giovedì 28 gennaio 2016

L'EMIGRAZIONE NELLA CANZONE ITALIANA



L'autore dello studio sull'emigrazione nella canzone italiana, Eugenio Marino, ha presentato il suo libro durante un tour tra Stati Uniti e Canada (Filadelfia, New York, Boston, Montréal, Ottawa, Toronto, Vancouver, Los Angeles) lo scorso mese di giugno.


Il libro di Eugenio Marino (Cosmo Iannone Editore, 2014) ha il merito particolare di far dialogare e tenere assieme contenitori spazio-temporali che purtroppo raramente tendono a parlarsi: il mondo della canzone popolare e folclorica, il mondo dell'emigrazione e della cultura italiana all'estero e il mondo della canzone italiana contemporanea. In modo piacevole e con tante scoperte e curiosità.
parole di Fabio Veneri in un interessante recensione.




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martedì 26 gennaio 2016

ALBERGO FUORI DALL'ORDINARIO, Terza Puntata

Ti sei divertito ad immaginarti nelle foreste selvagge a dormire in una jurta, un teepee o appeso ad un albero, in un igloo o al più chic hotel de glace?

http://www.turismoincanada.blogspot.it/2016/01/albergo-fuori-dallordinario-seconda.html

http://www.turismoincanada.blogspot.it/2016/01/albergo-fuori-dallordinario-seconda.html

Ebbene, ecco altre curiose alternative abitative per la tua vacanza in Canada

A VANCOUVER... nell'ACQUARIO?
E perchè non una notte passata coi bambini al VANCOUVER AQUARIUM; dopo un'ampia visita informativa ed incontri ravvicinati, sdraiarsi a riposare comodamente su materassi e sacchi a pelo stesi davanti alle gigantesche ed avvolgenti vasche ad osservare orche  e foche e pesci tipici della costa del Pacifico. L'Acquario, nel meraviglioso parco cittadino STANLEY PARK, è aperto 365 giorni all'anno.
http://www.vanaqua.org/


oppure a OTTAWA... IN GALERA?!?
Perchè no, se si tratta di "andare dietro le sbarre" dello storico carcere di Ottawa (chiuso nel 1972), ristrutturato, ammodernato e trasformato in un ostello con aree comuni e diverse sistemazioni. Per giovani (e giovani in spirito) che possono scegliere tra dormire nel dormitorio, oppure in 'celle' private o nell'appartamento del Direttore della prigione. Colazione e visite guidate dell'intera struttura sono inclusi e non mancano storie truci e fantomatiche presenze...


                                   http://www.hihostels.ca/Ontario/1166/HI-Ottawa-Jail.hostel#panel1-8
http://www.hihostels.ca/                      

venerdì 22 gennaio 2016

EVANGELINE di H. W. Longfellow

La storia della immane tragedia sociale quale è stata la deportazione degli Acadiani è assai interessante ed esposta in modo conciso in un post precedente


Evangeline, Un racconto dell'Acadia è un componimento in esametri  di carattere epico scritto dal poeta statunitense Henry Wadsworth Longfellow nel 1847 che ebbe grande successo di lettori. Il personaggio di Evangeline Bellefontaine è simbolo di perseveranza e speranza per gli Acadiani. Una figura mitica e travagliata che nell'assurdità della deportazione smarrisce il suo grande amore Gabriel Lajeunesse ma non smette mai di cercarlo: i due spesso si trovano vicini senza però incontrarsi, finchè...
Una figura mitica che assurge spesso a vera e propria eroina. Decine di pubblicazioni e traduzioni. Dalla trama del  poema venne girato un film muto nel 1929 con l'attrice Dolores Del Rio. Dagli anni 90 il musical EVANGELINE viene rappresentato in numerosi teatri negli Stati Uniti ed in Canada con enorme successo di pubblico.



Quando il poema in 1400 versi (esametri)  “Evangeline” scritto da Henry Wadsworth Longfellow fu pubblicato negli Stati Uniti nel 1847, il mondo anglofono venne a conoscenza della storia della grande deportazione degli Acadiani e il grande sradicamento “le Grand Dérangement” (1755-1763). 

Grand-Pré, dimenticato per almeno un secolo, divenne popolare per i turisti americani ansiosi di visitare il luogo di nascita di Evangeline, eroina del romanzo. Ma nulla rimaneva del villaggio originale ad eccezione dei terrapieni e una fila di vecchi salici.
Nel 1907 lo scrittore, storico e gioielliere John Frederic Herbin, la cui madre era acadiana, comprò la terra che riteneva essere la sede della Chiesa di Saint-Charles al fine di poterla preservare. L’anno successivo il governo della Nova Scotia emanò un decreto per inserire quale amministrazione fiduciaria  il “Grand-Pré Historic Grounds”.
Sul luogo Herbin costruì un muro per delimitare il cimitero della chiesa, usando le pietre di ciò che lui riteneva essere le fondamenta acadiane.
Nel 1917 egli vendette la proprietà al “Dominion Atlantic Railway” (DAR), a condizione che gli acadiani venissero coinvolti nella sua conservazione.
Nel 1920 il DAR eresse una statua ad Evangeline, realizzata dallo scultore canadese Philippe Hebert e finita, dopo la sua morte, dal figlio Henri.
Il DAR concesse una parte del terreno alla Société l’Assomption, una compagnia di mutua assicurazione, di proprietà e diretta da Acadiani. La Société National l’Assomption promosse un comitato per raccogliere fondi per erigere a Grand-Pré una chiesa-memoriale. La costruzione, iniziata nella primavera del 1922, venne completata per la parte esterna nel novembre dello stesso anno; mentre la parte interna della chiesa fu terminata nel 1930, 175° anniversario della deportazione e venne aperta al pubblico come museo. Nel 1924 il comitato eresse una croce a due chilometri dalla chiesa, per commemorare le sofferenze della  deportazione.
http://www.umoncton.ca/umcm-maum/node/9

Nel 1957 il governo canadese acquistò Grand-Pré e, nel 1961, divenne Sito Storico di Interesse Nazionale.

lunedì 18 gennaio 2016

ALBERGO FUORI DALL'ORDINARIO Seconda puntata

Andiamo avanti nell'excursus delle varie possibilità di alloggio in Canada ...fuori dai soliti schemi. Vedi http://www.turismoincanada.blogspot.it/2016/01/albergo-fuori-dallordinario-prima.html per 2 proposte 'sottozero'!

CASA SULL'ALBERO
Non è precisamente la capanna che avremmo tutti voluto costruirci da bambini! Le sfere "dello spirito libero" sono in effetti dei grossi palloni di legno che pendono dalle fronde della foresta pluviale a Qualicum Beach sull'Isola di Vancouver. Per gli amanti del bricolage... le sfere sono in vendita da montare a casa!

IURTA
Origina dalla tipica abitazione circolare dei nomadi dell'Asia Centrale. Costruite modernamente con materiali tecnologici e studiate per resistere alle intemperie meglio di una tenda convenzionale, le iurte sono sollevate da terra su una piattaforma ed all'interno hanno tutte le comodità necessarie. Un'ampia apertura sul soffitto assicura vedute notturne indimenticabili. Ottima sistemazione per un'avventura nella wilderness senza dimenticare la piacevolezza di un pò di comodità... Vedi Algonquin Park Ontario. 

A yurt overlooking the Bay of Fundy
http://www.pc.gc.ca/eng/pn-np/nb/fundy/activ/camping/yourtes-yurts.aspx

TEEPEE 

Universalmente riconosciuta come la tipica abitazione degli indiani del nordamerica (regola che non vale affatto per tutti i Nativi, ma questo è un altro discorso), è senz'altro un modo avventuroso di immergersi nella solitudine e tranquillità degli ampi spazi aperti o nelle foreste canadesi. Molto diffusa come proposta di soggiorno sull'Isola di Manitoulin in Ontario.



giovedì 14 gennaio 2016

ALBERGO FUORI DALL'ORDINARIO... Prima Puntata

Non ti bastano le bellezze naturali e gli ampi spazi che il Canada offre al visitatore? In questo contesto, vorresti soggiornare in un posto davvero fuori dall'ordinario o tipico del continente nordamericano? Eccoti accontentato, con ben 10 diverse proposte dove passare una o più notti in totale relax! E magari dall'emozione non riuscirai a dormire, ti sembrerà di sognare!


HOTEL DI GHIACCIO 
Québec - Soggiornare in una cattedrale di ghiaccio (dal -2 ai -5 gradi) con tutte le comodità. Di ghiaccio sono le pareti, i soffitti, i candelabri, i mobili, tutto insomma. Da prenotare da gennaio ad aprile... altrimenti troverai solo una pozza d'acqua! Puoi anche solo passare all'ICE BAR per curiosità e una bevanda corroborante...
http://www.hoteldeglace-canada.com/


IGLOO

Lo si potrebbe considerare un  clichè ma è proprio vero che il Canada offre la possibilità di dormire in un vero igloo, monolocale tipico delle popolazioni nordiche costruito completamente con blocchi di neve ghiacciata. Sempre ghiaccio è, soprattutto più sobrio e meno costoso dell'hotel di Ghiaccio.
Le attività correlate ad un soggiorno di questo genere variano dalle escursioni con slitte trainate dai cani, ciaspolate, sci da fondo, etc. Disponibili un pò ovunque. Per esempio n British Columbia Canada West Mountain School tiene corsi che ti insegnano a costruirti il tuo igloo privato ! p.s. può risultare utile in caso di maltempo per approntare un rifugio di emergenza.




SEGUE...

martedì 12 gennaio 2016

BORDER COUNTRY, Minnesota/Ontario


Ci sono circa 1.150.000 ettari di libertà tra il Minnesota (Boundary Waters Canoe Area Wilderness) e la provincia canadese dell’Ontario con i parchi La Verendrye Provincial Park ed il Quetico Provincial Park. Abbastanza per la solitudine e l’avventura, sufficienti per la gioia degli uomini e per la vita dei castori e delle alci, dei lupi grigi e degli orsi neri, delle martore e delle linci, dei caribù e delle aquile dalla testa bianca, oltre a quei milioni di uccelli acquatici che hanno eletto il Border Country a residenza estiva, alcova e nursery.
Ciò che più caratterizza l’area è l’abbondanza di laghi, paradiso di pescatori e canoisti! Quanti sono i laghi in questa zona di confine spesso denominata Border Country, poco ad ovest del lago Superiore? Le guide azzardano 350, ma contando con pazienza le macchioline blu sulla carta ufficiale si arriva a 677. Per i ranger della grande riserva naturale che occupa la parte statunitense della regione, il numero è 1.000, mentre per i pescatori (la specie più abbondante in tutto il territorio) sono 567.


La storia “bianca” della regione del Quetico Superior Country cominciò da un cappello. Di pelliccia di castoro.
La passione degli inglesi per lo Wellington di feltro di castoro e la moda che a Parigi imponeva cappotti e cappellini di pelliccia cambiarono la faccia di quell’America selvaggia quasi quanto nei millenni avevano fatto il ghiaccio e l’acqua.


http://www.thecanadianencyclopedia.ca/en/article/beaver-pelts/

Agli inizi del XVII secolo la regione dei Grandi Laghi non contava più di 100.000 indiani. Qui non ne vivevano che alcune centinaia, un decimo della gente che oggi vi passeggia e vi pagaia in un solo giorno di agosto. Non c’erano tra loro i discendenti diretti di quei cacciatori nomadi che raggiunsero quest’area probabilmente attraverso lo stretto di Bering 10.000 anni fa. Una seconda e più massiccia immigrazione era infatti venuta da sud 5.000 anni dopo.
Gli archeologi li definiscono paleo-indiani, di loro si sa che vivevano in piccoli nuclei familiari spostandosi su canoe di corteccia di betulla, cacciando e pescando, costruendosi utensili di legno e punte di frecce di selce. I loro sogni li dipingevano sulle rocce bianche levigate dai ghiacciai dove ancora spiccano rosse le immagini dell’alce e del cacciatore, le impronte sovrapposte di molte mani, le figure quasi astratte delle loro divinità.
Quando arrivarono gli europei molte tribù indiane si erano succedute nella regione, e l’ultima tra queste, i Dakota Sioux, da tempo era in guerra contro gli Ojibwa che dalle proprie zone di origine, sulla costa est, si erano spostati a nord spinti dalla progressiva invasione dei bianchi.
Il commercio delle pellicce era iniziato nel 1534, quando i primi europei si accorsero di quanto poteva essere bello un cappello di castoro e i coloni americani scoprirono attorno ai Grandi Laghi una popolazione sterminata di questi instancabili roditori ed eccezionali costruttori di dighe. I francesi furono i primi a cominciare un fitto commercio con le popolazioni indiane locali: pellicce contro specchi, nastri, coltelli d’acciaio, rum, fucili. Presto però la domanda di pelli fu tale da indurre i bianchi a tentare essi stessi l’avventura.

E’ l’epopea dei voyageurs: esploratori, commercianti, portatori, cacciatori e trappers. Gli eroi di questa terra erano in realtà dei forzati della canoa, salariati dalla  Compagnia di Nord-Ovest con sede a Montréal (dal 1821 rilevata dalla Compagnia della Baia di Hudson, inglese). Il loro compito era quello di fare la spola tra il Grand Portage, centro di affari sul Lago Superiore e i territori del Nord fino al lago Athabasca, portando merci varie e tornando con carichi di migliaia di pellicce di castoro. C’erano 4.800 chilometri da percorrere dall’1° maggio all’1° ottobre prima che tutto tornasse sotto il dominio del ghiaccio, e non era una strada facile. C’erano rapide e laghi che sembravano mari, lunghi tratti di pista (portage) da percorrere con la canoa rovesciata sulla testa, il freddo, i temporali, i brutti incontri e un carico di 8-10 balle da 20 chili l’una da proteggere contro tutto e contro tutti.
Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell’800 lavoravano annualmente nella zona del Lago Superiore oltre 5.000 voyageurs. Ciascuno trasportava, a stagione, centinaia di pelli di castoro, oltre a quelle di lince, lupo, martora, orso, volpe.
Quando la moda finalmente cambiò, il castoro era una specie in pericolo di estinzione e una nuova minaccia si profilava all’orizzonte. Alla fine dell’Ottocento i primi insediamenti umani già rosicchiavano i confini della grande foresta. Nel 1910 tutti i grandi alberi attorno ai laghi erano stati abbattuti e intere città di legno erano nate presso le cartiere.
Quando anche questo capitolo si chiuse attorno agli anni Settanta, la foresta non era più la stessa. Gran parte degli alberi più alti o più vecchi era stata abbattuta, milioni di metri cubi di legname erano stati sottratti al bosco, mentre le miniere di ferro aprivano ferite non più rimarginabili.
 “Dubito che ci sia un altro posto, dall’Atlantico al Pacifico, per il quale si è tanto discusso e tanto combattuto come per il Border Country”, scrisse Sigurd Olson, uno dei più accesi sostenitori della protezione della regione. Fu una lotta titanica e senza esclusione di colpi iniziata alla fine del secolo XIX quando la nascita dei primi parchi nazionali riempì di speranza gli amanti della natura.

mercoledì 6 gennaio 2016

THE STORY OF LA BEFANA



La Befana

Con l'augurio di un Felice e Prospero 2016 a tutti i nostri lettori, riproduciamo qui di seguito l'articolo di Agata De Santis su italocanadese.com in cui racconta la leggenda della Befana, tradizione italiana esportata, come innumerevoli altre, nel continente nordamericano. Racconta che la vecchina aveva rifiutato di seguire e di aiutare nella loro ricerca i Re Magi perchè troppo occupata a completare le pulizie di casa: pentitasi,  si precipitò fuori con ancora la sua scopa in mano ed iniziò a cercare casa per casa i 3 Magi, sperando di poter anche lei incontrare il Bimbo Gesù. Una frenetica e vana ricerca ma intanto si preoccupava di riempire di leccornie le calze dei bimbi buoni e di pezzi di carboni per quelli meno buoni!

Long before the American Santa Claus became the dominant force in the Italian Christmas tradition, Italian children did not anxiously await gifts on December 25. It was the morning of January 6, on the day of the Epiphany, when the goodies came. And it wasn’t Babbo Natale who brought the gifts, but an old peasant woman affectionately called, La Befana.
The legend goes something like this. An old white-haired woman was busily sweeping her house when the Magi – better known as the Three Wise Men – came to her door. They said they were seeking the new King who was born in Bethlehem. They needed directions, and asked if she wanted to join them on their journey. Impossible, she replied, as she had way too many chores to do. And so the Magi went on their way without the old woman.
But not long after they had left, la Befana began to regret her decision. Were the strangers really going to see the newborn Christ? She ran out of her home with her broom still in tow to look for them, but they were nowhere in sight. And so she set off, searching for them all night, without any luck.
And so the story goes, that every year, on the eve of the feast of the Wise Men – the Epiphany – the old woman once again sets off, going from home to home, in search of the newborn Christ. And while she is there, she fills the stockings of the good children with gifts, and leaves a lump of coal for the bad children. All this in hopes that one day she will indeed see the newborn Christ.
There are a few variations on the story. Some, for example, called la Befana a witch, rather than an old peasant woman. But the main points remain the same.
The Legend Of Old Befana
To this day, the Befana legend continues to be a part of Italian culture, both in Italy and abroad. The Feast of the Epiphany – January 6 – is a national holiday in Italy. It is also considered the last day of the Christmas holiday season.

In 1980, popular children’s author and illustrator, Tomie dePaola, penned a children’s book entitled The Legend of Old Befana, which offers a charming take on the legend. The Italian-American author continues to be a pinnacle in the children’s book genre, and the book, now in its 35th year of publication, continues to be a popular read.


You can purchase a copy of Tomie dePaola’s The Legend of Old Befana from our online store:http://www.redheadproductions.com/ItalocanadeseShop.html.

Il libro THE LEGEND OF THE OLD BEFANA di Tomie dePaola, autore italo-americano per l'infanzia,  è un regalo natalizio di grande successo ancor oggi, a 35 anni dalla prima pubblicazione.