lunedì 11 marzo 2013

QUESTO NON E' IL MIO CANADA




La lettura di questo articolo non mi ha stupito più di tanto, ma la dice lunga sull'intolleranza per il diverso. E non mi solleva il pensiero che il Canada  è stato decretato, l'8 marzo, come il Paese ideale e sicuro per la donna: la notizia non è stata diffusa da altri organi di informazione, e così non se ne parlerà più.
Vorrei che qualcuno spiegasse questo modo di fare perchè non giova soprattutto al mondo del turismo soprattutto al Quebec, accentato o meno secondo le regole. 


Mettere in menù la parola pasta, polpetta o insalata caprese è contro la legge. Stessa cosa per calamari e polenta. Sono tutti termini che inquinano l’identità francese del Canada dove da alcuni mesi vige l’intolleranza dei separatisti, cioè i francofoni che non soltanto non sopportano la penetrazione della lingua inglese nel linguaggio comune ma neppure quella di altre lingue anche quando si tratta di prodotti alimentari.

Il fatto è avvenuto al ristorante Buonanotte di Montreal. Circa cinque mesi fa, appena dopo le elezioni che avevano fatto avanzare il partito separatista del Quebec, il proprietario del ristorante aveva ricevuto una visita da parte di un ispettore dell’OQLF, un’ufficio del governo canadese il cui compito è di monitorare l’uso corretto della lingua.

“Posso vedere il vostro menù?”, ha detto l’ispettore a Massimo Lecas, proprietario di questo ristorante italiano che esiste da ventidue anni. La richiesta era stata motivata da una protesta che era giunta all’OQLF. L’italo-canadese Lecas non si era preoccupato più di tanto poichè come qualunque altro cittadino canadese era al corrente delle attività di questo ufficio che funge da mastino dell’inquinamento linguistico.

Cinque mesi dopo quella prima visita, precisamente il giorno di San Valentino, a Lecas era pervenuta una lettera ufficiale con la quale si comunicava che il menù andava corretto per venire incontro ai dettami della lingua francese. C’erano troppe parole in lingua italiana e andavano tradotte.

“Polpette non andava bene. Era una delle parole che avevano segnato con pennarello rosso per indicare che andava cambiata e tradotta”, spiega Lecas che per una volta non ha voluto piegarsi alle insistenze del OQLF senza prima far sì che la notizia arrivasse ai media canadesi. “Mi hanno intervistato tutti, tutti, tutti. E devo dire che la reazione di tutti i giornalisti, anche quelli più  conservatori è stata di grande imbarazzo. Il governo canadese si è coperto di ridicolo con questa storia”.
Lecas racconta di essere stato contattato già in passato dagli ispettori della lingua, ma sempre con richieste che rientravano nella sfera del ragionevole.  ”Per esempio quando avevamo sui bagni le iniziali M e W per indicare in inglese i bagni per gli uomini e quelli per le donne ci hanno chiesto di cambiare e mettere una H per hommes e F per femmes”. Stessa cosa anche per le scritte che indicano per esempio le uscite di sicurezza.

Ma mai prima d’ora si era arrivati a toccare i nomi dei piatti nel menù. Vista la reazione dei mass media l’OQLF ha fatto marcia indietro affermando che nel caso di piatti regionali di cucina etnica si potevano fare delle eccezioni. “Ma non sono convinto che la storia sia finita qui”, conclude il proprietario di Buonanotte. Ma almeno per il momento non è pervenuta alcuna richiesta di pagare una di quelle famose multe salatissime per chi sgarra: fra i 1500 e i 20 mila dollari!

http://oltreoceani.blogautore.repubblica.it/
Segnalato da Luca Astore, Bangkok




1 commento:

Anonimo ha detto...

Questa storia è sconcertante e dimostra come gli eccessi possano essere dannosi. La provincia canadese del Québec, in fatto di lingua e non solo, spesso dà il cattivo esempio!
La sigla OQLF sta per 'Office québécois de la langue française'
vedi http://www.oqlf.gouv.qc.ca/
e si tratta di un ufficio del Governo Provinciale del Québec e NON del paese Canada.