionali.

Giovanni Salussolia, 25 anni (e quella fu, più o meno, l'età media dei nostri "eroi"), fu una persona come tutti gli altri, quelle persone che vivevano in un piccolo paese di provincia. La sua vita però non doveva fermarsi lì, ma in mezzo all'Oceano Atlantico, dove, verso le ore due del mattino, del 15 aprile 1912, si fermò insieme a tante altre persone. Oggi di Giovanni, è rimasto solo una fotografia. Si imbarcò sulla nave inaffondabile, "unsinkable", così dissero quelli della White Star Line, i proprietari della nave. Su quella nave non vi furono solamente illustri personaggi, la nobiltà del tempo, ma anche molte persone in cerca di fortuna in America o come Giovanni Salussolia, che svolsero lavori di servizio sulla nave. Lui fu un "glassman", cioè ebbe a che fare con tutto ciò che comportò l'uso delle cristalliere. Il giorno 10 aprile 1912 quando si imbarcò, dovette essere il suo ultimo viaggio.

Non si hanno notizie certe sul ritrovamento del corpo o se sia stato possibile la sua identificazione.

Una cosa è certa però: quella di Giovanni, anche se non è catalogata come una storia "eroica", rimarrà sempre una storia di uno di noi, di una persona comune, di un giovane andato all'estero per cercar lavoro come tanti altri emigranti italiani, che come lui volevano soltanto guadagnarsi la "pagnotta".

Battista Antonio Allaria, 22 anni, nacque a Molini di Triora (provincia di Imperia), il 31 maggio 1889, figlio di Antonio e Anna Maria Caldani. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 9 Orchard Place di Southampton. La sua ultima nave fu l’Olympic. Allaria morì nel naufragio, il suo corpo fu poi recuperato dal Mackay Bennett (cadavere contrassegnato dal numero 221) e fu sepolto nel cimitero di Fairview, Halifax, Nova Scotia, in data 6 maggio 1912.

Ugo Banfi, 24 anni, nacque a Caravaggio (provincia di Bergamo), il 9 dicembre 1887, figlio di Giuseppe Antonio e Francesca Paltenghi. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 9 aprile 1912, diede indirizzo il 23 Aubert Finsbury Park, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Banfi morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato. Nel Cimitero di Caravaggio c'è una lapide in sua memoria. I genitori ricevettero una sovvenzione di 60 sterline per la perdita del loro caro.

Giovanni Basilico, 27 anni, nacque a Ceriano Laghetto (provincia di Monza Brianza), il 14 febbraio 1885, figlio di Cesare e di Giuseppa Natalina Campi. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 27 Old Compton Street, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Basilico morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato. I genitori ricevettero una sovvenzione di 25 sterline per la perdita del loro figlio.

Battista Bernardi, 22 anni, nacque a Roccabruna (provincia di Cuneo). Il suo indirizzo in Inghilterra fu al 113, High Street, Notting Hill Gate, Londra. Prima di essere assunto sul TITANIC, come assistente cameriere nel Ristorante A' la Carte, servì presso il Ritz Hotel di Londra. Bernardi morì nel naufragio, il suo corpo fu poi recuperato (cadavere contrassegnato dal numero 215) dal Mackay Bennett, e fu sepolto presso il Mount Olivet Cemetery, Halifax, Nova Scotia, l'8 maggio 1912.

Davide Beux, 26 anni, nacque a Gerbido, frazione del comune di San Germano Chisone (provincia di Torino). Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 5 Beauchamp Place, Brompton Road, S.W. Londra. Beux morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Pietro Giuseppe Bochet, 43 anni, nacque a Saint-Pierre (provincia di Aosta), il 29 settembre 1868, figlio del fu Giacomo e Maria Rosa Paillex.Il 9 settembre 1896 Pietro si sposò, a La Thuille, con Maria Eugenia Dorotea Martinet. Essi poi adottarono un bambino. Durante il suo soggiorno londinese fu l’animatore della colonia di emigrati valdostani a Londra ed a Southampton. Il TITANIC fu la sua prima nave: quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 4 Tonbridge House, Mercer Street, Long Acre, Londra. Bochet morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Giulio Casali, 32 anni, nacque a Milano, ma residente al 50, Greek Street, Soho, Londra. Sul TITANIC fu cameriere di sala del Ristorante A' la Carte. Casali morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.
Francesco Celotti, 24 anni, s'imbarcò sul TITANIC a Southampton come passeggero di terza classe. Non fu conosciuta la sua destinazione finale. Celotti morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Giovanni De Marsico, 20 anni, nacque a Milano, ma residente al 20, Church Street, Soho, Londra. Sul TITANIC fu assistente cameriere del Ristorante A' la Carte. De Marsico morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Sebastiano Del Carlo, 29 anni, nacque a Capannori, (provincia di Lucca), il 11 marzo 1883, figlio di Luigi e Clemente Pego. Sebastiano si sposò un paio di mesi prima di imbarcarsi sul TITANIC, il 20 febbraio 1912, con Argene Genovesi. I coniugi salirono a Cherbourg, come i passeggeri di seconda classe. Essi furono diretti in California. Del Carlo morì nel naufragio. Il suo corpo fu recuperato dal MacKay Bennett (cadavere contrassegnato dal numero 295).

Italo Francesco Donati, 17 anni, nacque a Casalmaggiore (provincia di Cremona), il 30 giugno 1894, figlio di Vincenzo e Selene Carotti. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 3 Whitfield Street, Tottenham Court Road, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Donati morì nel naufragio, il suo corpo fu recuperato dal Minia (cadavere contrassegnato dal numero 311) e sepolto nel cimitero Fairview, Halifax, Nova Scotia, il 10 maggio 1912.

Luigi Finoli nacque ad Atessa (provincia di Chieti), il 10 settembre 1877, figlio di Vincenzo e Carolina Carnevale. Sposato a Rosa Ciccone, Finoli, che ormai fu trapiantato in pianta stabile in America, venne in Italia a far visita a parenti e stette ritornando negli States dalla famiglia. Salì sul TITANIC a Southampton come passeggero di terza classe. Egli si salvò a bordo della scialuppa di salvataggio numero 15.

Giuseppe Fioravanti , 23 anni, nacque a Burolo (provincia di Torino), il 14 dicembre 1888, figlio di Domenico e Angela Glauda Bertoldo. Quando firmò il contratto per lavorare (addetto al retrocucina) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 52 St. James Street, Little Poulteney, Southampton. Il TITANIC fu la sua prima nave. Fioravanti morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Gaspare Antonio Pietro Gatti, su di lui vedi il capitolo "Il gestore dei ristoranti ed i cuochi".

Argene Genovesi, 24 anni, nacque il 6 novembre 1887 a Montecarlo (provincia di Lucca). Fu la figlia di Augusto. Salì a bordo del TITANIC, come passeggera di seconda classe, insieme a suo marito Sebastiano Del Carlo a Cherbourg. Il marito morì nel naufragio, ma Argene fu salvata dalla Carpathia, recuperata dalla scialuppa di salvataggio numero 11. Argene era incinta al momento del naufragio (vedi capitolo "Passeggeri in "incognito""): sua figlia Maria Salvata (vedi il capitolo "L'ultima superstite italiana del TITANIC") nacque il 14 novembre 1912. Dopo la tragedia Argene Genovesi tornò ben presto in Italia a bordo del Cretic il 18 maggio successivo. Morì l'8 ottobre 1970.

Vincenzo Pio Gilardino, 31 anni, nacque a Canelli (provincia di Asti), il 27 gennaio 1881, figlio di Umberto e Giovanna Muratore. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 15 Bellevue Road, Southampton. Gilardino morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Serafino Emilio Mangiavacchi, nativo di Firenze, salì a bordo del TITANIC a Cherbourg come passeggero di seconda classe, per raggiungere la sua destinazione New York. Mangiavacchi morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Alfonso Meo Martino, 48 anni, originario di Potenza, costruttore di strumenti musicali. Già da tempo residente in Bournemouth, Dorset, Inghilterra, dove ebbe moglie e figli, salì a bordo del TITANIC a Southampton come passeggero di terza classe: era diretto a New York per consegnare un violino. Meo ha perso la vita nel disastro. Il suo corpo fu recuperato dal Mackay Bennett (cadavere contrassegnato dal numero 201). Meo fu sepolto nel cimitero Fairview di Halifax, Nova Scotia, il 10 maggio 1912.

Francesco Luigi Arcangelo Nannini, 42 anni, nacque il 3 febbraio 1870 a Marradi (provincia di Firenze), figlio di Antonio e Giuseppina Albonetti. Francesco si era sposato il 26 agosto 1893 con Emilia Bargellini. Quando firmò il contratto per lavorare (capo cameriere) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 33 Aubert Parco, Finsbury N., Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Nannini morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Partito poco più che giovincello da Schignano, bel paese montano immerso nel verde con vedute mozzafiato sul lago di Como, Giuseppe Peduzzi si stabilì a Londra in cerca di lavoro. L'aveva trovato come cameriere. Sul TITANIC, Giuseppe trovò la morte insieme ad altri 1.518 passeggeri. Oggi il giovane schignanese, che nacque il 18 dicembre 1887, è ricordato nel piccolo cimitero del comune con una lapide (qui nella fotografia di destra) che riporta la scritta "Fratello Giuseppe sul mare ove improvvisa catastrofe del "TITANIC" si sommerse il 15 aprile 1912".
Peccato che dalla lapide, molti anni fa, sia stata strappata la foto. Non esistono foto del ragazzo che ventiquattrenne, passeggero di terza classe, decise di sfidare il sogno americano. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Alberto Peracchio, 20 anni, nacque il 7 aprile 1892 a Fubine (provincia di Alessandria), figlio di Carlo e Luigia Accornero. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere del Ristorante A' la Carte) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 4 Richmond Buildings, Dean Street, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Alberto Peracchio morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Sebastiano Peracchio, 18 anni, nacque il 10 maggio 1894 a Fubine (provincia di Alessandria), figlio di Carlo e Luigia Accornero e fratello di Alberto. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere del Ristorante A' la Carte) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 4 Richmond Buildings, Dean Street, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Sebastiano Peracchio morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato. Nelle primi edizioni del Corriere della Sera immediatamente successive alla tragedia del TITANIC, fu riferito che i fratelli Peracchio si erano salvati!

Alfonso Perotti, 20 anni, nacque a Borgomanero (provincia di Novara), il 15 agosto 1891, figlio di Giuseppe e Emilia Del Piombo. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 2 Denmark Place, Charing Cross Road, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Perotti morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Emilio Santo Attanasio Poggi, 28 anni, nacque a Calice Ligure, (provincia di Savona), il 10 dicembre 1883, da Giuseppe e da Angela Sambarino. Ragazzo molto in gamba, conosceva tre lingue, lasciò il paese natio con l'idea fissa di lavorare (cameriere) sul TITANIC; quando firmò il contratto, diede indirizzo Bowling Green House, Orchard Place, Southampton. Poggi morì nel naufragio; il suo corpo fu poi recuperato dal Mackay Bennett (cadavere contrassegnato dal numero 301), e fu sepolto nel cimitero di Fairview di Halifax, Nova Scotia, l'8 maggio 1912. Di lui Italo Poggi, nipote dello scomparso, conserva gelosamente la missiva con cui la White Star Line comunicava della sciagura ed un busta contenente il cavatappi appartenente ad Emilio ed in dotazione ai camerieri del TITANIC.

Emilio Ilario Giuseppe Portaluppi nacque il 15 ottobre 1881 ad Arcisate, oggi provincia di Varese, all'epoca faceva provincia di Como. Figlio di Carlo e Giuseppa Peratti. Portaluppi si sposò nel 1903 con la concittadina Caterina Pelegatta, dalla quale ebbe una figlia Ines, si separò poi dalla moglie nel 1910. Nella primavera del 1912 decise di ritornare in America, dove già viveva ed acquistò un biglietto di seconda classe sul TITANIC. Si imbarcò a Cherbourg. Passeggero di seconda classe, Portaluppi asserì di essere caduto accidentalmente in mare e di avere nuotato per almeno due ore prima di essere ripescato da una scialuppa. Portaluppi venne salvato dalla Carpathia. La lista passeggeri compilata nei dettagli ne declinò le generalità: sposato, scultore di Arusati (Arcisate), diretto a Milford, New Hampshire. Emilio Portaluppi, uno dei quattro miracolati del TITANIC, tratti in salvo dalle acque gelide dell’Oceano Atlantico, morì ultranovantenne il 18 giugno 1974.

Enrico Rinaldo Ratti, 21 anni, nacque a Cassano d'Adda (provincia di Milano), il 30 novembre 1890, figlio di Anselmo e Francesca Valagussa. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 5 Lumber Court, St. Martins Lane, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Ratti morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Rinaldo Renato Ricaldone, 21 anni, nacque il 20 settembre 1889 ad Alessandria, figlio di Giovanni Battista e Giuseppina Grappiola.Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 50 Greek Street, Soho, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Ricaldone morì nel naufragio, il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.
Angelo Mario Rotta, 23 anni, nacque a Novara, il 1° maggio 1888. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 10 West Street, St. Martin's Lane, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Rotta morì nel naufragio, il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Giovanni Giuseppe Emilio Saccaggi, 24 anni, nacque a Cannobio (Verbania), l’8 settembre 1887, figlio di Luigi e Maria Gabbani. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 20 Ponsonby Place, Westminster, Londra. La sua nave precedente fu l’Olympic. Saccaggi morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Giovanni Salussolia, 25 anni, nacque ad Alice Castello (provincia di Vercelli), il 9 giugno 1886, figlio di Antonio e Teresa Ellena. Quando firmò il contratto per lavorare (addetto ai bicchieri) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 7 Coldbath Square, Torrington Road, Londra. La sua nave precedente fu l’Olympic. Salussolia morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Candido Scavino, 42 anni, nacque a Guarene (provincia di Cuneo), il 30 aprile 1869, il figlio di Giovanni e Anna Frejlino.Quando firmò il contratto per lavorare (macellaio) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 19 Stonebridge, 231 Hampstead Road, Londra. La sua nave precedente fu l’Olympic. Scavino morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.
Giacomo Sesia, 24 anni. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 3 Little Pulteney Chambers, Poulteney St., Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Sesia morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Ercole Testoni, 23 anni, nacque a Bagni di Lucca (provincia di Lucca), il 14 ottobre 1888, figlio di Pietro e Maria Stefanelli. Quando firmò il contratto per lavorare (assistente addetto ai bicchieri) a bordo del TITANIC il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 32 St. James Buildings, Little Poultenay Street, W.C. Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Testoni morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Roberto Urbini,
22 anni. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, diede indirizzo il 16 Manette Street, Charing Cross, Londra. Urbini morì nel naufragio, il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato: suo padre ricevette un assegno di sostegno di 60 sterline dal TITANIC Relief Fund.

Ettore Luigi Valvassori, 35 anni, nacque il 1° agosto 1876 a Montodine (provincia di Cremona). Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 7 Great Russell Street, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Valvassori morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Roberto Vioni, 18 anni, nacque a Roma. Quando firmò il contratto per lavorare (cameriere) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo l’8 Lynton Mansions, Kennington Road, Londra. Il TITANIC fu la sua prima nave. Vioni morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.

Luigi Zarracchi, 26 anni. Quando firmò il contratto per lavorare (somelier/addetto al vino) a bordo del TITANIC, il 6 aprile 1912, diede indirizzo il 9 Orchard Place, Southampton. La sua precedente nave fu l’Olympic. Zarracchi morì nel naufragio. Il suo corpo, se recuperato, non fu mai identificato.”

Per gentile concessione del ricercatore Claudio Bossi che ha raccolto la sua storia del Titanic nel sito www.titanicdiclaudiobossi.com

Le fotografie del Fairview Lawn Cemetery di Halifax con il cippo funerario di Italo Donati di Casalmaggiore, Cremona sono state scattate nel 1995 da Ernesto R Milani e Marella Spinella, un paio d’anni prima del lancio del film “Titanic.” Altre vittime furono sepolte al Mount Olivet Catholic Cemetery e al Baron de Hirsch Jewish Cemetery sempre di Halifax.

venerdì 30 marzo 2012

LE PATATINE MCCAIN








Qualche tempo fa mi ero lamentato della poca visibilità delle patatine McCain nei supermercati, e ben presto diversi assidui ed attenti lettori del blog mi hanno smentito, indicandomi i supermercati dove avrei potuto facilmente trovare le patatine.

Mi sono così armato di macchina fotografica e di maggior attenzione, e il risultato è adesso molto evidente. Visto che c’ero, ho anche aggiunto le confezioni di purea di patate della McCain e altri prodotti canadesi in cui mi sono imbattuto girando lungo gli scaffali ovvero la farina Manitoba e il salmone in scatola.

Fotografie scattate grazie alla gentilezza del direttore della filiale del supermercato, che ha trovato la cosa interessante e insolita, e che sicuramente ci seguirà in futuro.

Per tutto quanto riguarda McCain : www.mccain.it

giovedì 29 marzo 2012

CHÂTEAU LAURIER, Ottawa





Compie cent’anni il prossimo giugno ma tanto vale saperlo subito, soprattutto se stai programmando un viaggio in Canada che non potrà escludere una tappa nella Capitale Federale del Canada, CAPCITY, la città di Ottawa.
Il festeggiato è il lussuoso Fairmont Hotel CHÂTEAU LAURIER, al numero 1 di Rideau Street – Confederation Square designato sito storico nel 1980.

Ben 100 anni stanno per scoccare dall’inaugurazione ufficiale, il 1° giugno 1812, dello splendido castello la cui costruzione era iniziata, sulla riva del fiume Ottawa a fianco delle chiuse del Rideau Canal in una posizione davvero spettacolare, dalla società ferroviaria Grand Trunk Pacific Railway Company (GTPR) nel 1908. Il primo dei numerosi alberghi-castello, in french-style rivisitato, costruiti dalla GTPR a fianco delle rispettive stazioni ferroviarie nelle località toccate dai binari che attraversano l’immenso territorio canadese, da Québec a Victoria: i costi di costruzione del Chateau Laurier ammontarono a 2 milioni di dollari e per soggiornarvi il facoltoso turista di quei tempi pagava 2 dollari a notte!
Come tutti gli altri hotel costruiti dalla GTPR, il Chateau Laurier ha rappresentato una tappa storica determinante nello sviluppo dell’unità del paese e della Capitale stessa. Va inoltre ricordato che il particolare stile architettonico realizzato (combinando un rinascimentale francese col neo-gotico dei Palazzi Governativi) ed i colori della pietra utilizzata (blocchi di granito, Indiana limestone - calcare pallido dell’Indiana, marmo bianco italiano) con quei ripidi tetti interamente in rame, dettarono l’archetipo sia della stazione ferroviaria che degli imponenti palazzi giudiziari di Ottawa e divenne un modello architettonico nazionale da seguire per ogni costruzione importante sia di Ottawa che di altre città del Canada.
Il leggendario albergo ha ospitato e continua ad ospitare personalità politiche, teste coronate e celebrità da ogni angolo della terra, un mondo di eleganza e grandeur senza eguali.

Gli eventi in programmazione per festeggiare degnamente un fastoso secolo di attività sono già molti:
- la ricerca e raccolta di memorabilia, da vecchi menù e stoviglie, argenteria, mobili d’epoca, fotografie, fiammiferi, spille, etc. Sarà inoltre graditissimo il contributo di ex-dipendenti e ospiti che sapranno raccontare episodi interessanti avvenuti nell’albergo durante la loro permanenza. Tutto il materiale raccolto sarà messo in esposizione e condiviso sul web.
- Fin dal prossimo 1° aprile sarà possibile fare un viaggio a ritroso nel tempo, pranzando con un menù che ricalcherà l’ultimo pasto di prima classe consumato sul Titanic, e poi via via menù ispirati agli anni 1912-1930, 1940-1960 e 1970-1990.
- Il 2 e 3 giugno sarà possibile visitare il castello con speciali tour con guide d’eccezione in costumi d’epoca.
- Centennial Tea: è da sempre tradizione dell’albergo proporre un ricco tè pomeridiano. Per tutto il 2012 partire dal 26 aprile sarà ancora più sontuoso, il Tè del Centenario con un menù ripreso direttamente dai primi anni di vita del Zoe’s Lounge.
- Pacchetti speciali, Centennial Packages, per un soggiorno da sogno in occasioni speciali!
…e altri ancora.




Un video che la dice lunga…
http://fairmont.clipps.tv/clh.html
e con i tour virtuali puoi entrare nella lobby, nelle oltre 400 stanze e suite, nei ristoranti, bar e sala da tè, nella palestra e nella piscina…
http://www.fairmont.com/laurier/Photos/propertyvrx.htm

mercoledì 28 marzo 2012

CANADA INSOLITO



Il Canada è raramente sulle prime pagine dei giornali italiani. Secondo alcuni è un male, secondo altri è un bene così il Paese resta un po’ isolato e meno soggetto al deterioramento del troppo in tutte le sue accezioni.

In questi giorni il Canada è balzato agli occhi di tutti per il sensazionalismo di alcune notizie. No, non per le prossime elezioni in Alberta che potrebbero cambiare la politica energetica nazionale, e nemmeno per i colloqui tra Giappone e Canada per un futuro libero scambio commerciale. Neanche per l’hockey su ghiaccio che interessa soltanto pochi fans italiani nonostante i Vancouver Canucks siano in piena zona play-off come lo scorso anno e pronti a vendicarsi di Boston.

L’11 marzo 2011 un peschereccio ormeggiato a Hachinohe fu spazzato via dalla furia dello tsunami che investì il Giappone facendo 19.000 vittime. Il 24 marzo 2012 la medesima imbarcazione è stata avvistata al largo delle costa occidentale della British Columbia a circa 180 chilometri dalle Queen Charlotte Islands, le isole mitiche della cultura Haida. Del relitto si discuterà ancora molto perché pone dei seri problemi alla navigazione, adesso che si sa che esiste, è si tenterà di recuperarlo. E così anche di Canada.

Certo che lo tsunami ne ha fatti di danni e chissà quanti altro ciarpame circola nell’Oceano Pacifico.

E dopo il peschereccio è apparsa la clamorosa notizia che i giudici del concorso di bellezza di Miss Canada di Vancouver hanno squalificato la concorrente Jenna Talackova, rea di essere transessuale, anche se aveva evidentemente tutti i requisiti per ben figurare, visto che era entrata nelle selezioni avanzate per le finali di maggio a Toronto.

Un Canada da Cuento Chino. Ma davvero! A giudicare dalla somiglianza della vacca con le Holstein-Friesian canadesi si direbbe di sì.

martedì 27 marzo 2012

JAMES CAMERON NEGLI ABISSI





E’ riemerso alle 5.15, ora locale, ieri 26 marzo dagli abissi della Fossa delle Marianne, il 57enne regista-esploratore canadese James Cameron. Creatore di Avatar, The Abyss e Titanic, Cameron aveva in mente da anni questo incredibile viaggio (durato 3 ore anziché le 6 programmate – non si conoscono ancora le ragioni del rientro anticipato) nella massima profondità marina mai raggiunta da essere umano, quasi 11 chilometri! Prima di lui, nel 1960, avevano toccato il fondo a bordo del Trieste, il Tenente di Vascello USA Donald Walsh (oggi ottantenne che ha partecipato alla spedizione di Cameron) e lo scienziato svizzero Jacques Piccard che però rimasero sott’acqua non più di 20 minuti, non potendo fra l'altro scattare immagini in quanto la visibilità era ridotta per lo spostamento dei sedimenti del fondo.
Il mezzo utilizzato, un sottomarino – il Deepsea Challenger - alla cui ideazione e costruzione (in Australia) Cameron stesso ha collaborato per gli ultimi 7 anni, è lungo circa 7,3 metri ma l’abitacolo interno disponibile per il passeggero, una sfera, non supera i 109 centimetri! Spesse pareti di acciaio e innovativi materiali infatti permettono al sottomarino di resistere alle fortissimi pressioni. Il Deepsea Challenger è dotato di una torre di 2,5 metri attrezzata di luci a led per illuminare il fondo marino e registrare immagini a 3-D nonché un braccio meccanico per raccogliere campioni per i ricercatori di biologia marina, microbiologia, astrobiologia, geologia marina e geofisica.
Gli importanti risultati dell’immersione di Cameron sono ancora tutti da svelare. Vi terremo informati!

lunedì 26 marzo 2012

FELICE PRIMAVERA

E' arrivata la primavera, e mi piace poter pensare che queste incantevoli creature dei boschi canadesi siano sopravissute al rigido inverno... anche grazie alle amorevoli cure dell'amico Renato di Ottawa!





Thanks Renato!

sabato 24 marzo 2012

CINQUE FRANCOBOLLI PER COMMEMORARE IL NAUFRAGIO DEL TITANIC





Le Poste canadesi emetteranno cinque francobolli per commemorare la tragedia del Titanic del 15 aprile 1912 che scosse la vita quotidiana e i cuori dei canadesi sia per la perdita di vite umane sia per la vicinanza alla madrepatria.

I francobolli sono stati ideati da due grafici di Halifax, Oliver Hill e Dennis Page, e rappresentano sia il coinvolgimento del Canada nelle operazioni di soccorso dei passeggeri del naufragio sia alcune parti della nave medesima.

La serie di francobolli sarà emessa ufficialmente il 5 aprile 2012 e consiste di quattro pezzi da 61 centesimi di dollaro con la prua e la poppa del Titanic che ne mettono in risalto la stazza e un quinto francobollo per le spedizioni internazionali da 1.80 dollari con l’immagine a colori del Titanic che naviga in acque calme con una mappa della rotta seguita.

Oltre 1.500 dei 2.223 passeggeri a bordo del Titanic morirono quando la nave urtò un iceberg e si inabissò al largo delle costa di Newfoundland (Terranova) durante il viaggio inaugurale da Southampton a New York. Il 15 aprile 1912.
Quattro navi salparono da Halifax per la missione di soccorso e riportarono almeno 150 cadaveri che sono sepolti in tre diversi cimiteri di Halifax, Nova Scotia. (Nuova Scozia).

Al Maritime Museum of the Atlantic di Halifax sono pure conservati frammenti e oggetti provenienti dal Titanic ed effetti personali dei passeggeri.

In Canada la commozione per il Titanic e ancora viva e palpabile, soprattutto quando si visita la città di Halifax, i suoi cimiteri, e si va poi al mare, non quello dolce e colorato dei Caraibi, ma quello spesso nero, increspato e magari con le nubi minacciose sopra, in mezzo al vento gelido che riporta il pensiero a quella drammatica notte di aprile del 1912, ancora carica di misteri.

venerdì 23 marzo 2012

THE BLOG AND ITS DEFENCE

The Blog has received this message from Mr Roger Nincheri who expressed some differences with the Post published on March 10, 2012 and entirely quoted from the article written by Haj Huddart and published on the McGill Daily.

The article that you have taken from the McGIll Daily has errors in it. The Madonna della Difesa parish was established by the archbishop Paul Bruchesi on the 14th of October 1910 and on the 21 October he declared the establishment and construction of the parish and was subsequently published the information in the Gazette Officielle on 3rd December. The Church Madonna Della Difesa was then built in 1918-19 based on the design by Guido Nincheri. (Guglielmo Vangelisti OSM - Gli Italiani in Canada - p.183, 209, 222 and following)
Secondly I take umbrage to the insinuation by the author that grandfather Guido Nincheri was a fascist. Grandfather throughout his life was apolitical and regarding the fresco affair, George Nincheri his son, recalls the confrontation between his father and the wardens that took place at his residence on Pie Ix Blvd in Montreal. Guido reminded them that they had no right to tear the contract and secondly emphasized the fact that such an addition was not for a church but for an embassy or a meeting hall. Nevertheless he had to acquiesce to their desires and the "Mussolini grouping" was superimposed upon the already completed fresco. (You can see the addition with close up photography)
It is unfortunate that we have to sensationalize Nincheri's art with this fact rather than understanding the uniqueness of his art in terms of his presentations and deep knowledge of christian symbolism, philosophy and history.
I would like you to read the analysis of the windows of Saint Pierre de Shawinigan in Quebec that was published published in Stained Glass Quarterly. It will give you an idea of the complexity in interpreting grandfather's art.
He was quite unique from his contemporaries as he had such a range of artistic abilities which were only embodied in such luminaries as Michelangelo, Botticelli, Raphael and other greats of the Renaissance that are read in Giorgio Vasari' lives of the artists. Note: In Vasari's biography of Filippo Brunelleschi, p. 133 of the Penguin Edition, there is a description of Brunelleschi that echoes the 20th century counterpart Guido Nincheri
Roger Nincheri


To the attention of Mr Roger Nincheri :

The blog where I write about Canada and tourism in general is designed to familiarize Italian readers with Canada and its peculiarities.

The choice to post the article written by Haj Huddart and published by the McGill Daily was dictated by the fact that it highly enhances the figure and the works of Guido Nincheri, who is totally unknown to the general public in Italy. Having visited the church and other places where his paintings are located, I thought that any tourist going to Montreal should spend some time watching his interesting pieces of art made by an Italian artist.

I never thought that Mussolini is still capable of unnerving anybody, and professor Filippo Salvatore of Concordia University has clearly detailed the fate and hardships of Italians in Canada and their relationship with Mussolini, a feeling similar to that of many Italians in the world. Please, peruse 1933 Italo Balbo's transatlantic crossing on this particular subject.

I don't see any negative remarks about Guido Nincheri and it's unfortunate that his painting of Mussolini is so popular to cloud his overall works. But this is what catches the attention, I suppose. So, the problem is not Mussolini but the fact that the Canadian art world has not been able to highlight Nincheri's art beyond that threshold.

So, please refrain from any comments about my choosing to post the article because it's completely unfair towards us. Your harsh remarks should have been directed at journalist Haj Huddart and/or Filippo Salvatore. All their writings and sayings were generated in Canada, not in Italy, and therefore I think that a better evaluation and analysis of Guido Nincheri’s achievements should be made in Canada first.

Ernesto R Milani













giovedì 22 marzo 2012

HOLLAND LANDING, ONTARIO : IL MUSEO PERSONALE DI GUY VALENTINI




A Holland Landing, villaggio della cittadina di East Gwillimbury in Ontario, il genio naif italiano la lasciato una traccia indelebile attraverso il rispetto della memoria e del tempo di un immigrato calabrese di Laurignano, Cosenza :Gaetano “Guy” Valentini.

Alcuni emigrati italiani nel mondo, forti di un senso artistico naif, o semplicemente desiderosi di lasciare un’impronta, hanno costruito villaggi come Campanopolis vicino Buenos Aires (Antonio Campana) o torri svettanti come le Watts Towers di Los Angeles (Simon Rodia) con materiale di recupero. Non stupisce, quindi, che pure in Canada, e immagino anche altrove, esista un luogo dove un emigrato di Laurignano, Guy Valentini custodisce gelosamente un suo museo personale composto da uno storico negozio di barbiere, una cappella religiosa, un improbabile monumento a un gallo di famiglia, ed altri oggetti familiari.

Guy (Gaetano) Valentini è la sua eccentricità sono diventatati l’attrattiva di Holland Landing, un villaggio dell’anonima cittadina di East Gwillimbury, 10.000 abitanti a nord di Toronto, a pochi chilometri da Newmarket. Valentini è originario di Laurignano, una frazione di Dipignano, cittadina a una decina di chilometri da Cosenza dove si onora la Madonna della Catena e dove è pure presente una minoranza di fede Valdese.

La cappella dedicata alla Madonna della Catena (Country Chain Chapel) è una chiesa sempre in costruzione perché Guy Valentini aggiunge sempre qualche pezzo in occasione di manifestazioni particolari. La visita canadese di Giovanni Paolo II gli ha fornito l’ispirazione per una corona , mentre in occasione della morte del parlamentare canadese di origini milanesi, Carletto Caccia della sua circoscrizione di Davenport gli dedicato la posa di un albero e la collocazione di un grosso masso dell’area dove abitava prima di stabilirsi oltre 35 anni fa a Holland Landing.

Il sito è costellato di cartelli vari, ma quello più significativo recita così “Questa è la dimora del mistero della vita,della forza della speranza, della fede e dell’amore.” Un chiaro riferimento alla lotta contro il male che Guy ha combattuto in tempi recenti.

La festa della Madonna della Catena si celebra ogni anno da oltre 35 anni il 15 agosto con una messa e una processione all’aperto con il trasporto della statua della Madonna, copia fedele di quella originale onorata a Laurignano.
Altri visitatori si soffermano sul negozio di barbiere e le sue vecchie attrezzature oppure su tutto quanto Valentini ha conservato nel corso degli anni, e cha fa bella mostra in tutta la sua proprietà.

Naturalmente il monumento al gallo “Come On” suscita molta meraviglia. Dedicato all'amato gallo di famiglia, la sua effigie si staglia per almeno 5 metri in questo avamposto canadese disperso nel niente, per dare lustro alla fantasia italica.

mercoledì 21 marzo 2012

UN'ALTRA VITA IN CANADA



Valentina Carretta Monaco ed il marito Enrico vivono in Canada, dove ai primi del 2012 è nata la loro pri mogenita.Non tornerebbero indietro per nulla perché pensano di avere trovato una sistemazione consona alle loro aspettative.

Valentina Carretta e il marito Enrico si sono stabiliti definitivamente in Canada. Il loro percorso non è stato facilissimo e la questione legata al visto e alla residenza si è protratta a lungo, ma non si sono demoralizzati ed oggi sostengono di non voler tornare indietro perché le opportunità in Canada per la figlia sono troppo allettanti.

Cosa facevate in Italia?
In Italia Enrico lavorava per una azienda metallurgica e Valentina come operatore socio sanitario pagata co.co e senza prospettive migliori.

Come si è presentata l’opportunità di andare in Canada?
La nostra storia inizia nel 2003 quando Enrico lavorava in Italia assieme a un collega nato in Canada ma che aveva sempre vissuto in Italia. La cosa ci ha incuriosito e ci siamo documentati come cambiare la nostra vita. Nel 2006 ci siamo sposati, siamo venuti in viaggio di nozze e i dubbi sono svaniti. Il posto meraviglioso, gente gentile, ospitale e possibilità di un futuro.
Certo la richiesta per l’immigrazione è stata lunga e faticosa. Una attesa di 36 mesi per la residenza ma non ci siamo scoraggiati. Abbiamo ottenuto permessi di lavoro rinnovabili finché nel 2009 è arrivata la residenza.

Cosa fate adesso?
Ora Enrico lavora in una azienda metallurgica e io lavoro per una struttura per anziani autosufficienti a 5 stelle con tutti i contratti in regola. Ora io o ora sono in maternità per 1 anno, pagata dal governo.
La nostra vita non è cambiata molto ma ci siamo potuti comprare una casa senza problemi.
Abbiamo avuto una bellissima bambina che è ufficialmente cittadina canadese.

Aspetti negativi del Canada?
Aspetti negativi non ne abbiamo trovati molti. Forse il fatto che essendoci tante nazionalità di immigrati ognuno ha la propria comunità relativamente separata.

Non passeggerai mai stile mercatino e incontrerai la vicina di casa, fai la spesa piuttosto in grandi centri commerciali un po’ dispersivi ma quando si sta bene non ci fai caso!!!

Pensate di rimanere in Canada?
Non torneremo indietro per nulla al mondo. Per lei qui ci sarà un grande futuro.

Fonte : Italiansinfuga

martedì 20 marzo 2012

AIR TRANSAT E LA GUIDA VERDE DEL CANADA






Tiziana Della Serra, Sales & Marketing Director di Air Transat Italy, Slovenia e Croazia e l’Ambasciata del Canada di Roma, in collaborazione con il Touring Club, lanceranno la nuova Guida Verde Canada 2012, il giorno 27 marzo 2012, presso l'Ambasciata del Canada a Roma alle ore 11.30

Sarà presente anche l'autore Pietro Tarallo. Cocktail a seguire.

Per informazioni : airtransat.press@rephouse.it 06 59606512

domenica 18 marzo 2012

MYRNAM, ALBERTA






Myrnam, è un agglomerato rurale situato a circa 120 chilometri a est di Edmonton, la capitale della provincia dell’Alberta. Ci sono passato per caso qualche anno fa, e confesso di essermi fermato soltanto per trovare qualcosa da mangiare. Poi, in mezzo alla distesa della prateria, mi sono chiesto che cosa avesse portato fin là gli ucraini, visto che sia a Myrnam sia in tanti paesi vicini più che i campanili aguzzi svettavano cupole a cipolla.

Una main street lungo una strada diritta e ondulata con l’orizzonte lontano nella vastità continua.

Il ricordo di Myrnam è ritornato qualche tempo fa quando ho conosciuto Matteo, che ha insegnato lingua e cultura italiana a Leopoli e conosce lingua e cultura ucraina.
Myrnam significa “la pace sia con noi” e considerato che il numero degli abitanti supera di poco le trecento unità, di pace ne hanno trovata tanta. Economia agricola mista basata su coltivazione di cereali e allevamento di animali. Vita semplice.
I primi ucraini arrivarono nel 1908. Nel 1927 la Canadian Pacific Railway aggiunse un tronco ferroviario con un casello e la incorporò nel 1930.

Poco a sud di Myrnam scorre il fiume Saskatchewan, adesso meta di un turismo sia estivo sia invernale. Myrnam è anche luogo di ritrovo di molti birdwatchers visto che si trova sulla rotta migratoria di oche canadesi, oche delle nevi e gru.
Il sindaco di Myrnam si chiama Bob Sosnowksi.

Ho appena scoperto che Myrnam è famosa per gli idranti colorati, ma allora la curiosità era verso i silos e le chiese cattoliche ucraine.

Tempo di ieri, lassù al nord dove arriva anche la primavera e il simbolo del villaggio è una colomba.

sabato 17 marzo 2012

GIORNATE ROMANE DELLA FRANCOFONIA


In occasione della Giornata internazionale della Francofonia del 20 marzo, il Gruppo dei Capi delle Missioni francofone a Roma organizza le Giornate romane della Francofonia 2012.

Le Giornate, che si svolgeranno dal 16 al 23 marzo, nascono per sensibilizzare il pubblico italiano e francofono alla diversità e alla ricchezza culturale dei paesi di lingua francese e sono organizzate al fine dare corpo ag In occasione della Giornata internazionale della Francofonia del 20 marzo, il Gruppo dei Capi delle Missioni francofone a Roma organizza le Giornate romane della Francofonia 2012.

Le Giornate, che si svolgeranno dal 16 al 23 marzo, nascono per sensibilizzare il pubblico italiano e francofono alla diversità e alla ricchezza culturale dei paesi di lingua francese e sono organizzate al fine dare corpo agli obiettivi dell’Organizzazione Internazionale della Francofonia (OIF).


Tavola Rotonda il 21 marzo 2012 all’Accademia Belgica, Via Omero 8, Roma sul tema “Le langage des jeunes francophones, c koi?

Interverranno

• Michel Audet, Commissario Generale, Forum mondiale della lingua francese 2012, Québec

Introduction

• Walter Geerts, Direttore dell’Academia Belgica

Modérateur

• Robert Berrouët-Oriol, linguista haitiano-canadese

Le bilinguisme créole-français et l'aménagement des deux langues officielles pour les jeunes d'Haïti

• Sylvie-Anne Ménard alias Zviane, blogger e professoressa di teoria musicale, Québec

L’utilisation de plusieurs langues françaises sur le web et dans les BD

• Pascal Singy, Università di Losanna

Le parler jeune de Suisse romande


La tavola rotonda si terrà interamente in lingua francese e sarà seguita da un rinfresco.

La conferma della partecipazione alla Tavola Rotonda entro e non oltre il 19 marzo 2012 a qc.rome@mri.gouv.qc.ca, 06 42034501.

venerdì 16 marzo 2012

OLD FORT ERIE: UNA SENTINELLA SUL CONFINE CONTESO




Se vi capiterà di andare a visitare la zona di Niagara-on-the-Lake e la curiosità vi spingerà fino allo storico Old Fort Erie, balzerà subito ai vostri occhi il perché questo forte fu in passato luogo di aspri scontri militari, in particolare durante la guerra del 1812.
Esso infatti è posto in un luogo strategico importante, vale a dire su una collina esattamente nel punto in cui il fiume Niagara si getta nel lago Erie; a dire il vero il forte primitivo – costruito nel 1764 alla fine della guerra dei Sette Anni su una struttura di un precedente forte francese – venne collocato proprio sulla riva del fiume, ma le continue infiltrazioni di acqua ne consigliarono lo spostamento su una collina adiacente.
La costruzione del forte iniziò nel 1805 e, nella strategia britannica, doveva costituire il primo anello di una serie di fortificazioni atte a proteggere le comunicazioni tra il fiume Niagara e il territorio dei Grandi Laghi. Allo scoppio della guerra del 1812 con gli Stati Uniti il nuovo forte, interamente costruito in pietra, non era stato ancora completato; ciononostante la guarnigione formata da regolari britannici e milizia canadese, dette un contributo importante nello sconfiggere le truppe americane nella battaglia di Frenchman’s Creek nel novembre del 1812.
Nei due anni successivi il forte venne occupato due volte dalle truppe americane e altrettante volte riconquistato dagli anglo-canadesi. Un ultimo assalto britannico dell’agosto 1814 venne neutralizzato dagli americani che fecero esplodere un intero bastione del forte, causando gravi perdite agli avversari.
Nel novembre del 1814 – temendo di subire attacchi lungo la costa atlantica – decisero di ritirarsi da Fort Erie dopo averlo completamente distrutto. Fino al 1823 le truppe britanniche continuarono a occupare le rovine del forte contro ipotetiche ulteriori invasioni da parte degli americani.
Fu solo oltre un secolo dopo ed esattamente nel 1937 che la ricostruzione del forte ebbe inizio e venne completata nel giro di due anni; la costruzione oggi si presenta ai visitatori appassionati di storia militare esattamente come era durante la guerra del 1812.
Memorabile per tutti i cultori la ricostruzione dell’assedio del forte(Reenactment) che si tiene ogni anno il secondo week-end di agosto: oltre 600 figuranti (reenactors) - accampati nella piana antistante il forte - rivivono l’evento con scene di battaglia e dimostrazioni dal vivo. Si comincia con l’occupazione del forte da parte degli invasori americani, cui segue il contrattacco delle truppe britanniche affiancate dalle milizie canadesi e dagli Irochesi, lo scontro termina con la simulazione della distruzione del forte tramite effetti speciali. Per chi ha avuto la fortuna di assistervi si tratta di uno spettacolo davvero coinvolgente.
Per quest’anno – ricorrenza del bicentenario della guerra – potrebbero esserci in serbo sorprese ancora più spettacolari. Per un assaggio: http://youtu.be/vIx7GoYoP60


Per saperne di più potete consultare il sito
http://www.niagaraparks.com/old-fort-erie/

giovedì 15 marzo 2012

CHURCHILL, MANITOBA . IL REGNO DEGLI ORSI POLARI




Churchill è un villaggio sulle rive della Baia di Hudson a nord di Winnipeg, Manitoba. Il suo nome in Inuit è Kuugjuaq, ed è famosa per gli innumerevoli orsi polari che l’attraversano in autunno. E’ situata sull’estuario del fiume Churchill e fa parte della fusione di tre eco regioni : la foresta boreale, la tundra artica e il Wapusk National Park. Oltre agli orsi la regione è famosa per il grande numero di beluga presenti nelle acque della baia, per gli uccelli migratori in alcuni periodi dell’anno, e per la possibilità di osservare l’aurora boreale.

Gli orsi sono però l’attrattiva principale.

Churchill è collegata a Winnipeg soltanto via treno o aereo, cosa che impedisce, per fortuna, uno sviluppo turistico esagerato in conflitto proprio con l’ecosistema di cui sopra. Ovviamente si può andare a Churchill con mezzi propri o con tour organizzati che hanno magari un prezzo alto ma garantiscono una certa sicurezza. Calm Air collega Winnipeg con Churchill a prezzi monopolistici. Niente low cost.
Avere una guida naturalistica migliora la comprensione del viaggio. Il regno degli orsi polari incomincia quando gli animali arrivano, e aspettano la formazione del ghiaccio sulla Baia. La ricerca degli orsi e la loro osservazione avvengono a bordo di veicoli speciali che scorrazzano nella tundra per tutto il giorno.

I tour danno anche la possibilità di scoprire la storia di Churchill oppure di fare delle gite in slitte trainate dai cani, e anche di fare escursioni in elicottero o di osservare l’aurora boreale. Tutte opzioni possibili, anche se non sempre garantite dal tempo favorevole.

Dopo aver osservato gli orsi polari nel loro habitat, è difficile resistere alla tentazione di fare un’altra escursione alla ricerca anche di altri animali come la lepre artica, la volpe e la civetta bianca.

Il ritorno in aereo è ovviamente sempre su Winnipeg. Sì, i costi del volo sono esagerati come pure i servizi a terra, nonostante la recessione, soprattutto in concomitanza con la stagione degli orsi. I treni della Via Rail offrono un’alternativa con la possibilità di viaggiare verso il mitico nord per oltre 1400 chilometri con un viaggio di almeno 40 ore.

Chi vuole abbattere i costi può ridurre al minimo la permanenza a Churchill tenendo presente che molti tour operator allungano il soggiorno deviando platealmente dallo scopo principale del viaggio ovvero l’orso.
Anche questo è Canada.

mercoledì 14 marzo 2012

SARAH BURKE E NICK ZORICIC





Gli atleti canadesi impegnati nelle varie discipline degli sport invernali sono spesso competitivi, ma non sempre riescono ad emergere nelle coppe europee perché le trasferte sono molto lunghe e costose. Tuttavia i canadesi sono spesso protagonisti come ad esempio Marie – Michele Gagnon vittoriosa ad Are, Svezia ed Erin Mielzynski di Guelph, Ontario che a Ofterschwang, Germania ha ottenuto la prima vittoria canadese in slalom dal 1971.
Oggi, però, però c’è poco da festeggiare perche il 12 marzo 2012 è morto lo sciatore di ski cross Nick Zoricic.
Nick era nato a Sarajevo, allora Yougoslavia da genitori serbi nel 1983, ma si era trasferito a Toronto con la famiglia nel 1988. Dopo aver cercato senza successo di farsi strada nel mondo dello sci alpino tradizionale, nel 2008 aveva abbandonato lo slalom per dedicarsi allo sci free style.
IL debutto in questa nuova disciplina avvenne a Lake Placid dove si piazzò 61°.ma pur migliorando nel corso della stagione non riuscì a qualificarsi per le gare dei Giochi olimpici di Vancouver 2010.
Nella stagione 2010-11 Zoricic cominciò a farsi notare e si piazzò costantemente nei primi 8 posti, arrivando secondo in una gara di Coppa del mondo a St. Johann, Tirolo il 7 gennaio 2011.
Il 15 gennaio del 2012 si piazzò secondo a Les Contamines.
Poco meno di un mese dopo la tragedia a Grindelwald, Svizzera.
Il 10 marzo 2012 Zoricic finì fuori pista durante l’ultimo salto delle sue acrobazie aeree e sbattè violentemente contro le reti di protezione procurandosi un fatale trauma cranico complicato da fratture varie e all’ospedale di Interlaken non riuscirono a salvarlo. Aveva soltanto 29 anni.
Appena due mesi un’altra campionessa canadese di free style, la specialista di half pipe Sarah Burke era morta durante un allenamento a PaRK City, Utah.
Sarah era nata a Barrie, Ontario nel 1982 ed era specialista di halfpipe e slopestyle con 5 vittorie in Coppa del mondo e piazzamenti vari. Ai mondiali di Ruka, Finlandia del 2005 aveva vinto la medaglia d’oro in half pipe.
Sposatasi il 25 settembre 2010 con il compagno Rory Bushfield, risiedeva in British Columbia.
L’11 gennaio 2012 entrò in coma dopo un incidente in allenamento a Park City, Utah. Ricoverata all’ospedale dell’Università dello Utah a Salt Lake City non riuscì a riprendersi e morì il 19 gennaio 2012 per danni cerebrali in seguito ad arresto cardiaco.
La Burke fu una delle campionesse di questo sport ed una delle promotrici dell'aggiunta al programma olimpico del freestyle della specialità halfpipe. Prima della scomparsa era considerata una delle favorite per la medaglia d'oro ai XXII Giochi olimpici invernali di Soči 2014.

martedì 13 marzo 2012

DOLLARI ... DI PLASTICA












Non solo tante carte di credito, tessere varie, etc. in plastica nel portafogli dei canadesi e quindi di chi andrà in vacanza in Canada questa estate: ecco le banconote in plastica (detto così sembrerebbe uno scherzo, una moderna versione del Monopoly!).
Si tratta di una novità mondiale assoluta, l’invenzione canadese delle banconote in materiale polimero. L’ultima frontiera della tecnologia a servizio delle banche per contrastare il dilagare delle contraffazioni http://www.bankofcanada.ca/banknotes/bank-note-series/polymer/.
Un unico foglio di polimero, con una zona trasparente in cui è presente anche una parte metallica, un’olografia e altri segreti e sofisticati elementi anti-falsari! Inoltre, avranno una durata superiore di almeno due volte e mezzo e, una volta ritirate dalla circolazione, potranno essere riciclate, riducendo così le spese e l’impatto ambientale.
Come si può intuire dalle immagini, le nuove banconote hanno una zona verticale trasparente contenente un complesso ologramma visibile da ambedue i lati.
La banconota da 100 dollari, in circolazione da novembre, vede l’effige di Sir Robert Borden, Primo Ministro del Canada tra il 1911 e il 1920 e, sul retro, celebra i successi canadesi nel campo della medicina (la scoperta dell’insulina da parte dell’equipe dello scienziato canadese Frederick Banting -scoperta premiata con il Nobel per la Medicina nel 1923).
In questo giorni è entrata in corso anche una banconota da 50 dollari con l’immagine di William Lyon Mackenzie King Primo Ministro dal 1926 al 1930 e ancora dal 1935 al 1948 e sul retro, in onore del 50esimo anniversario della fondazione della Guardia Costiera, mostra la nave canadese “Amundsen” a testimonianza della leadership del Canada nelle ricerche artiche.
La prossima banconota in materiale polimero sarà il taglio da $20 a fine 2012, mentre quelli da $10 e $5 saranno messi in circolazione entro la fine del 2013.



Non mostrarti stupito quando andrai in banca ad acquistare dollari canadesi per il tuo viaggio e ti consegneranno bellissime banconote ‘in plastica’. Potrai dire al cassiere: lo sapevo già, l’ho letto su Turismo in Canada!

lunedì 12 marzo 2012

RILEGGIAMO...PESCA SUL GHIACCIO IN QUEBEC



St-Anne-de-la-Perade 46 34'18" nord, 72 12'23" ouest 25 minuti a nord-est di Trois-Riviéres con l’autostrada 40.



Il fenomeno della pesca ai "petit poissons des chenaux" (nome scientifico MICROGADUS TOMCOD) in queste zone era già nota agli Irochesi. I primi coloni gioirono per la presenza del 'pesce invernale' a Trois-Riviéres e nel San Lorenzo, vera manna per superare i lunghi e difficili inverni della Nuova Francia.


Pur continuandosi nei secoli lungo il San Lorenzo la pesca sul ghiaccio alla più piccola specie di Merluzzo Atlantico (il cui habitat è usualmente l'acqua salata lungo le coste oceaniche meno profonde, le acque salmastre degli estuari dei fiumi ed infine, nel periodo della riproduzione, le acque dolci dei fiumi, il più delle volte sotto spessi strati di ghiaccio) la fama di St-Anne-de-la-Perade risale al 1938 quando Monsieur Eugéne Mailhot scese al fiume St Anne per ritagliarsi un blocco di ghiaccio per il suo 'frigorifero'. La notizia che, sotto il ghiaccio, le sponde del fiume davano riparo a migliaia di merluzzetti, che fino allora non vi si erano mai spinti, fece persino nascere una vera e propria industria ittica che però col tempo depauperò le riserve. Lo sfruttamento commerciale fu interrotto e da decenni la pesca è riservata esclusivamente ad amatori e turisti che si recano in questa località da dicembre a febbraio quando il ghiaccio è in grado di "reggerne" il peso...


Ecco come viene presentata dal locale ufficio di promozione turistica la pesca sul ghiaccio:
"I 500 chalet che troverete sul fiume sono pressochè uguali. Sono riscaldati (solitamente a legna), illuminati e muniti di almeno una presa elettrica. Le attrezzature da pesca sono già installate e pronte all'uso. Troverete un tavolino, delle sedie, una panca nonchè degli sgabelli allineati davanti ad ogni foro da pesca. Non sono però attrezzati per dormirci.
E' possibile cucinare degli alimenti, per quanto sia possibile sulla piccola superficie delle stufe a legna. Dovete portare le vostre stoviglie e utensili da cucina.
Le dimensioni dello chalet che vi sarà attribuito dipendono dal numero di persone del vostro gruppo. La capacità degli chalet può variare da 4 a 35 persone.
La tecnica di pesca è molto semplice, persino per un bambino. Per assicurarvi una pesca fruttuosa, è sufficiente fissare un pezzetto di fegato di maiale su ciascun amo, nascondendone bene la punta, e calarlo fino ad un centimetro circa dal fondo. Un leggero movimento del filo vi avvertirà che il pesce ha abboccato. Date un colpetto verso l'alto e tirate sù il vostro bel merluzzetto!
Alcuni studi hanno dimostrato che la quantità di pesce presente sotto il ghiaccio aumenta con il livello crescente delle maree. Sul nostro sito potete consultare gli orari delle maree.
Per meglio conservare il pesce, gettatelo immediatamente fuori; deve congelare rapidamente per conservare tutta la sua freschezza.
Non è necessario avere una licenza di pesca e neppure sono fissate quote massime. I pesci lasciati sul posto saranno recuperati ed inviati al Banco Alimentare di Moisson Mauricie. "



Tra una pescata e l'altra si può anche fare un giretto in motoslitta, una corsa sugli sci da fondo o una bella pattinata sulla pista... divertimento sul fiume ghiacciato assicurato per tutti!
Giovedì 14 febbraio 2008




NOTA DEGLI AUTORI:
Siamo orgogliosi del successo di questo nostro Blog nato il 19 febbraio 2007. Poiché non ci occupiamo esclusivamente di stretta attualità ma affrontiamo da oltre 5 anni soprattutto argomenti di storia e memoria, geografia, natura, e altre curiosità che servano a farvi conoscere meglio questo straordinario paese, ci rendiamo conto che i nostri nuovi lettori non hanno quindi il tempo materiale per rileggersi tutti i nostri interventi!
Il fatto poi che il nostro lavoro sia rimasto ‘spezzato’ in due per un misteriosi incidente tecnico nel dicembre 2007, ci vede sì con oltre 165mila contatti per questo sito

www.turismoincanada.blogspot.com ma con meno contatti correnti per quello pre-10dic07 (www.turismoincanada3.blogspot.com) che contiene molti articoli davvero di piacevole lettura.Pensiamo quindi di fare cosa gradita a molti amici del Canada, nuovi e vecchi, scegliendo di proporvi di tanto in tanto il testo integrale o il link ad un post tra quelli da noi ritenuti più interessanti o che ci dispiace particolarmente che qualcuno non abbia potuto leggere. Speriamo che anche i lettori più affezionati ri-leggeranno con piacere quanto da noi ri-proposto.

sabato 10 marzo 2012

LA CHIESA DELLA MADONNA DELLA DIFESA DI MONTREAL




At the corner of Henri-Julien and Dante in Little Italy stands the Church of Madonna della Difesa, one of the most sumptuous and inspiring churches on the island, and a physical testament to the prominence of Montreal’s Italian community. Like many churches in Italy, its ceiling is painted with a colourful fresco. Familiar figures populate the image – Jesus, church officials, angels. But on the right side of the enormous fresco, there appears an unfamiliar man in military dress, sitting straight-backed on a horse. This is Benito Mussolini, notorious Fascist leader, ally of Adolf Hitler, and enemy of Canada in the Second World War. The man who painted him is Guido Nincheri, a celebrated Italian-Canadian artist. But, despite its homage to Mussolini, the Church of Madonna della Difesa has been recognized by the Canadian government as a National Historic Site of Canada.

The explanation for this curious sight in Little Italy is, as one might expect, intertwined with the story of the artist. However, it also has a great deal to do with 20th century Italian politics, and the history of the Italian immigrant community. The Daily contacted Filippo Salvatore, Italian-Canadian expert and professor at Concordia University, for more information.

Professor Salvatore began by describing the difficult conditions Italians found when they first immigrated to Canada around the turn of the 20th century. Canadian immigration policy favoured Protestant northern Europeans, who were seen as racially and culturally preferable to the Slavs, Jews, and Southern Europeans who were attempting to immigrate to Canada in great numbers. As both southern Europeans and Catholics, Italians were doubly undesirable. Furthermore, many of the Italians who came to Montreal were illiterate manual labourers and factory workers, who had little defence against the Social Darwinist rhetoric of inferiority that relegated them to the lowest rung in the city’s social hierarchy.

As a result of this isolation, Italian labourers found themselves cut off from nearly every higher authority except for the Catholic Church. Attempts were made by the city’s Anglophone elites to “improve” the Italian community by converting them to Protestantism – despite Montreal’s Catholic majority. Indeed, Protestant Italians were not only preferred by local authorities, but also served as the link between the entire community and the Italian government, who had poor relations with the Catholic Church since the appropriation of Papal lands by Giuseppe Garibaldi in the 19th Century. Salvatore noted that, in the early 1900s, the community suffered from poor self-regard due to the dual discrimination based on ethnicity and religion.

However, the arrival of Benito Mussolini in Italian politics drastically changed the way that Italian-Canadians saw themselves. Following World War One and the October Revolution in Russia, revolutionary Communists in Italy threatened to become a powerful force. Mussolini’s virulent anti-Communism, his nationalist rhetoric, and his friendly attitude toward the Catholic Church earned him the title of “Savior of Italy.” He was seen by religious Catholics as a man sent by Providence to restore the nation’s Christian and moral heritage in the face of potential ruin. In his military coup, Mussolini not only removed the possibility of Socialist revolution, he also solved the long-running dispute between the Catholic Church and the Italian Republic by creating the Vatican, thus restoring to the Pope some of his temporal power. Repairing relations with the Church was seen as Mussolini’s great triumph. To Italian Canadians, he inspired admiration, religious gratitude, and, most importantly, pride in being Italian.

But Mussolini was not only admired by the Italian diaspora. Canadian politicians, as well as their British and American counterparts, were glad to have a strong bulwark against the “Red Menace” in Europe, despite Mussolini’s tyrannical method of rule. Indeed, between 1929 and 1936, Mussolini was often spoken of as the most admired leader in Europe. For the Italian-Canadian community, whose leaders were nearly all Fascist supporters, the spectacular rise of Mussolini heralded a merging of Fascism and Italian identity.

The Madonna della Difesa Church was established in 1929 to celebrate the signing of the Lateran Accords that created the Vatican. The community’s most skilled fresco painter, Guido Nincheri, was hired to decorate the interior of the Church. Although Nincheri’s original design included no sign of current politics, the parish priest advised him to insert Mussolini into the image. As a craftsman, Nincheri did as he was told by his employer and priest.

When Adolf Hitler came to power, he expressed his deep admiration for Mussolini and appropriated many Fascist symbols: an alliance between the countries seems to have been inevitable. As the 1930s wore on, Italy and Germany grew closer while the world grew more wary of the increasingly extreme rhetoric espoused by the Nazi Party. In 1938, Mussolini and Hitler signed the “Steel Pact” military alliance. In 1939, war was declared in Europe; and in 1940, Italy declared war on Canada. Overnight, most of Montreal’s Italian community became suspected enemy sympathizers. Male heads of households were rounded up and placed in internment camps to prevent the formation of a fifth column within Canada. Often, Salvatore noted, fathers would be interned while their sons were called up for service in the Armed Forces, a policy that was doomed by its own absurdity. Realistically, there was little chance of Italians forming a fifth column, and the internment of Italian-Canadians was a dark mark in the country’s history. Besides, Salvatore added, the general population held little responsibility for supporting Fascism, as they were led to it by their secular and religious community leaders, some of whom, he suggested, “deserved to be interned”.

Along with his fellow community members, Guido Nincheri went to an internment camp. Fortunately, he was able to secure his release by demonstrating his original sketch for the Madonna della Difesa Church, which didn’t incorporate Mussolini. He used this evidence to claim he never had Fascist sympathies. This may have been an exaggeration of the truth, but the internment authorities accepted his plea.

Nincheri then went on to decorate churches throughout Quebec, Canada, and the French-Canadian diaspora areas in New England. His style drew heavily upon the Tuscan region where he was born, a legacy that extends from Giotto to Michelangelo. Nincheri used the same technique as the great fresco painters of the Renaissance, and he saw himself as part of a long line of great artists and craftsmen. Nincheri also admired the British pre-Raphaelite movement of painters such as Dante Gabriel Rossetti, and was highly influenced by that style. In Montreal, his work is found throughout the early to mid-20th century churches. Aside from the Madonna Della Difesa, Nincheri’s greatest works are the ceiling of the Church of St. Leon de Westmount, on Maisonneuve near Clark, and the lavish decorations of the Chateau Dufresne, on Sherbrooke and Pie-IX.

The secularization of Quebec society in the early 1960s – combined with the “Refus Global”, Paul-Emile Borduas’ manifesto on the importance of non-figurative art – signaled an end to the era of construction of lavish religious structures in Montreal. Nincheri’s counterparts in the field retired or found other careers, but he continued to paint religious frescos until his death in 1973. His was the very last generation in a long history of religious painting that had its apogee in the Renaissance works of Michelangelo and others. Montreal is fortunate to have so many existing examples of Guido Nincheri’s art, which stand testament not only to the religious images they convey, but also to the currents of global politics, culture, and immigration that have shaped the history of this city.

HAJ HUDDART - MCGILL DAILY