domenica 2 settembre 2012

4 SETTEMBRE 2012 : ELEZIONI PROVINCIALI IN QUEBEC.

Martedì 4 settembre 2012 si terranno le elezioni provinciali in Quebec, dopo lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale voluto dal Premier Jean Charest il 1 agosto 2012, e autorizzato dal governatore della provincia canadese Pierre Duchesne. Il mondo politico nordamericano è monopolizzato da quanto succede negli Stati Uniti soprattutto perché il Canada, il vicino del nord, è un Paese abbastanza tranquillo e stabile rispetto ad altri. Tuttavia, anche il Canada ha la sua spina nel fianco rappresentata dal Quebec, la provincia francofona che ritmicamente tenta di dissociarsi dal Canada federale. Il 1 agosto il premier Jean Charest, Liberale, ha chiesto lo scioglimento dell’Assemblea Nazionale, crisi di governo ed elezioni indette il 4 settembre 2012. Pur avendo la maggioranza dei seggi – 66 con il 32% dei voti, l’impopolarità causata soprattutto da una cattiva situazione economica in una delle province più avanzate del Paese, lo ha costretto a gettare la spugna. I sondaggi più recenti vedono in testa il Parti Québècois di Pauline Marois con il 33 % ( 51 seggi e il 17% nelle precedenti elezioni) seguito dai Liberali al 28% e dal CAQ - Coalition Avenir Quèbec di Francois Legault al 27% (precedenti elezioni : 7 seggi – 16% dei voti). Il partito indipendentista potrebbe quindi aggiudicarsi la maggioranza assoluta dei seggi necessari per governare senza problemi il Quebec. Dai vari commenti emerge l’indifferenza del Quebec verso i problemi reali, ma anche il rigetto dei canadesi federali verso quanto succede nella Belle Province, dove si dibattono argomenti seri in maniera abbastanza vetusto. Siamo al solito pensiero di supremazia che esige il test di francese agli immigrati che vogliono accedere alle cariche pubbliche, test che addirittura doveva essere applicato anche ai nati in Quebec, poi rivisto per le proteste dei Nativi, e l’abolizione di tutti gli abiti e simboli religiosi per i dipendenti pubblici ( salvo il crocefisso). Tra i vari punti anche la proibizione per i francofoni e gli allofoni di iscriversi alle scuole inglesi. Oscurantismo che sa di pulizia etnica non proprio larvata. Per chi conosce il Quebec, non sembra proprio abbia bisogno di queste misure protezionistiche per preservare la propria identità minacciata, da chi? Tuttavia il motivo dell’ascesa del Parti Quebecois è imputabile a una debole performance di Charest che incolpa il Parti Quebecois dei mali della provincia e ha fatto poco per rivitalizzarla creando le premesse per il declino dei Liberali. L’astro nascente sembra così essere il CAQ del populista Francois Legault che non ha mai rivestito funzioni pubbliche e promette di tutto, ma le previsioni sono tutte per Pauline Marois, un successo che appare scontato e che allontanerà sempre più il Quebec dal resto del Canada. Se il Quebec pensa solo a se stesso, le altre province non sembrano preoccuparsene più di tanto,anche se qualcuno si chiede quanto debba ancora durare questo tira e molla. Il Quebec d’altra parte non ha interesse ad abbandonare uno dei Paesi più forti del G8 con una struttura che garantisce loro il 15% del budget federale, e che francamente non crea nessuna minaccia alla sua lingua e cultura francese. Un dialogo inesistente tra due mondi, che a furia di ignorarsi e combattersi, si stanno lentamente allontanando l’uno dall’altro, un’erosione lenta da faglia.

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