sabato 29 settembre 2012

MARCO CISINI LASCIA HOTELPLAN

"Marco Cisini, direttore generale di Hotelplan Italia spa, e Valérie Bénéteau, chief operating officer, lasciano l'azienda d'intesa con il consiglio di amministrazione e la direzione di Hotelplan Group". La notizia che circolava in maniera insistente tra gli addetti ai lavori già da una paio di settimana, ha trovato poco fa la conferma in un comunicato diffuso dal gruppo in una nota. Alla direzione della società italiana è stato designato ad interim Fabio Introna, in azienda dal 2001 e attualmente tour operating manager beach holidays & city break, con l'ottica di garantire la continuità operativa. In queste settimane l'azienda aveva anche sondato il mercato alla ricerca di qualche manager in grado di prendere in mano la guida dell'azienda. "La fedeltà dei nostri clienti - ha sottolineato il vicepresidente del cda di Hotelplan Italia e futuro ceo del gruppo, Thomas Stirnimann - ci sprona a continuare la strada percorsa finora investendo ulteriormente nella specificità dei nostri brand". Nel nuovo processo di Hotelplan Italia, inoltre, "un'attenta analisi dell'organizzazione e dei processi lavorativi è stata affidata a Franco Gattinoni (presidente Gattinoni Travel Network) - chiude la nota - per potere assicurare, in futuro, una struttura snella ed efficiente. Ciò consentirà a Hotelplan Italia di affrontare le sfide di un mercato in continua evoluzione". Feuille d'Erable, Blue Whale e Grizzly Bear ringraziano Marco Cisini per il sostegno dato in questi anni per la promozione del nostro blog,certi del continuo interesse da parte del nuovo management.

venerdì 28 settembre 2012

CANADA E REGNO UNITO : ACCORDO PER LA CONDIVISIONE DI ALCUNI SERVIZI CONSOLARI

Canada e Regno Unito si sono accordati per condividere alcuni servizi consolari. Mentre di là dall’Atlantico la notizia non ha suscitato molte apprensioni, al di qua le critiche non sono mancate, e il governo guidato da Stephen Harper è stato accusato di aver riportato indietro le lancette dell’orologio al tempo del colonialismo. Secondo alcuni non cambia lo stato delle cose attuali perché anche adesso i canadesi che hanno bisogno di assistenza si rivolgono alle sedi diplomatiche australiane o britanniche in caso di estrema necessità. E’ chiaro però che ai canadesi questa decisione amministrativa non garba molto. C’è chi paventa addirittura la perdita di indipendenza in materia di politica estera. L’idea, anzi il progetto approvato dai William Jefferson Hague, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth, per i britannici e da John Baird, Ministro degli Affari Esteri, per i canadesi, rischia di minare il buon nome che i canadesi hanno ottenuto nel mondo come portatori di pace (del canadese Lester Pearson l’invenzione di caschi blu dell’Onu) soprattutto nei Paesi africani e asiatici che hanno subito la dominazione coloniale britannica. In queste situazioni le voci che si levano sono sempre molteplici : c’è chi suggerisce di chiudere i consolati meno necessari o supposti tali (vedi ad esempio chiusura del consolato e dell’ufficio del turismo canadese a Milano accompagnati pure dalla sospensione dei voli dell’unica compagnia aerea canadese – Canadian Airlines poi conglobata in Air Canada - in servizio sulla rotta Milano Toronto, chi pensa che il costo della condivisione dei servizi con i britannici sia pari al costo di una missione diplomatica e chi si spinge oltre paragonando l’accordo con il Regno Unito a un preciso affronto ai quebecchesi. Come si nota, non manca quasi nessuna rivendicazione. In realtà la mossa appare come un espediente per ridurre le spese pur mantenendo un minimo ed efficiente servizio consolare, già attivo negli stati dove è presente soltanto uno dei due Paesi. Di fatto, alcuni canadesi residenti in Nord Italia intervistati al riguardo hanno espresso parere favorevole per avere una presenza a Milano, soprattutto per le pratiche di routine quali rinnovo dei passaporti piuttosto che essere sempre costretti a rivolgersi all’ambasciata canadese di Roma, del cui servizio comunque nessuno si è lamentato. Inoltre, suscita poco interesse la postazione di console onorario, solitamente lontana dalla realtà e dalla burocrazia diplomatica. Le critiche a Harper non sono mancate, ma quando mai le opposizioni sono a favore? Il governo canadese ribadisce con forza che la politica estera continuerà ad essere canadese e che le misure prese costituiscono soltanto un ridotto accordo amministrativo. Harper non ha nascosto le sue simpatie verso il Regno Unito, che ha comunque plasmato il Canada, autorizzando l’affissione dei ritratti della regina Elisabetta in tutte le ambasciate del mondo. Oh, Canada!

giovedì 27 settembre 2012

RILEGGIAMO: SAGGEZZA DEI NATIVI DEI GRANDI LAGHI




Venera gli anziani: sarà come venerare la saggezza e    la vita.
Venera la vita in tutte le sue forme: servirà a    rinforzare il tuo spirito.
Venera le donne: sarà come venerare il dono della    vita e dell’amore.
Mantieni sempre la tua parola:
così facendo sarai fedele a te stesso e agli altri.
Vedi di essere gentile e buono, sempre pronto a dividere.
Vedi di essere sempre disponibile alla pace:
così facendo potrai permettere a tutti di raggiungere la pace suprema.
Vedi di essere coraggioso:
così facendo potrai far crescere la forza negli altri.
Vedi di essere prudente in ogni cosa, osserva, ascolta e medita ogni situazione: 
così facendo potrai essere saggio.

Antico canto cerimoniale degli Ojibwa


Post del 21.01.2008
NOTA DEGLI AUTORI:
Siamo orgogliosi del successo di questo nostro Blog nato il 19 febbraio 2007.
Poiché non ci occupiamo esclusivamente di stretta attualità ma affrontiamo da oltre 5 anni soprattutto argomenti di storia e memoria, geografia, natura, e altre curiosità che servano a farvi conoscere meglio questo straordinario paese, ci rendiamo conto che i nostri nuovi lettori non hanno quindi il tempo materiale per rileggersi tutti i nostri interventi!
Il fatto poi che il nostro lavoro sia rimasto ‘spezzato’ in due per un misteriosi incidente tecnico nel dicembre 2007, ci vede sì avvicinarci ai 200mila contatti per questo sito www.turismoincanada.blogspot.com ma con meno contatti correnti per quello pre-10dic07 (www.turismoincanada3.blogspot.com) che contiene molti articoli davvero di piacevole lettura.

Pensiamo quindi di fare cosa gradita a molti amici del Canada, nuovi e vecchi, scegliendo di proporvi di tanto in tanto il testo integrale o il link ad un post degli anni scorsi tra quelli da noi ritenuti più interessanti o che ci dispiace particolarmente che qualcuno non abbia potuto o fatto in tempo a leggere. Speriamo che anche i lettori più affezionati ri-leggeranno con piacere quanto da noi ri-proposto.


mercoledì 26 settembre 2012

TOURTIÈRE DI CARNE


Un piatto che non manca mai sulle tavole dei canadesi (soprattutto nel menù di un’autentica cabanes-à-sucre come quella di Pierre Faucher) è una torta di  pasticcio di carne spesso accompagnata da piselli e riso selvaggio: sul menù in francese Tourtière de Viande, in inglese Meat Pie.

La seguente ricetta prevede 2 tipi di carne (maiale + manzo), ma ottima diventa anche abbinando alla carne di maiale, che non deve assolutamente mancare,  oltre al manzo anche della macinata di agnello o di vitello o di pollo.

 INGREDIENTI del ripieno della pasta frolla (acquistabile già pronta)
-per 4/6 persone 

500 gr di carne di maiale macinata
500 gr di carne di manzo macinata
1 o 2 patate piuttosto grosse lessate e schiacciate
1 cipolla grande tritata finemente
80-200 ml d’acqua
1 cucchiaino e mezzo di sale
1 cucchiaino di timo essiccato
½ cucchiaino di polvere di salvia
½ cucchiaino di polvere di cannella
1 o 2 pizzichi di polvere di chiodo di garofano
abbondante pepe, macinato fresco
1 spicchio d’aglio tritato

Mescolare bene la carne macinata e tutti gli ingredienti elencati, facendo friggere  l’impasto a fiamma moderata  per 2 o 3 minuti in una padella capiente. Abbassare il fuoco e far rosolare per altri 5-8 minuti mescolando di tanto in tanto.
Divisa la pasta frolla in due parti, una un po’ più grande dell’altra, allargarla con il matterello sul piano di lavoro infarinato. Imburrare uno stampo rotondo (diam, cm 24) dai bordi alti e stendervi un foglio di pasta frolla formando anche un bordo alto. Versare nello stampo la carne già un po’ raffreddata, lisciarla con un cucchiaio e stendervi sopra il secondo foglio di pasta frolla.
Chiudere bene i bordi, poi con un coltellino affilato intagliare un poco la pasta (a piacere anche in modo decorativo) per far sì che il vapore acqueo possa uscire durante la cottura. Coprire i bordi con una striscia di carta d’alluminio.
Far cuocere nel forno caldo (forno ventilato a 200°) per 25 minuti, poi togliere la carta d’alluminio e far indorare per altri 20 minuti. Far intiepidire la tourtière per circa 10 minuti, poi tagliarla a fette e servire.

martedì 25 settembre 2012

JEAN LOUIS "JACK" KEROUAC E IL MITO CREATO DAL SUO LIBRO ON THE ROAD

Joyce Glassman Johnson, la scrittrice newyorkese che fu legata sentimentalmente a Kerouac e il mondo della Beat generation ai primi degli anni cinquanta, ha pubblicato una biografia di Kerouac con una interessante analisi sul suo bilinguismo. Sono certo che Fernanda Pivano avrebbe apprezzato l’intervista di Lauren Du Graf a Joyce Glassman Johnson, una delle ultime scrittrici legate al mondo della Beat Generation, e certamente una delle meno conosciute. Nata a New York nel 1936, cresciuta nell’Upper West Side, si dimostrò presto spirito ribelle e durante la sua permanenza intorno alla Washington Square venne in contatto con il gruppo beat di Kerouac, Ginsberg e Borroughs ed ebbe una relazione sentimentale con Jack Kerouac, quando era poco più che 20enne. Nonostante la brevità e la delusione avuta dal rapporto con Kerouac, Joyce continuò ad analizzarne l’opera letteraria che espresse nel volume Minor Characters (Houghton Mifflin, 1987), una rivisitazione degli anni 1957-58, il periodo legato alla pubblicazione di On the Road secondo il punto di vista femminile. La corrispondenza tra la Johnson e Kerouac è invece l’argomento del libro Door Wide Open: A Beat Love Affair in Letters, 1957-1958 (2000) seguito nel 2004 dal volume di memorie Missing Men. Sta uscendo invece adesso un altro suo volume ‘The Voice Is All: The Lonely Victory of Jack Kerouac’, Viking , 2012) che smonta il mito della scrittura automatica di Kerouac in favore invece di una lenta e metodica con un importante riferimento alla sua dicotomia di americano di origine franco-canadese. La Johnson, nota soprattutto per la sua storia d’amore con Kerouac, non ha avuto una brillante carriera da scrittrice e ha atteso a lungo prima di dare alle stampe una biografia che renda finalmente giustizia a Kerouac, troppo mitizzato come il maggior esponente della Beat Generation e che ha messo un po’ in ombra la sua opera. The Voice is all illustra la progressione stilistica di Kerouac nell’elaborazione della sua fiction autobiografica, e come sosteneva Fernanda Pivano evidenzia la disciplina seguita da Kerouac per ottenere uno stile letterario e linguistico indipendente, pur intriso del suo background di americano cresciuto, non solo in una famiglia ma anche in una Petit Canada operaia di Lowell, Massachusetts, e del liricismo degli scrittori che aveva studiato con tenacia maniacale alla Martin Eden. Voice is all è il prodotto dell’apertura dell’archivio personale di Kerouac, custodito nella Berg Collection della New York Public Library, che dal 2002 ha permesso una rilettura della vita privata e letteraria dello scrittore, dopo la fine delle restrizioni imposte dagli eredi. Uno dei temi più controversi relativi a Kerouac riguarda la sua collocazione in virtù del suo background etnico. Jean-Louis Kerouac (1922-1969) crebbe nella città industriale di Lowell che aveva attratto migliaia di franco-canadesi soprattutto nelle tessiture. Minoranza anche per motivi linguistici, i franco-canadesi vivevano in un loro quartiere allargato continuando a parlare la loro lingua, il joual, astruso sia ai canadesi delle città come pure ai francesi di Francia. A questo proposito giova ricordare un avvenimento esplicativo avvenuto durante il Sel de la Semaine del 7 ottobre 1967 quando Kerouac fu intervistato a Montreal da Fernand Seguin di Radio Canada davanti a un pubblico composto da giovani borghesi in giacca e cravatta e ragazze vestite secondo la moda canadese del momento, mentre Jack Kerouac era naturalmente in maniche di camicia. Kerouac era l’eroe di On the Road, il mito, l’invidiato, certamente non l’amato nonostante la sua ascendenza. Quando Jack cominciò a parlare Joual, la lingua dei suoi antenati della Gaspesie, , il pubblico – sempre il medesimo – lo sbeffeggiò. Questi esponenti del Quebec moderno non volevano identificarsi con un modo di essere che non desideravano più e esprimevano in questo modo il loro dissenso. Il joual, allora così dissacrato e diventato adesso- 2012 – parte integrante della vita del Quebec, essenziale composizione delle radici. Suvvia. Una sorte quasi condivisa con Grace Metalious di Peyton Place ( neè DeRepentigny) che come Kerouac non si sentì mai completamente a suo agio negli Stati Uniti e nemmeno in Quebec che soltanto adesso sembra riconoscerli. Sempre in termini linguistici Kerouac imparò l’inglese andando a scuola, come tanti figli di italiani emigrati o italiani abituati a parlare dialetto in casa, cosa che gli fece ammettere di non saper scrivere molto bene nella sua lingua madre e di non avere una vera casa natale. Normale quindi che il joual fosse una lingua sempre presente, al di là dell’inglese normalmente utilizzato nello scrivere. Esattamente come chi ha imparato prima il dialetto sovrapponendo o unendo poi l’italiano, in alcune funzioni, tipo il conteggio del denaro, utilizza prima il dialetto. Sostenere che le ansietà linguistiche di Kerouac abbiano contribuito al suo sradicamento e alla paura che il suo processo di americanizzazione non sarebbe mai stato compiuto sembra un po’ esagerato. Sulla strada, oltre a Kerouac c’erano anche americani come Burroughs che non potevano accampare un heritage lontano. Ragion per cui credo poco alla profondità della sua prosa dovuta soprattutto al suo mix etnico. Le letture infinite cui si dedicò Kerouac aumentarono la sua forza letteraria e lo resero più sicuro di sé, ma il genio era intrinseco. La famosa stesura di On the Road in tre settimane su un rotolo di carta fu comunque il prodotto di anni di elaborazione che cominciarono con esperimenti in joual , il linguaggio più naturale con cui sapeva esprimere meglio le sue aspirazioni e la sua ricerca di qualcosa che sapeva in cuor suo che non avrebbe mai trovato ma che avrebbe continuato a cercare fino alla fine. Una fine che sembra tragica ma è in sintonia con l’uomo e continua nel tempo molto più che per altri scrittori osannati un tempo e poi dimenticati. Ti-Jean distrusse la sua Ma-Mère, la madre con cui aveva vissuto alcuni degli ultimi periodi della sua vita, il 21 ottobre 1969 in un ospedale di St. Petersburg in Florida. Ironia della sorte, l’autore americano di origine franco-canadese, emblematicamente americano, diviso tra due culture e lacerato dal peso dell’identità marginale nel mondo conservatore del dopoguerra, morì nella città americana dove di solito svernavano per lo più i canadesi anglofoni mentre quelli francofoni prediligevano la costa meridionale della Florida, a nord di Hollywood ad esempio, dove le bandiere con il fleur-de-lis sventolano come in Gaspesie. Jean-Louis “Jack” Kerouàc non Kèrouac, come giustamente ricordava con forza sempre Fernanda Pivano, è sepolto nell’Edson Cemetery di Lowell, poco lontano dalla cattedrale si St. Jean Baptiste, dove da bambino era stato chierichetto, la tempo della Petit Canada. Questa è l’America. Anche questi sono americani.

lunedì 24 settembre 2012

AN APPLE A DAY KEEPS THE DOCTOR AWAY!

E' il tempo delle mele e da quando ho ricevuto questa  fotografia dalla mia amica Lily di Montréal ho fatto mio il detto popolare... una mela al giorno leva il medico di torno!
Sì, perchè i canadesi sono golosissimi di mele, soprattutto nature, di qualsiasi foggia o colore  magari appena colte dall'albero o fresche fresche dal banco del farmer's market. 
Evidentemente qualcuno si era stufato della mela tout-court e un giorno ci ha infilato un bastoncino e l'ha immersa in uno sciroppo caramellato rosso (così ricordo le croccantissime mele dei miei tempi) e oggi ecco una gamma  infinita di golose coperture, tutte da degustare, buoniiiiiiiiiiiiiiiiiissima la mela!


... bisognerà che mi tolga l'abitudine di una mela al giorno... altrimenti  il medico me lo troverò SEMPRE di torno!

venerdì 21 settembre 2012

IMMIGRAZIONE IN CANADA : LE NUOVE OPPORTUNITA'

Il ministro canadese per l’immigrazione Jason Kenney ritiene che l’attuale sistema che regola l’immigrazione nel Paese sia insufficiente rispetto alle sfide e alle opportunità offerte dalla nuova società Secondo il ministro canadese per l’immigrazione Jason Kenney, il Canada deve cambiare il proprio sistema che regola l’immigrazione disegnato per attrarre persone ambiziose che ben presto si accorgono di avere qualifiche insufficienti, esperienze di lavoro non riconosciute oppure una elevata specializzazione non richiesta. Kenney afferma che nonostante il Canada accolga 250.000 nuovi immigrati l’anno, le industrie soprattutto nel West, non riescono a trovare i lavoratori di cui hanno estremamente bisogno. Tuttavia nonostante le pecche il sistema canadese sembra essere ben considerato a livello internazionale specie per il buon inserimento degli immigrati nel sistema economico. Kenney insiste nel lodare il sistema provinciale di importazione di manodopera secondo i posti da coprire, ma le statistiche dimostrano pure che i vantaggi di questa pratica sono soltanto iniziali, e che al termine dei cinque anni di solito analizzati, la differenza salariale tra gli immigrati chiamati dalle province e quelli specializzati dei programmi federali è minima. E’ vero invece che a partire dagli anni settanta i nuovi immigrati faticano sempre di più a raggiungere il livello degli altri canadesi. Se negli anni novanta la metà degli immigrati guadagnava come il canadese della medesima età, adesso si parla apertamente di un terzo sulla soglia della povertà. Questa realtà sta convincendo le autorità che il sistema ha delle falle da otturare in fretta attraverso una diversa selezione degli immigrati con l’obiettivo di dare alle imprese un numero maggiore di lavoratori di cui hanno bisogno, e di far arrivare immigrati con qualifiche riconosciute che possano iniziare subito a lavorare nel loro campo. In questa selezione attraverso banche di lavoro, le imprese avranno maggior voce in capitolo : i nuovi arrivati fluenti in una delle lingue del Paese avranno la preferenza e le competenze professionale saranno accertate prima di partire per il Canada e non dopo esserci arrivati. Occorre comunque stare attenti ai giudizi affrettati perché spesso non si deve guardare soltanto a quanto gli immigrati possono fare nell’immediato, ma a quanto sono disposti a fare per lavorare duramente, e migliorare il futuro dei loro figli, spesso studenti universitari e poi ottimi professionisti, indipendentemente anno dall’esistenza diversa dei loro genitori definiti frettolosamente dal sistema “Low income”, a basso reddito. I figli degli immigrati sono solitamente alunni eccellenti, molto migliori dei loro colleghi canadesi, nonostante la debole posizione economica dei genitori. Per questo motivo il sistema non dovrebbe cambiare repentinamente in quanto si metterebbe a rischio proprio questi canadesi del futuro. Paradossalmente anche il requisito linguistico – conoscenza di inglese e francese – potrebbe ridurre il numero di immigrati da zone che hanno avuto un successo multi generazionale. Le statistiche indicano che oltre il 60% di immigrati cinesi di seconda generazione con genitori nati in Cina ha conseguito un diploma di laurea rispetto a poco più del 20% di canadesi con genitori nati in Canada. E gli immigrati cinesi in generale non hanno mai padroneggiato bene né l’inglese né il francese. Il ministro Kenney tiene in considerazione questi commenti ma sostiene che non si possono selezionare le persone secondo il possibile successo di figli e nipoti, ma si rende conto che scegliere delle persone che possono avere la possibilità di farcela può garantire ancor meglio il futuro della loro progenie Kenney minimizza pure il problema linguistico per gli immigrati asiatici che crescono in famiglie dove niente è dato per scontato con un grande accento per l’istruzione e la disciplina che garantisce il successo futuro. Arthur Sweetman, professore alla McMaster University sottolinea invece come le imprese non dovrebbero avere un forte potere decisionale nella scelta degli immigrati. E’ vero,conoscono le loro esigenze in materia, ma in passato troppe persone sono state vittime di grandi richieste di esperti cui è seguita una grande crisi del settore. Il Canada non ha bisogno di manodopera e esperti soltanto, ma di cittadini. Tra le varie ipotesi, Kenney sollecita il vantaggio del contratto di lavoro prima di entrare in Canada. La metà degli immigrati richiesti arriva con un contratto. Dal 2005 i loro guadagni pareggiano quelli dei canadesi in un paio d’anni. E visto che arrivano per un bisogno specifico delle imprese, questo programma provinciale è molto popolare al punto che si è passati dai 6.000 immigrati nel 2004 ai 42.000 del 2012. Un fiume di persone che si sono trasferite fuori dalle grandi città soprattutto nelle province atlantiche e delle praterie. A fronte di quelli che entrano facilmente nel mondo del lavoro per via della loro specializzazione ci sono i canadesi e gli immigrati che fanno fatica a entrarci perché la crisi economica non ha risparmiato nemmeno il Canada, che resta comunque il Paese che riesce a garantire pari salario sia ai lavoratori canadesi sia a quelli immigrati. La politica dell’immigrazione canadese è quindi in attesa di una riforma a causa dei suoi punti deboli ma soprattutto per i continui cambiamenti in seno alla società. Visti i positivi risultati del passato riusciranno senz’altro a far quadrare il cerchio. Oh Canada!

giovedì 20 settembre 2012

RILEGGIAMO: CHIEF DAN GEORGE


Certa che ti sia piaciuta la preghiera per l’amico orso di Chief Dan George (vedi Post del 2 ottobre 2009), interessante sarà ora conoscere meglio l’autore di questo pensiero e di molte altre struggenti composizioni.
GESWANOUTH SLAHOOT, questo il suo vero nome, nasce a Tseil-Waututh, nelle riserva Burrard a North Vancouver il 24 luglio del 1899. Diventerà Capo Dan George dei Salish nel 1952, ereditando l’importante ruolo dal padre e ne manterrà le funzioni fino ai primi anni sessanta quando verrà scelto per interpretare ruoli di indiano in molte serie TV diventate programmi cult del genere western e similare.
Diventa famoso, riceve premi e onorificienze, ma questo non cambierà affatto la sua vita. Continuerà ad abitare nella piccola casa della Riserva da lui costruita per la moglie ed i suoi 6 bambini. saprà però sfruttare il fatto di essere famoso per farsi ascoltare dai bianchi, a favore di tutti i popoli nativi americani, con poesie e discorsi tra cui il famoso soliloquio Lament for Confederation recitato da Dan George sul palco dell’inaugurazione dei festeggiamenti per il centenario della Confederazione Canadese il 1° luglio 1967 a Vancouver. Con l’accompagnamento del ritmico suono dei tamburi suonati dai familiari, commosse ognuno dei 35,000 spettatori. Muore a Vancouver (all’età di 82) il 23 settembre 1981 e riposa nel Burrard Cemetery.

Ed ecco la sua foto e ti renderai conto di averlo chissà quante volte in TV e al cinema: ti ricordi il padre adottivo di Dustin Hoffman nel film cult PICCOLO GRANDE UOMO (1970)? Dan George è stato candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista per questa interpretazione.
http://www.thegoldweb.com/voices/chiefge
Post dell' 08/10/2009

NOTA DEGLI AUTORI:
Siamo orgogliosi del successo di questo nostro Blog nato il 19 febbraio 2007.
Poiché non ci occupiamo esclusivamente di stretta attualità ma affrontiamo da oltre 5 anni soprattutto argomenti di storia e memoria, geografia, natura, e altre curiosità che servano a farvi conoscere meglio questo straordinario paese, ci rendiamo conto che i nostri nuovi lettori non hanno quindi il tempo materiale per rileggersi tutti i nostri interventi!
Il fatto poi che il nostro lavoro sia rimasto ‘spezzato’ in due per un misteriosi incidente tecnico nel dicembre 2007, ci vede sì avvicinarci ai 200mila contatti per questo sito www.turismoincanada.blogspot.com ma con meno contatti correnti per quello pre-10dic07 (www.turismoincanada3.blogspot.com) che contiene molti articoli davvero di piacevole lettura.
Pensiamo quindi di fare cosa gradita a molti amici del Canada, nuovi e vecchi, scegliendo di proporvi di tanto in tanto il testo integrale o il link ad un post degli anni scorsi tra quelli da noi ritenuti più interessanti o che ci dispiace particolarmente che qualcuno non abbia potuto o fatto in tempo a leggere. 
Speriamo che anche i lettori più affezionati ri-leggeranno con piacere quanto da noi ri-proposto.


mercoledì 19 settembre 2012

I RISTORANTI GALLEGGIANTI DI VICTORIA, BRITISH COLUMBIA

I ristoranti galleggianti sono il simbolo dell’Oriente, anche se Amsterdam non scherza e qualcuno dondola appena appena sulle acque del Naviglio Pavese a Milano. Che cosa c’entrano i ristoranti galleggianti a Victoria, pur con la sua grande tradizione cinese alle spalle? La creatività nel settore turistico è sempre alta perché è un mondo che si muove, adocchia, adotta e adatta usi e costumi altrui, anche se non sempre con garbo. Ecco perché i ristoranti galleggianti sono diventati il nuovo trend in Nordamerica. Niente a che vedere con il Jumbo Floating Restaurant o il Tai Pak di Hing Kong, che sono parte integrante del panorama della città, di cui offrono un’immagine anche culinaria spettacolare. Siamo a Victoria, e come a Hong Kong favoleggiano del tè servito all’Empress Hotel, ora Fairmont, così niente pensieri lontani e massima concentrazione sul luogo. Il porto di Victoria, non lontano dal centro della città, brulica di pescherecci, traghetti di tutte le dimensioni e specialmente di case galleggianti artistiche e spesso curiose. E’ una zona molto frequentata perché da qui partono anche le escursioni per vedere le balene, anche se può capitare di scorgere delle foche che mettono il muso fuori dall’acqua. E lungo le case galleggianti è facile incontrare quelle che vendono fish and chips per il piacere di chi non ha tempo per i ristoranti. Ma la qualità è lentamente cambiata, e così molti tour operator locali offrono delle escursioni intorno al caratteristico porto cittadino con al seguito i lunch-box per i turisti a base soprattutto di pesce fresco e molluschi. Ripeto, occorre apprezzare tutto nel luogo in cui si è, senza confronti. Garantisco la qualità del pescato. E se qualcuno ha dei dubbi, consideri che nella classifica dei dieci migliori ristoranti galleggianti del Nordamerica figura il Blackfish Cafè di Victoria, che da snack bar è assurto al rango di ristorante galleggiante per definizione, al servizio delle agenzie che offrono servizi turistici di tutti i tipi in partenza da Victoria con i suoi burger di salmone, ostriche, halibut) e naturalmente l’halibut and chips. Naturalmente è anche uno dei posti più amati a Victoria per la sua location nel porto e la sua relativa tranquillità. A meno l’abbiamo ampliato recentemente, non penso abbia più di una decina di tavoli all’interno e qualcuno in più nel patio esterno.

martedì 18 settembre 2012

CANADIAN BRASS QUINTET e FEUILLE D'ERABLE


Vi avevo anticipato la presenza dei legendari CANADIAN BRASS all'Isola Madre del Lago Maggiore  e oggi vi dico: C'ERO ANCH'IO! 
E come potevo perdermi questa grandissima occasione, sia per la gran bella musica che per la sontuosa ed affascinante location, la Loggia del Cashmere  tanto da far esclamare a Gustave Flaubert nel 1845 "L'Isola Madre. E' il luogo più voluttuoso che abbia mai visto al mondo." 




Brandon, Feuille d'Erable, Chuck e Achilles 



Ma torniamo al mio incontro con i musicisti: un quintetto di ottoni davvero straordinario capace di spaziare tra i più vasti repertori, classica, opera, jazz etc. e quel che rende i loro concerti oltremodo indimenticabili è la loro simpatia con un pizzico di comicità nonchè  la disponibilità con i fans, durante l'intervallo e nel dopo concerto. 
Non ho avuto difficoltà ad avvicinarli per complimentarmi e parlare di questo blog e scambiare biglietti da visita, autografi, scatti fotografici (non proprio bellissime) e promesse di rivederci presto. 




PER SAPERNE DI PIU':

http://canadianbrass.com/ 

In rete sono disponibili numerosi video. Puoi incominiciare da questo:
http://www.youtube.com/watch?v=6_WjTR_-4hQ&feature=list_related&playnext=1&list=SPAAB718A0CCE24C76

lunedì 17 settembre 2012

L'INCREDIIBILE VOLO - FLY AWAY HOME, SEMPRE DI ATTUALITA'

Vladimir Putin, il presidente russo che ha recentemente pilotato un deltaplano a motore per guidare uno stormo di gru, ha seguito le orme tracciate dal canadese Bill Lishman che nel 1993 ai comandi di un ultraleggero insegnò a volare a uno stormo di oche canadesi. La storia è esattamente così : a partire dagli anni ottanta del secolo scorso, l’inventore e artista canadese William “Bill” Lishman cominciò a studiare la possibilità di insegnare agli uccelli acquatici a seguire rotte migratorie diverse dalle solite, finchè nel 1993 con il suo ultraleggero riuscì a guidare uno stormo di 16 oche canadesi dall’Ontario fino in Virginia del nord, di cui tredici tornarono in Ontario l’anno seguendo per conto proprio. Nel 1996 l’evento fu immortalato dalla produzione del film Fly Away Home “L’incredibile volo” diretto da Carroll Ballard e interpretato tra gli altri da Jeff Daniels, Anna Paquin e Anna Delany.. La sceneggiatura del film, che prende spunto dal libro Father Goose pubblicato da Lishman nel 1995, racconta la storia di una bambina, sopravvissuta a un incidente stradale in cui muore la madre e che deve quindi ritornare in Ontario a vivere con il padre e la nuova moglie. Nella fattoria dove adesso abita adotta una nidiata di oche canadesi, rimaste orfane, che hanno il suo imprint e la seguono dappertutto. Le oche, tuttavia, se non viene loro insegnato a volare correttamente, come fanno di solito le madri, rischiano di prendere il volo, perdersi e quindi perire miseramente. E’ a questo punto che il padre trova la soluzione inventando un ultraleggero apposta per Amy che lo pilota felicemente fino al santuario predisposto in Virginia, seguita dal suo stormo. Il film riscosse un discreto successo anche in Italia, grazie alla sponsorizzazione del tour operator Hotelplan di Milano, che lo propose soprattutto agli agenti di viaggio del Nord con una serie di proiezioni introdotte dal manager del prodotto Canada, Alberto A. Alberi, mirate a diffondere in questo modo un’immagine diversa del Canada. Un film che alla vicenda di Amy e delle oche orfane aggiunge il colore dell’autunno canadese già alle porte e indimenticabile per le variazioni ultra colorate del fogliame – il famoso foliage. Bill Lishman e il suo socio Joe Duff continuano invece a sperimentare e perfezionare la scoperta attraverso il tentativo di reintrodurre in America orientale alcune specie di volatili in via di estinzione. vedi pure il post del 25 maggio 2009 - L'incredibile Volo - Fly Away Home di Feuille d'Erable

sabato 15 settembre 2012

SANTA KATERI TEKAKWITHA - IL GIGLIO DEI MOHICANI



Il più antico ritratto di  Kateri Tekakwitha è un olio su tela (41cmx37cm) realizzato da Padre Chauchetière nel periodo tra il 1682 ed il 1693, 

oggi esposto nella sacrestia della chiesa Saint Francis Xavier nella Riserva Mohawk di Kaknawake.

Sarà la Santa delle Prime Nazioni nordamericane, la prima fra i pellerossa ad assurgere a tale onore, dal prossimo 21 ottobre. Fu proclamata venerabile da Papa Pio XII nel 1943 e beatificata il 22 giugno 1980 da Papa Giovanni Paolo II.

Nata nel 1656  nell’odierna Auriesville  nello Stato di New York, da padre Iroquois pagano e madre Algonquin cristiana, alla tenera età di 4 anni rimase orfana a causa di un’epidemia di vaiolo che a lei lasciò deturpazioni  su tutto il corpo ed un forte indebolimento della vista. Allevata da parenti che la trattavano come una schiava (tanto che ancora priva di un nome, venne chiamata TEKAKWITHA, colei che mette le cose a posto) visse una misera esistenza di duro lavoro e sofferenze fisiche e quando all’età di 18 anni venne promessa sposa contro la sua volontà, essa fuggì verso nord fino ad un villaggio non lontano da Montréal, KAKNAWAKE (Caughnawaga), la Missione fondata dai Gesuiti francesi per cristianizzare i Nativi della zona, i Mohawk. Qui Tekakwitha si convertì al Cattolicesimo e, battezzata il 18 aprile 1676, ricevette il nome di KATERI (Caterina).
Benché perseguitata da molte minacce e da vessazioni, offrì a Dio quella purezza che quando non era ancora divenuta cristiana si era già impegnata a conservare. Il 25 marzo 1679 fece voto di perpetua verginità, sottoponendosi a pesanti penitenze.
Distrutta da patimenti e privazioni, Kateri Tekakwitha (Gah-deh-lee   Deh-gah-quee-tahmorirà il 17 aprile 1680 a soli 24 anni.

Secondo testimoni oculari, fra cui due sacerdoti gesuiti e alcuni Mohawk, il suo volto sfregiato sarebbe tornato luminoso e perfetto nei lineamenti poco prima di morire. Dopo la sua morte, le sono stati attribuiti numerosi miracoli. Si narra che il suo crocifisso, pezzi di suoi vestiti e perfino la polvere spazzata dalla sua tomba abbiano poteri di guarigione.


 Statua raffigurante la Santa sulla facciata di Sainte-Anne-de-Beaupré, Que.
Dal 2000 si può ammirare questa preziosa vetrata nella Cappella Newman Centre Catholic Mission nell’Università di Toronto.



Lo scorso gennaio è uscito un DVD di 50 minuti in cui si racconta la vita della Beata Kateri detta anche Flower of the Algonguins e Lily of the Mohawks; viene ricordata il 14 luglio negli Stati Uniti ed il 17 aprile in Canada.


venerdì 14 settembre 2012

WORLD TOUR CICLISTICO QUEBEC 2 E MONTREAL 2012

Il ciclismo professionistico italiano, che non riesce a esprimere grandi campioni da molti anni, figura a malapena nelle classifiche del World Tour. Chi sperava, magari, in una affermazione in Canada, per la gioia dei molti italiani appassionati di ciclismo che vi abitano, è rimasto deluso. A Quebec il 9 settembre ha vinto nettamente Simon Gerrans, australiano seguito dal belga Greg De Avermaet e dal portoghese Rui Costa, con un veloce scatto finale. Quarto Luca Paolini e sesto Diego Ulissi che non hanno potuto nulla contro lo sprint vincente di Gerrans. Domenica 9 settembre le cose sono andate leggermente meglio perchè questa volta il vincitore, il norvegese Lars Petter Norhaug ha battuto in contropiede Moreno Moser, l’astro nascente del ciclismo italiano, vincitore quest’anno del Giro della Polonia, e il russo Alexandr Kolobnev. Così mentre il numero di appassionati di ciclismo aumenta in tutte specialmente a livello amatoriale, in campo competitivo siamo ormai superati dalle nazioni emergenti quali Australia, Gran Bretagna già stabili nelle prime posizioni di classifica. Le statistiche raccontano di un’industria della bicicletta in continua espansione e di un numero sempre maggiore di amatori che trascorrono le vacanze attraversando lunghi tratti delle province canadesi in bicicletta perché ci sono molte strade panoramiche secondarie, poco traffico, un buon rapporto salite- discese e paesaggi aperti. Inoltre i moderni contenitori facilitano il trasporto via aerea nel caso di equipaggiamento personale, ma il noleggio di biciclette, soprattutto mountain-bike fa parte dei servizi disponibili anche durante le soste delle crociere sia nella regione atlantica sia sulla rotta Vancouver – Alaska.

mercoledì 12 settembre 2012

IMPARIAMO DAL CANADA


Questo è il consiglio che Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha recentemente esteso agli industriali del Verbano-Cusio-Ossola, come riporta l'articolo dell'ultimo numero di  un settimanale locale l'Eco Risveglio: tutti a scuola in Canada.
Domanda: 
Imprenditoria italiana tutta a scuola: da chi? in quale Paese?
Risposta:
"Per me un Paese emblematico per le politiche sagge sviluppate è il Canada dove l'impegno in ricerca, che è sostenuto fortemente dal Governo, cosa che non stiamo facendo per il momento in Italia, ha trasformato un Paese esportatore di materie prime, soprattutto energetiche, di legname, in un Paese che esporta tecnologia; si vede perchè nell'esplosione della bolla finanziaria è stato l'unico del G8 che non ha avuto cali del Pil":

martedì 11 settembre 2012

MUSICA PER IL LACOR HOSPITAL


Torniamo a parlare delle iniziative musicali volte a raccogliere fondi per il Lacor Hospital gestito dalla Fondazione Piero e Lucille Corti.

Della Fondazione, di Piero Corti e di Lucille Teasdale-Corti e dell’Ospedale Lacor in Uganda abbiamo parlato spesso nel nostro blog. Per  esempio:


Tanta buona musica e superbi interpreti per un’ottima causa saranno protagonisti:

Sabato 15 settembre 2012, h. 21.00
Chiesa di Madonna di Campagna, Verbania Pallanza

Concerto di
Roberto Olzer (pianoforte)
con la partecipazione di Elisa Marangon (voce)






venerdì 7 settembre 2012

GRAND PRIX CYCLISTE DE QUEBEC E MONTREAL - 7/9 SETTEMBRE 2012-

Le vittorie al giro d’Italia 2012 del corridore canadese Ryder Hesjedal e di David Veilleux alla Tre Valli Varesine rendono più interessante questa terza tappa del World Tour in Quebec perchè gli atleti di casa non saranno più considerati outsider come succedeva qualche anno fa. Le gare in programma avranno luogo il 7 settembre 2012 con lo svolgimento del GP del Quebèc e il 9 settembre con il GP di Montreal. Una grande occasione per vedere corridori di grande fama e ghiotta occasione per gli appassionati italiani di assaporare uno degli sport più amati. Gare tra l’altro che si possono seguire in streaming in diretta. Scorrendo la lista dei partecipanti, oltre a Hesjedal e Veilleux alla ricerca di gloria in patria, ci notano molti protagonisti della recente stagione agonistica internazionale desiderosi di confermare le loro prestazioni oppure all’inseguimento di un traguardo diventato finalmente prestigioso. Tra gli oltre 200 iscritti figurano Daniel Martin, Thomas Voeckler, Edval Boasson Hagen, Peter Sagan, Sylvain Chavanel,, Simon Gerrans, Matthew Goss, Sandy Casar e Pierrick Fedrigo ( FDJ.BIGMAT francese). L’Italia è ben rappresentata tra gli altri dall’astro nascente Moreno Moser affiancato da Marco Pinotti, Giovanni Visconti, Valerio Agnoli, Luca Paolini Diego Ulissi e Simone Stortoni. La competizione rilancia il ciclismo professionistico in Canada in un momento cruciale per il Quebec. Proprio in questi giorni, l’importanza delle elezioni e il dramma causato dal gesto criminale di chi ha provocato la morte di un pacifico manifestante durante la celebrazione per la vittoria pequista hanno creato apprensione nell’opinione pubblica. Una breve distrazione, da non confondere per favore con il panem et circenses di romana memoria, servirà a calmare gli animi e a guardare il mondo in un altro modo perché il Quebèc posa riprendere la sua strada senza paura.

giovedì 6 settembre 2012

I RISULTATI DELLE ELEZIONI PROVINCIALI IN QUEBEC DI 4 SETTEMBRE 2012

I risultati delle elezioni provinciali tenutesi in Quebec il 4 settembre 2012 hanno confermato le previsioni di voto che ha riportato al potere gli indipendentisti del Parti Quebecois, PQ. Era dal 1970 che in Canada non si parlava di terrorismo, dal tempo della crisi di ottobre, quando alcuni membri del gruppo indipendentista radicale Front de Libèration du Quèbec, FLQ presero prima in ostaggio e poi uccisero il ministro del lavoro del Quebec Pierre Laporte, ed in seguito rapirono e poi rilasciarono il diplomatico inglese James Cross. Ecco perché il gesto sconsiderato di Richard Henry Bain, un 62enne di La Conception, Quebec, che ha sparato e ucciso una persona, ferendone gravemente un’altra, ha oscurato il discorso per celebrare la vittoria del PQ di Pauline Marois e del suo ritorno al potere dal 2003. Questa volta sembra però sembra si tratti del gesto di un singolo individuo dovuto più a motivi personali che a un vero disegno terroristico criminale. Ciò che preoccupa riguardo a Bain è la sua attività di gestore di un’attività di fly and fish, ma i potenziali fruitori di questo tipo di servizi possono stare tranquilli, e salire a bordo senza patemi dei mitici idrovolanti che conducono ai seclusi luoghi di pesca del nord Quebec. E le elezioni? Il Parti Quèbecois ha vinto ma non stravinto, e sarà costretto a guidare un governo di minoranza e cercarsi degli alleati. Il voto popolare è stato spezzettato e l’assegnazione dei seggi secondo il sistema elettorale canadese ha premiato i partiti di maggioranza. Il Parti Quebecois di Pauline Marois ha ottenuto 1.393.000 voti (-3%) con 54 seggi (+7) ; i Liberal di Jean Charest, tra l’altro non rieletto, con 1.361.000 voti (-11%) si sono assicurati 50 seggi (-14) mentre la Coalition Avenir Quèbec di Francois Legault ha fatto un balzo in avanti con 1.181.000 voti (+10) aggiudicandosi 19 seggi (+10). Il Quebec Solitaire di Francosie Dvaide e Amir Khadir, vicino alle idee del PQ, ha incassato il 6% dei voci e 2 seggi. Tuttavia mentre le percentuali dei voti sono del 32, 31 e 27%, rispettivamente per il PQ, Liberal e CAQ, la distribuzione dei seggi premia il Parti Quèbecois e i Liberal ovvero 54 e 50 seggi mentre il CAQ pur con un buon 27% delle preferenze espresse ha soltanto 19 seggi. Due i candidati italiani : Filomena Rotiroti rieletta nella circoscrizione elettorale di Jeanne-Mance-Viger e Rita De Santis, eletta per la prima volta nella circoscrizione Bourassa-Sauvè, entrambe appartenenti al Partito Liberale del Quebec. Le elezioni hanno confermato al disaffezione verso i liberali e soprattutto verso il loro leader, ormai sulla via del ritiro, Jean Charest accusato di corruzione della sua amministrazione e incapace di gestire le manifestazioni studentesche che erano apparentemente rivolte all’esagerato aumento delle tasse universitarie ma che in realtà nascondeva le perplessità dei giovani nei confronti di u governo che secondo loro ha cancellato i programmi sociali in una provincia che godeva di un forte sistema di giustizia sociale, assistenza sanitaria gratuita e istruzione pubblica quasi. Il richiamo indipendentista del Parti Quèbècois non è stato quindi la chiave del suo successo, che la Marois ha cambiato lentamente in corso. Perchè i quebecchesi sono preoccupati per l’economia e hanno poco tempo da dedicare alla sovranità e all’indipendenza della provincia. E’ evidente però che non si può cambiare la pelle al lupo, e come i leghisti nostrani sognano la Padania così i pequiste favoleggiano di un Quebec a sé stante nel cosmo nordamericano che, d’altra parte, il resto del Canada non ostacolerebbe. Molti problemi non esiterebbero se l’economia del Quebec fosse alla pari con quella fiorente e stabile del resto del Paese in un periodo di lunga recessione mondiale, e altri sarebbero minimi se anziché rafforzare la somministrazione del francese quebecchese si forzasse un po’ di più il bilinguismo vero, non soltanto il vago insegnamento dell’uno o dell’altro idioma. Non credo che i quebecchesi debbano avere paura di perdere la loro identità, troppo distinta e forte per essere diluita ; anzi, se fossero un po’ meno orgogliosi, gli altri, vedi gli americani, ad esempio, sarebbero più curiosi e attenti. E infine, a parte i nativi che meritano un rispetto tutto loro, mi sono sempre chiesto perché gli anglofoni stentino così tanto a impadronirsi della lingua predominante simili agli italiani dell’Alto-Adige che non si adattano a imparare il tedesco perdendo così inesorabilmente l’opportunità di concorrere ai posti pubblici che richiedono il bilinguismo. I quebecchesi poi, pur padroni in generale dell’inglese, dovrebbero forzare, come detto dianzi il bilinguismo, perchè le multinazionali vogliono poter commerciare, lavorare nella lingua a loro più consona visto che sia in Nordamerica che nel mondo intero si parla soprattutto inglese, sempre rispettando la lingua di casa, e se hanno problemi se ne vanno altrove. Molte aziende lo hanno già fatto.

martedì 4 settembre 2012

AIR CANADA CELEBRA IL SUO SETTANTACINQUESIMO COMPLEANNO

Il volo inaugurale di Trans-Canada Air Lines (TCA) operò il 1 settembre 1937 tra Vancouver e Seattle trasportando due passeggeri e posta su un aereo Lockheed L-10 Electra. Il presidente e direttore generale di Air Canada, Calin Rovinescu ha ricordato che il 1° settembre 1935 Trans Canada Air Line (TCA) inaugurò il primo volo trasportando due passeggeri e posta tra Vancouver e Seattle a bordo di un aereo Lockheed L-10 Electra. Da quel giorno Air Canada è cresciuta fino a diventare al 15° compagnia aerea al mondo, compagnia aerea del Canada che serve 150 destinazioni attraverso il Canada e tutti e cinque i continenti. Innovazione e miglioramenti continui hanno facilitato la comunicazione tra i canadesi e con il resto del mondo rivestendo un ruolo importante nello sviluppo del Paese. Rovinescu si sente giustamente fiero nel celebrare il 75° anniversario della fondazione di Air Canada e annuncia eventi ed iniziative per la sua commemorazione, lieto di dividerla con i 27.000 dipendenti della compagnia aerea e con tutti i clienti. A partire da sabato 1 settembre 2012 i clienti avranno la possibilità di rivivere la storia della compagnia attraverso una serie di racconti e fotografie inedite pubblicate nell’edizione speciale della rivista di bordo di Air Canada enRoute reperibile nelle tasche posteriori dei sedili di bordo." Air Canada presenterà pure una storia visuale interattiva della compagnia online, vedi : 75.aircanada.com con oltre 300 immagini, e video che raccontano la storia di Air Canada e l’evoluzione dell’industria aeronautica canadese. Il 1 settembre Air Canada lancerà pure un concorso tra i lettori per celebrare l’anniversario, vedi www.facebook.com/aircanada per i dettagli. Il Canada Aviation and Space Museum di Ottawa inaugurerà il 4 ottobre 2012 la mostra : “People, Places and Planes : Air Canada at 75” dove saranno esposte le migliori fotografie della collezione di Air Canada a partire dagli albori. Il museo possiede la più grande collezione al mondo di reperti e documentazione riguardante Air Canada tra cui uniformi, migliaia di immagini e stampe oltre a un Douglas DC-9 e a un Lockheed Electra. In poche parole la storia dell’aviazione canadese. Vedi pure,. www.aviation.technomuses.ca Per celebrare questa tappa fondamentale della sua storia, Air Canada ha lanciato Air Canada Foundation, una Fondazione non profit dedicata alla salute e al benessere dei bambini bisognosi. La prima raccolta di fondi ha raggiunto 250.000 dollari. Vedi : aircanada.com/foundation e aircanada.com/csr per maggiori dettagli. Per quanto riguarda invece la conversione della flotta esistente , all’inizio dell’anno Air Canada ha esibito il Boeing 787 Dreamliner, il più moderno ed efficiente modello d’aereo che è arrivato in Canada il 2 marzo 2012 in occasione del 75° anniversario. Secondo Air Canada il consumo di carburante e i costi di manutenzione del B787 sono inferiori del 30% di quelli del B767-300ER che intende sostituire. Air Canada ne ha ordinate 37 con l’opzione su altri 13, con la prima consegna prevista per il 2014. http://www.eturbonews.com/30911/air-canada-launches-promotion-mark-75th-anniversary-inaugural-fl Buon compleanno, Air Canada

lunedì 3 settembre 2012

PERCHE' RUBARE LO SCIROPPO D'ACERO?

Secondo i risultati di una recente ricerca, effettuata da un gruppo di studiosi giapponesi, lo sciroppo d’acero è in grado di migliorare le funzionalità epatiche. Questo spiega forse il motivo del colossale furto di tale prodotto avvenuto recentemente nella provincia canadese del Quebec. La notizia risale al 31 agosto 2012 quando è stata scoperta la sottrazione di una ingente quantità di sciroppo d’acero dalle riserve strategiche del Quebec per un valore di oltre 30 milioni di dollari, ed equivalente a un terzo di quelle totali. Un furto paragonabile a quello del rame sulla rete ferroviaria italiana. Ammassare prodotti specifici in caso di necessità è abbastanza normale, lo fanno anche gli Stati Uniti con il petrolio in caso di emergenza geopolitica. Ma lo sciroppo d’acero fa un po’ sorridere. Immagino che della federazioni di produttori d’acero del Quebec faccia parte l’imponente Pierre Faucher, che negli anni ottanta e novanta fece apprezzare lo sciroppo attraverso le sue apparizioni alle manifestazioni per la promozione del turismo in Canada in tutto il mondo. Alto, con la barba mosaica e la stretta di mano da boa constrictor, paludato con la immancabile camicia a quadretti rossonera, tanto per non essere facilmente identificato sia come produttore di sciroppo sia come taglialegna. Non vorrei quindi essere uno dei ladri, non dormirei in pace. Nella realtà industriale, il Canada è leader nella produzione di sciroppo almeno dagli anni quaranta del secolo scorso, e copre il 75% del fabbisogno mondiale. Per quanto riguarda il Giappone l’importazione è aumentata di oltre il 250% dal 200 al 2005, probabilmente grazie allo zampino degli studiosi di cui sopra che ne hanno sancito il miglioramento della protezione e funzionalità epatica grazie agli antiossidanti che favorirebbero il metabolismo del glucosio e la secrezione dell’insulina soprattutto nella cura del diabete. Il motivo delle scorte di sciroppo è dovuto alle incognite della sua produzione, legate alle variazioni climatiche che non sempre garantiscono agli aceri stabili nottate fredde e giornate abbastanza calde. E’ chiaro che le industrie produttrici di prodotti alimentari richiedono il prodotto indipendentemente dagli umori atmosferici, ed ecco perché l’associazione dei produttori di sciroppo del Quebec ha allargato e posto sotto controllo nuove aree di produzione e nel contempo immagazzinato la quantità eccedente per evitare le impennate dei prezzi che nel 2008 hanno visto aumentare il costo al chilo da 4.80 a 8.00 dollari. E in funzione dell’aumento dell’interesse per il mercato estero, la stabilità della fornitura e del prezzo del prodotto è importantissima. Al di là di tutte questi accorgimenti, comuni ad altri settori produttivi, resta inspiegabile la ragione del furto perché lo sciroppo non è facilmente riciclabile. Sembra un crimine perpetrato con l’aiuto di complici interni all’azienda con un disegno ben chiaro in mente. Adesso osserveremo con maggior cura gli scaffali dei prodotti dolciari alla ricerca dello sciroppo d’acero canadese per il pancake, con un pensiero ai giapponesi e a Pierre Faucher.

domenica 2 settembre 2012

4 SETTEMBRE 2012 : ELEZIONI PROVINCIALI IN QUEBEC.

Martedì 4 settembre 2012 si terranno le elezioni provinciali in Quebec, dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale voluto dal Premier Jean Charest il 1 agosto 2012, e autorizzato dal governatore della provincia canadese Pierre Duchesne. Il mondo politico nordamericano è monopolizzato da quanto succede negli Stati Uniti soprattutto perché il Canada, il vicino del nord, è un Paese abbastanza tranquillo e stabile rispetto ad altri. Tuttavia, anche il Canada ha la sua spina nel fianco rappresentata dal Quebec, la provincia francofona che ritmicamente tenta di dissociarsi dal Canada federale. Il 1 agosto il premier Jean Charest, Liberale, ha chiesto lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, crisi di governo ed elezioni indette il 4 settembre 2012. Pur avendo la maggioranza dei seggi – 66 con il 32% dei voti, l’impopolarità causata soprattutto da una cattiva situazione economica in una delle province più avanzate del Paese, lo ha costretto a gettare la spugna. I sondaggi più recenti vedono in testa il Parti Québècois di Pauline Marois con il 33 % ( 51 seggi e il 17% nelle precedenti elezioni) seguito dai Liberali al 28% e dal CAQ - Coalition Avenir Quèbec di Francois Legault al 27% (precedenti elezioni : 7 seggi – 16% dei voti). Il partito indipendentista potrebbe quindi aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei seggi necessari per governare senza problemi il Quebec. Dai vari commenti emerge l’indifferenza del Quebec verso i problemi reali, ma anche il rigetto dei canadesi federali verso quanto succede nella Belle Province, dove si dibattono argomenti seri in maniera abbastanza vetusto. Siamo al solito pensiero di supremazia che esige il test di francese agli immigrati che vogliono accedere alle cariche pubbliche, test che addirittura doveva essere applicato anche ai nati in Quebec, poi rivisto per le proteste dei Nativi, e l’abolizione di tutti gli abiti e simboli religiosi per i dipendenti pubblici ( salvo il crocefisso). Tra i vari punti anche la proibizione per i francofoni e gli allofoni di iscriversi alle scuole inglesi. Oscurantismo che sa di pulizia etnica non proprio larvata. Per chi conosce il Quebec, non sembra proprio abbia bisogno di queste misure protezionistiche per preservare la propria identità minacciata, da chi? Tuttavia il motivo dell’ascesa del Parti Quebecois è imputabile a una debole performance di Charest che incolpa il Parti Quebecois dei mali della provincia e ha fatto poco per rivitalizzarla creando le premesse per il declino dei Liberali. L’astro nascente sembra così essere il CAQ del populista Francois Legault che non ha mai rivestito funzioni pubbliche e promette di tutto, ma le previsioni sono tutte per Pauline Marois, un successo che appare scontato e che allontanerà sempre più il Quebec dal resto del Canada. Se il Quebec pensa solo a se stesso, le altre province non sembrano preoccuparsene più di tanto,anche se qualcuno si chiede quanto debba ancora durare questo tira e molla. Il Quebec d’altra parte non ha interesse ad abbandonare uno dei Paesi più forti del G8 con una struttura che garantisce loro il 15% del budget federale, e che francamente non crea nessuna minaccia alla sua lingua e cultura francese. Un dialogo inesistente tra due mondi, che a furia di ignorarsi e combattersi, si stanno lentamente allontanando l’uno dall’altro, un’erosione lenta da faglia.