Quando si pensa al Canada la mente corre inevitabilmente allo straordinario paesaggio naturale che caratterizza quel paese, ai suoi laghi, ai suoi fiumi, alle sue immense foreste, alla sua fauna, alla sua wilderness insomma; tutt'al più si ricordano le grandi metropoli moderne, è raro invece che si faccia riferimento al suo passato, alla sua storia.
Si tratta di una dimenticanza ingiustificata: certo nulla a che vedere con i millenni di storia che hanno plasmato i paesi europei e l’Italia in particolare, ma siamo di fronte comunque ad almeno tre secoli caratterizzati da avvenimenti interessanti e talvolta decisivi e dei quali rimangono diverse ed importanti vestigia.
Mio marito – grande appassionato di storia, soprattutto militare – ed io, nei nostri numerosi girovagare abbiamo incontrato diverse testimonianze del passato canadese, accentrate nelle province orientali del paese.
Si tratta di una dimenticanza ingiustificata: certo nulla a che vedere con i millenni di storia che hanno plasmato i paesi europei e l’Italia in particolare, ma siamo di fronte comunque ad almeno tre secoli caratterizzati da avvenimenti interessanti e talvolta decisivi e dei quali rimangono diverse ed importanti vestigia.
Mio marito – grande appassionato di storia, soprattutto militare – ed io, nei nostri numerosi girovagare abbiamo incontrato diverse testimonianze del passato canadese, accentrate nelle province orientali del paese.
Oggi, minuziosamente e perfettamente ricostruita così come doveva essere nel XVIII secolo, con le sue imponenti mura turrite, i cannoni, gli acquartieramenti per le truppe e gli ufficiali, lo studio del comandante, l’armeria, i depositi, non potrà non affascinare i turisti e gli appassionati – così come è successo per noi - facendoli immergere nella vita quotidiana di una fortezza assediata del Settecento. Nei miei ricordi, già al posto di guardia all’esterno della fortezza, è iniziato il nostro cammino a ritroso nella storia, bisognava infatti dare le risposte giuste (in francese!) ai soldati per dimostrare di essere amici e quindi essere ammessi all’interno, dove risultava scomparsa ogni traccia di modernità. La presenza di soldati e ufficiali rigorosamente abbigliati con le loro divise d’epoca accanto a uomini, donne, bambini e animali che, all’interno della fortezza, si occupavano delle loro normali incombenze, utili alla sopravvivenza della comunità costretta tra le mura del forte, rendeva il tutto assolutamente credibile e di un realismo perfetto: sparare il cannone, il cambio della guardia, arrestare un ladro di bestiame, preparare le conserve e le marmellate, tagliare il fieno, cavare le patate, studiare l’abbecedario, rincorrere un cavallo imbizzarrito, …
Calandoci nella parte, malgrado i nostri abiti moderni e apparecchi fotografici, abbiamo persino consumato un frugale pasto, servito da gentili osti del settecento, in ciotole e boccali rigorosamente di peltro su grezze tovaglie di lino.
Si è trattato di una esperienza davvero unica e indimenticabile, come se la macchina del tempo ci avesse trasportato per un’intera giornata indietro di oltre tre secoli!
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