venerdì 28 settembre 2012

CANADA E REGNO UNITO : ACCORDO PER LA CONDIVISIONE DI ALCUNI SERVIZI CONSOLARI

Canada e Regno Unito si sono accordati per condividere alcuni servizi consolari. Mentre di là dall’Atlantico la notizia non ha suscitato molte apprensioni, al di qua le critiche non sono mancate, e il governo guidato da Stephen Harper è stato accusato di aver riportato indietro le lancette dell’orologio al tempo del colonialismo. Secondo alcuni non cambia lo stato delle cose attuali perché anche adesso i canadesi che hanno bisogno di assistenza si rivolgono alle sedi diplomatiche australiane o britanniche in caso di estrema necessità. E’ chiaro però che ai canadesi questa decisione amministrativa non garba molto. C’è chi paventa addirittura la perdita di indipendenza in materia di politica estera. L’idea, anzi il progetto approvato dai William Jefferson Hague, Segretario di Stato per gli Affari Esteri e del Commonwealth, per i britannici e da John Baird, Ministro degli Affari Esteri, per i canadesi, rischia di minare il buon nome che i canadesi hanno ottenuto nel mondo come portatori di pace (del canadese Lester Pearson l’invenzione di caschi blu dell’Onu) soprattutto nei Paesi africani e asiatici che hanno subito la dominazione coloniale britannica. In queste situazioni le voci che si levano sono sempre molteplici : c’è chi suggerisce di chiudere i consolati meno necessari o supposti tali (vedi ad esempio chiusura del consolato e dell’ufficio del turismo canadese a Milano accompagnati pure dalla sospensione dei voli dell’unica compagnia aerea canadese – Canadian Airlines poi conglobata in Air Canada - in servizio sulla rotta Milano Toronto, chi pensa che il costo della condivisione dei servizi con i britannici sia pari al costo di una missione diplomatica e chi si spinge oltre paragonando l’accordo con il Regno Unito a un preciso affronto ai quebecchesi. Come si nota, non manca quasi nessuna rivendicazione. In realtà la mossa appare come un espediente per ridurre le spese pur mantenendo un minimo ed efficiente servizio consolare, già attivo negli stati dove è presente soltanto uno dei due Paesi. Di fatto, alcuni canadesi residenti in Nord Italia intervistati al riguardo hanno espresso parere favorevole per avere una presenza a Milano, soprattutto per le pratiche di routine quali rinnovo dei passaporti piuttosto che essere sempre costretti a rivolgersi all’ambasciata canadese di Roma, del cui servizio comunque nessuno si è lamentato. Inoltre, suscita poco interesse la postazione di console onorario, solitamente lontana dalla realtà e dalla burocrazia diplomatica. Le critiche a Harper non sono mancate, ma quando mai le opposizioni sono a favore? Il governo canadese ribadisce con forza che la politica estera continuerà ad essere canadese e che le misure prese costituiscono soltanto un ridotto accordo amministrativo. Harper non ha nascosto le sue simpatie verso il Regno Unito, che ha comunque plasmato il Canada, autorizzando l’affissione dei ritratti della regina Elisabetta in tutte le ambasciate del mondo. Oh, Canada!

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