Perché alcuni anni le foglie degli alberi ci regalano spettacoli di colori più brillanti di altri, e perché alcune piante si colorano di giallo e altre di rosso?
Il meccanismo è perfetto ed ancora, in parte, sconosciuto.
La colorazione verde delle foglie in estate è data dalla clorofilla, un pigmento che domina su tutti gli altri pigmenti presenti. La clorofilla cattura l’energia solare che viene utilizzata nei processi di fotosintesi ed è quindi vitale per le funzioni della pianta, che la produce continuamente fino all’autunno, quando le temperature si abbassano e la clorofilla viene richiamata all’interno della pianta.
Il ‘mascheramento verde’ dato dalla clorofilla viene a mancare e vengono quindi esposti gli altri pigmenti: i carotenoidi, che ci regalano i gialli e gli arancioni e le antocianine, che sono legate al colore rosso.
Queste ultime vengono prodotte durante l’estate, e più calda e soleggiata sarà, più brillanti saranno i rossi e i bruni.
Alcune piante sono più ricche di carotenoidi e quindi si coloreranno prevalentemente di giallo (tigli, liriodendri, betulle), altre invece sono più ricche di antocianine e si coloreranno di rosso e arancione (aceri,querce,cornus).
Le condizioni ideali per uno spettacolare cambio di colore sono date da giornate autunnali calde con notti fresche, ma senza gelo.
Queste sono le condizioni che ci offre l’estate indiana.
L’estate indiana è un periodo di notevole escursione termica tra il giorno e la notte fra i mesi di ottobre e novembre in cui le temperature diurne sono quasi estive. Dura da 1 a 3 settimane e segue generalmente un periodo fresco, quello appunto che avvisa le piante che è ora di richiamare la clorofilla.
Il termine estate indiana si riferisce al periodo in cui i nativi approfittavano delle alte temperature diurne per dedicarsi alle ultime battute di caccia prima dell’inverno: Gli animali, infatti, con il calore di quelle giornate, non erano ancora in letargo e questo permetteva di fare consistenti scorte di cibo per l’inverno.
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