Il turismo è una
delle industrie mondiali in continua e rapida crescita ma per il Canada le
notizie sono cattive perché un’analisi di Deloitte & Touche ha scoperto che
dal 2000 il numero dei viaggiatori internazionali è calato del 20%.
Secondo il rapporto
“Passport to Growth” (Passaporto verso la crescita) l’industria canadese del
turismo fatica ad essere competitiva in un’industria globale che sta subendo
cambiamenti senza precedenti.
Se è pur vero che
le Montagne Rocciose e le cascate del Niagara non hanno perso il loro fascino,
ma né il governo né l’industria medesima ne hanno compreso la potenzialità di
crescita.
Nonostante il
settore turismo dia lavoro a 600.000 canadesi e rappresenti il 2% del prodotto
interno lordo, l’industria non riesce ad attrarre i nuovi viaggiatori del
globo.
Secondo Canadian Tourism Association, nel 2012 il
Canada ha avuto 16 milioni di visitatori internazionali provenienti per la
maggior parte da Stati Uniti, Francia, Germania e Australia con una forte
diminuzione degli americani in parte attribuita al cambio sfavorevole con il
dollaro canadese.
Il Canada beneficia
di una quota molto piccola degli arrivi internazionali globali che nel 2012
hanno superato il miliardo con una crescita annuale a partire dal 2000 del 4%.
Nel 1970 il Canda
era la seconda destinazione internazionale più popolare preceduta soltanto dall’Italia
mentre adesso si trova al 18° rango dopo Paesi come Ucraina e Arabia Saudita.
Chi viaggia di più
sono i giovani che esplorano il mondo prima di completare gli studi e iniziare
a lavorare e i turisti over 60 che han no una maggiore disponibilità economica
e più tempo per viaggiare.
C’è stata un’impennata
delle partenze internazionali da Paesi con economie emergenti come Messico, Cina,
Corea e Brasile che hanno ormai una classe media con abbastanza denaro per
viaggiare.
L’industri del
turismo canadese deve imparare ad adattare i suoi prodotti a questi viaggiatori
per accaparrarsi una quota di questo mercato che nel 2012 ha rappresentato per
gli Stati Uniti 1.75 trilioni di dollari americani.
Deloitte ha
suggerito il potenziamento del turismo come mezzo per aumentare il commercio internazionale
in quanto i viaggiatori si rendono conto di opportunità commerciali incontrando
molte persone faccia a faccia oppure
solo osservando quanto vedono intorno mentre sono in vacanza.
E’ chiaro che il
rafforzamento del Turismo potrebbe avere un impatto positivo sulle compagnie
canadese e sull’economia generale.
Inoltre, un aumento
dei viaggiatori potrebbe incoraggiare le compagnie canadesi a entrare in nuovi
mercati internazionali e sperimentare una nuova competitività che di solito crea
periodi di crescita produttiva con un impatto positivo sull’economia.
L’analisi di Deloitte
indica che un aumento di turisti dell’1% & l’aumento crea oltre 800 milioni
di dollari in esportazioni canadesi nel giro di due anni.
Il rapporto
suggerisce alcune misure governative per aumentare ilo Turismo :
1. Introduzione di riforme
strutturali nel settore aereo per ridurre le tariffe base.
2. Riforma delle
procedure per l’emissione di visti per ridurre i tempi di attesa e le relative incertezze.
3.Rinnovamento da
parte delle organizzazioni turistiche perché diventino più originali nel
proporsi ai nuovi viaggiatori e nel confezionare un prodotto che li attragga.
4. Le
organizzazioni turistiche devono investire nel loro business, trattenere il personale
efficiente, migliorare la tecnologia e
migliorare la competitività.
Segnalato da
Luca Astore a Bangkok Tratto in parte da cbc.ca
Per quanto ci riguarda, nonostante il fatto che la
ricerca su Google di turismo in Canada
metta ai primissimi posti il nostro blog www.turismoincanada.blogspot.com
gli enti del turismo canadesi sia nazionali sia provinciali e non solo, hanno puntualmente
sgattaiolato alle richieste di contributo pubblicitario che non ha mai superato
i due digit annuali. (Per delicatezza non cito la somma richiesta e gli enti).
Unico costante sostegno da Alberto C. Albèri
( C. sta per Canada ) ora in Best Tours - Kuoni.
Il Canada Paese è praticamente sparito dalle
pagine dei giornali e delle riviste del settore turistico. Sono lontani i tempi
in cui l’Ufficio del Turismo mandava in Canada quaranta giornalisti all’anno e
decine di agenti di viaggio varcavano l’Atlantico per educational di istruzione
sponsorizzati dalle compagnie aeree e dalle istituzioni turistiche canadesi.
Tempi talmente lontani che oggi, in occasione dei pochi eventi internazionali
cui presenziano organizzazioni canadesi è difficile trovare del personale che
sappia qualcosa del Paese Canada oltre a distribuire colorati depliant.
Medesima storia nelle agenzie. Un tempo
avvezze agli educational e ai seminari cadenzati di tour operator e compagnie aeree
e enti canadesi, sono adesso preda dell’interesse
delle destinazioni emergenti. E il Canada non è tra quelle. Risultato :
pochissimi agenti banconisti sono i
grado di vendere realmente il Canada, e lo fanno soprattutto su richiesta
specifica del potenziale cliente, salvo poi riversare le richieste al tour
operator che ancora investe sul Paese, e che nel frattempo, visto lo scarso
interesse del paese Canada nei loro confronti ha abbandonato a sua volta l’estremo
interesse creando un vuoto quasi generazionale di personale specializzato in
materia.
Pessimista, non credo.
Una diminuzione del 20% di
arrivi internazionali in 10 anni corrisponde a una forbice di meno 40% se si
ipotizza una crescita possibile del medesimo valore, e se consideriamo la svalutazione,
la faccenda si fa grigia.
La mia soluzione è un una maggior attenzione
ad apporti piccoli come il nostro, continui dal 2007, e certamente con un
piccolo vantaggio a costo zero per il Canada, che ignora la nostra esistenza e
quanto viene fatto per diffondere l’immagine e la conoscenza del Paese.
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