venerdì 18 dicembre 2015

RILEGGIAMO...ROCKIES, una vita lunga 600 milioni di anni



 


Negli ultimi 250.000 anni si sono avute tre ere glaciali di una certa importanza. Sebbene questi sommovimenti geologici  interessino solo un periodo limitato nei 600 milioni di anni di vita delle Rockies, i loro effetti sono stati determinanti. Essi avrebbero infatti coperto le montagne più alte, all'epoca tondeggianti, dando origine a un territorio molto simile all'attuale Antartide. L'erosione dei ghiacciai avrebbe in seguito prodotti i circhi glaciali e i tipici profili che caratterizzano i rilievi che tutti noi ammiriamo estasiati.
I profili a punta, peculiarità inconfondibile delle Rocciose, hanno origine quando i solidi strati di calcare, dolomite e quarzite si mescolano con gli strati più deboli di argillite. Le formazioni più solide diventano colline mentre l'argillite viene corrosa formando le cornici di roccia. Per questi motivi molte montagne ricordano talvolta le torte nuziali a più strati!
Molte cime hanno la forma di un dente acuminato: tali formazioni nacquero quando gli strati orizzontali di rocce sedimentarie vennero sospinti in modo da assumere una posizione quasi verticale. Le rocce più deboli subirono gli effetti dell'erosione, e gli strati più resistenti assunsero la forma di guglie e colonne verticali.
Le vette a forma di piramide si formano in seguito all'erosione simultanea di vasti ghiacciai che occupano più versanti di una montagna. Le cavità che rimangono attorno alla sommità si chiamano 'circhi' mentre i crinali presenti fra esse sono detti 'rughe'.


NOTA DEGLI AUTORI:
Siamo orgogliosi del successo di questo nostro Blog nato il 19 febbraio 2007.
Poiché non ci occupiamo esclusivamente di stretta attualità ma affrontiamo da quasi 8 anni soprattutto argomenti di storia e memoria, geografia, natura, e altre curiosità che servano a farvi conoscere meglio questo straordinario paese, ci rendiamo conto che i nostri nuovi lettori non hanno quindi il tempo materiale per rileggersi tutti i nostri interventi!
Il fatto poi che il nostro lavoro sia rimasto ‘spezzato’ in due per un misteriosi incidente tecnico nel dicembre 2007, ci vede sì superare i 450mila contatti per questo sito www.turismoincanada.blogspot.com ma con meno contatti correnti per quello pre-10dic07 (www.turismoincanada3.blogspot.com) che contiene molti articoli davvero di piacevole lettura.
Pensiamo quindi di fare cosa gradita a molti amici del Canada, nuovi e vecchi, scegliendo di proporvi di tanto in tanto il testo integrale o il link ad un post degli anni scorsi tra quelli da noi ritenuti più interessanti o che ci dispiace particolarmente che qualcuno non abbia potuto o fatto in tempo a leggere.
Speriamo che anche i lettori più affezionati ri-leggeranno con piacere quanto da noi ri-proposto.

mercoledì 16 dicembre 2015

IL NARVALO

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Il narvalo venne descritto per la prima volta nel 1655 con il nome di Unicornis marinum. Successivamente venne descritto dal naturalista olandese Gerardus Johannes Mulder nel 1835. In passato, questo splendido cetaceo veniva cacciato per la sua lunghissima "zanna" che, in realtà, non è una zanna ma un lunghissimo dente posseduto dai soli esemplari maschi. Il lungo "corno" era particolarmente ambito da Re e potenti, poiché era diffusa la leggenda che avesse proprietà antiveleno molto potenti. Posate e bicchieri erano realizzati con il dente del narvalo perché così avrebbe eliminato le proprietà mortali di qualunque veleno con cui fosse venuto a contatto. Il dente del narvalo era dunque oggetto di scambi tra regnanti e spesso faceva bella mostra nei musei reali.


Distribution of Narwhal
Diffusione del narvalo


Au premier regard

Le narvalCet animal :
  • Était chassé au Moyen Âge pour sa défense qui était vendue en tant que corne de licorne censée posséder des pouvoirs magiques pour guérir toutes les maladies.
  • Appartient au sous-ordre des cétacés odontocètes, ou « baleines à dents », comme les cachalots et les dauphins
  • Tient son nom du vieux norrois « nar » (cadavre) et « hvalr » (baleine) en raison de son habitude à flotter immobile à la surface de l’eau et de sa couleur pâle.
  • Possède une défense en spirale dont les rainures sont orientées naturellement vers la gauche.
  • Est l’un des cétacés, ou baleines, qui plonge le plus profondément.
Canadian Wildlife Federation - Fédération Canadienne de la Faune
http://www.hww.ca/fr/faune/mammiferes/le-narval.html



narwhal2
Foto relativa al traffico illegale di zanne di narvalo da:
http://www.ilgiornaledeimarinai.it/narvali-il-traffico-illegale-di-zanne/



Il narvalo: simbolo dell'artico canadese

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lunedì 14 dicembre 2015

MANNAGGIA A*MERICA


Cher membre,
Le Centre Leonardo Da Vinci a le plaisir de vous inviter à Mannaggia A’merica, un spectacle présenté en italien par nul autre que Joe Cacchione! Mannaggia A’merica sera présenté dans la région du Grand Montreal de janvier à mars 2016. Tous les profits sont destinés au bénéfice d’Unitas.
Giro a tutti i lettori di Turismo in Canada l'invito del Centre Leonardo da Vinci di Montréal; se ti capita d'essere da quelle parti tra gennaio e marzo prossimi, potrebbe interessarti scoprire l'autoironia di un emigrato italiano in Québec.

Dal sito https://joecacchione.ca/, ecco cosa si dice di MANNAGGIA A*MERICA:

Quando si incontrano la lingua di Dante e la commedia è un gran piacere per gli Italiani !
È un fatto scontato che agli Italiani piaccia tanto rideredi tutto e niente, e li diverte anche lautoderisione. Proprio per questa ragione vi presentiamo uno spettacolo umoristico che sarà per voi lo spettacolo dellanno: Mannaggia America. Scritto, realizzato ed interpretato da Joe Cacchione, questa commedia vi trasporterà attraverso tutte le disavventure di un emigrato italiano che vive nel Québec; una prestazione brillante e divertente che non lascerà indifferente nessuno.

Gli spettacoli saranno presentati dal 31 gennaio al 20 marzo 2016 da Unitas, un raggruppamento tra cinque organismi comunitari che promuove l’interesse per la cultura e l’eccellenza della comunità italiana del Québec. Li potrete vedere a Laval, LaSalle, Saint-Léonard e nell’ West-Island. L’intero ricavato sarà devoluto a Unitas. Riservate in tempo per non mancare una così bella occasione !

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Joe Cacchione - versione trilingue! - su YouTube:



venerdì 11 dicembre 2015

SIDRO DEL QUÉBEC


In Québec anche il sidro è una specialità! e si chiama sidro di ghiaccio.
Le mele raccolte in autunno, quando sono già coperte di neve, vengono spremute a Natale e il succo che ne deriva si fa fermentare per 6-7 mesi: nasce così il cidre de glace, un altro prodotto di questa terra che ha conquistato il mondo. 
logo IGP Cidre de glace du Québec
Indication géographique protégée

Nato come prodotto sperimentale agli inizi degli anni novanta, è soltanto dal 2008 che il CIDRE DE GLACE è ufficialmente riconosciuto dagli organismi preposti al Règlement sur le cidre et les autres boissons alcooliques à base de pomme.

Sono una cinquantina i produttori di sidro nel Quèbec all’origine di quasi 300 tipologie di sidro suddivise in 3 grandi categorie: sidro fermo grad. 1,5%-15%, sidro mosso grad. 2% -12% ed il sidro di ghiaccio.
Un prodotto da degustare in qualsiasi occasione (da un cocktail aperitivo a varie pietanze di carne o pesce fino al dessert) frutto della passione di agricoltori che coltivano e trasformano le mele della propria terra.

Spiced Mulled CiderRecettesApple Master (Martini)
Originali cocktail proposti nel sito

Poteva mancare una esposizione mondiale dei produttori di sidro? 
Eccolo, e si svolge a Montréal!          http://mondialcidres.com/lemondial.html


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mercoledì 9 dicembre 2015

GRAND-PRÉ, Nova Scotia


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NATIONAL HISTORIC SITE – LIEU HISTORIQUE NATIONAL
GRAND-PRÉ

ACADIA: nel 1524 l’esploratore italiano Verrazzano si servì del nome Arcadia per definire il territorio che stava esplorando lungo le coste atlantiche del Nord America. Egli fu ispirato da un racconto nel quale si esprimeva grande ammirazione per un territorio dell’antica Grecia, famoso per la sua bellezza pastorale. Le mappe più antiche del Nuovo Mondo mostrano come il nome si sia evoluto in ACADIA ed usato per definire il territorio che ora comprende Nova Scotia, New Brunswick e una parte del Québec e del Maine. Alcuni sostengono invece che il nome Acadia derivi dal suffisso Mi’kmaq  “e’kati” che significa “terra di” o “posto di”.
Verso la metà del XVII secolo un gruppo di Europei, in particolare francesi, si stabilirono in Acadia per farne una colonia francese. I figli di questi coloni vennero conosciuti come Acadiani. Al giorno d’oggi alcuni milioni di persone possono dire di essere discendenti da quel gruppo in origine formato da non più di 500 persone.
Grand-Pré: espressione francese per “grande pascolo”, fu colonizzato la prima volta attorno al 1680, quando Pierre Melanson detto “La Verdure” con sua moglie Marie Mius d’Entremont e i loro cinque figli di giovane età, lasciarono Port Royal per sfuggire ai pericoli presenti nella capitale di una colonia costantemente in conflitto.
Grand-Pré si trova sulle sponde del Bacino Mines, ancor oggi conosciuto per essere un terreno paludoso soggetto a forti maree. Melanson e coloro che lo raggiunsero costruirono degli argini per respingere le maree lontano dalla depressione, creando così ricchi pascoli per i loro animali e fertili campi per le loro colture.
Grand-Pré presto superò Port Royal e, verso la metà del XVIII secolo, divenne la più popolosa tra le comunità acadiane situate attorno alla Baia di Fundy e lungo le coste della Nova Scotia. La regione detta “Mines” fu il granaio della colonia e glli Acadiani  poterono prosperare.
La deportazione: nel 1713 una parte dell’Acadia divenne Nova Scotia, con capitale Port Royal ora rinominata Annapolis Royal. Piuttosto che abbandonare la loro terra, gli Acadiani scelsero di vivere sotto il governo britannico. Venne loro richiesto di sottoscrivere un giuramento di fedeltà alla corona britannica. Questa richiesta di giuramento divenne motivo di attrito per i successivi 40 anni. Molti poi sottoscrissero nel 1730 un giuramento condizionato quando fu loro promesso che non sarebbero mai stati obbligati a prendere le armi contro la Francia.
Tutto cambiò nel 1744 quando ancora una volta Gran Bretagna e Francia si dichiararono guerra. Le truppe francesi provenienti dal Québec e dalla fortezza di Louisbourg tentarono di riconquistare l’Acadia. Ci furono attacchi e contrattacchi. Nel 1749 Halifax divenne la nuova capitale della colonia. Ma la maggioranza di coloro che abitavano la nuova colonia erano Acadiani. Il loro numero era cresciuto ed essi occupavano le terre agricole più fertili. I governanti della colonia ritennero che dovesse essere fatto qualcosa per incoraggiare coloni protestanti ad insediarsi nel territorio.
Il 1755 è una data importante nella storia acadiana. Gli Acadiani dell’area di Mines ebbero confiscati i loro fucili e le loro barche. Venne catturato il forte francese Beauséjour; i delegati acadiani, andati ad Halifax per presentare una petizione, vennero imprigionati.
Il governatore Charles Lawrence decise di risolvere la questione acadiana una volta per tutte: gli abitanti acadiani vennero espulsi dalla Nova Scotia e dispersi tra le colonie britanniche al sud, dal Massachusetts alla Georgia.
Il tenente colonnello John Winslow arrivò a Grand-Pré con le sue truppe il 19 agosto del 1755 e stabilì il suo quartier generale nella chiesa. In essa vennero radunati il 5 settembre tutti gli uomini e i ragazzi del territorio e a loro Winslow disse che – ad eccezione dei loro effetti personali – tutti i loro beni appartenevano alla Corona e che loro ed i loro familiari sarebbero stati deportati non appena fossero arrivate le barche per portarli via.
Entro la fine dell’anno più di 6.000 acadiani vennero deportati non solo dalla zona di Mines Basin ma da tutta la Nuova Scozia. I loro villaggi vennero bruciati e rasi al suolo. Altre migliaia vennero deportati fino al 1763 quando Francia e Inghilterra tornarono di nuovo in pace. 
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Destinations et déplacements des déportés pendant l’Odyssée acadienne. D’après le dessin original de Robert LeBlanc. http://www.paysagedegrand-pre.ca/deacuteportation-et-nouvel-eacutetablissement-1755-agrave-1810.html

lunedì 7 dicembre 2015

D'ISOLA IN ISOLA


Innumerevoli isole e isolotti punteggiano le acque del fiume San Lorenzo.

Facili da raggiungere, ma non per questo meno bucoliche; le Îles de Boucherville conciliano alle passeggiate e ai pic-nic in comitiva. La Grosse-Île, l'Île d’Orléans e Île-aux-Coudres meritano senz’altro una visita per il loro patrimonio storico e culturale.
I fari delle isole Verte e Rouge guidano i navigatori. La solitaria Anticosti riserva il suo territorio selvaggio ai branchi di cervi della Virginia e agli appassionati dell’avventura. Les Îles-de-la-Madeleine, in posizione appartata nelle acque smeraldine del golfo, offrono un suggestivo contrasto di dune dorate e rosse scogliere.

Vegliati da una moltitudine di uccelli marini che intrecciano voli nell’aria, i beluga, le balenottere, le megattere e gli altri cetacei si esibiscono nelle acque ricche di nutrimento del golfo del San Lorenzo. I pulcinella di mare e le sule di Bassano, dal canto loro, si alzano in volo o scendono in picchiata sull’acqua. Un po’ più in là le foche giocano allegramente per la delizia dei loro spettatori; alla giusta epoca, i teneri blanchons (i piccoli appena nati) si uniranno a loro sulla banchisa.
Del resto il grande fiume dà spettacolo in ogni stagione.

A Baie-du-Febvre, Cap-Tourmente e Montmagny l’arrivo primaverile delle oche delle nevi e la loro ripartenza in autunno sono momenti molto attesi e di grande intensità. Altrettanto suggestiva è l’immagine delle oche canadesi, dopo aver sorvolato a lungo il territorio in formazione, scelgono dall’alto uno specchio d’acqua e scendono compatte per trascorrervi una notte di riposo.

Parc National des Îles de Boucherville

Grosse-Île

Île d’Orléans

Île-aux-Coudres

Île Verte

Île Rouge

PARC NATIONAL D'ANTICOSTI

Îles-de-la-Madeleine

mercoledì 2 dicembre 2015

IL POPOLO INUIT



 
Inghiottito dal lungo crepuscolo degli inverni boreali, brutalizzato da venti smisurati, minacciato da un freddo senza pietà o immerso nel silenzio totale, l’uomo dei paesi temperati ha sofferto ad ogni passo per sopravvivere nel Grande Nord. Questa landa desolata è per l’uomo una delle  regioni più inospitali del mondo. Gli Inuit a forza di ingegnosità e di resistenza hanno imparato a vivere in armonia con questa natura violenta, fino a comprenderla ed amarla, tanto da definire questo stesso territorio il Nunatsiaq “la terra delle innumerevoli bellezze”.
L’Artico del Nord America è abitato da popoli che fino a poco tempo fa gli Europei chiamavano Eschimesi. Questo nome è stato parzialmente sostituito con  INUIT (‘Inuk’ al singolare) termine con il quale amano autodefinirsi le popolazioni che vivono nell’Artico canadese. I Groenlandesi invece si autodefiniscono “Kalaallit”, mentre gli altri popoli autoctoni dell’Alaska e della Beringia a est e a ovest dello Stretto di Bering, continuano a essere chiamati con il nome “Eskimo”. Questo termine, che è riferito ai popoli artici che parlano le lingue della famiglia Eskimo-Aleuta, significa “coloro che parlano una lingua straniera” e non “mangiatori di carne cruda” come si pensava fino a qualche decennio  fa.
Negli ultimi anni il nome “Inuit” è stato erroneamente generalizzato per identificare non solo le popolazioni indigene di Alaska, Canada e Groenlandia, ma anche i gruppi autoctoni della Russia, Norvegia, Svezia e Finlandia che vivono attorno al Circolo Polare Artico.

Gli Inuit (questa parola nella lingua INUKTITUT significa il popolo, gli uomini) abitano le zone circumpolari della Beringia (ex Unione Sovietica e Alaska), del Canada e della Groenlandia. L’estensione occupata è di oltre 140” di longitudine, situata tra il 55” e l’80” parallelo.
In CANADA, per esempio il Nunavut occupa 1.994.000 chilometri quadrati di superficie, 1/5 del territorio canadese (9.980.000 kmq), sette volte l’Italia; il Nunavik, o Quebec Artico, ha 800.000 chilometri quadrati di superficie, 3/5 dell’area totale del Quebec, quasi quattro volte l’Italia, vale a dire più di 135 kmq per persona. Altri territori dell'artico canadese abitate dagli Inuit sono il Inuvialuit (nord dei Territori del Nord-Ovest) ed il Nunatsiavut (nord del Labrador).
Inuit Tapiriit KanatamiRisultati immagini per inuit tapiriit kanatami itk canada


Risultati immagini per inuit peoples of canada

NON ESISTE PERALTRO
CHE UNA COSA IMPORTANTE
L’UNICA AL MONDO: VIVERE,
GUARDARE, DALLA STRADA O DAL RIFUGIO,
NASCERE L’ALBA DI UN NUOVO GIORNO,
E VEDERE LA LUCE INVADERE IL MONDO

(poema Inuit del Nunavik)

da: Omaggio al Canada, 
        8° Biennale Internazionale d'Arte in Miniatura, Sculture del popolo Inuit del Canada, Fauna del mondo artico (Rivoli 2007)