Mi hanno chiesto di quantificare il movimento turistico italiano verso il Canada.
Senza andare nello storico, mi limito al periodo 2.000-2.006 di cui abbiamo dati certi. Nel 2.000 sono stati 110.000 gli italiani arrivati in Canada. L’Italia figurava al 12° posto tra le nazioni più importanti. Lontano dai 15.188.000 statunitensi, 862.000 inglesi, 493.000 giapponesi, 402.000 francesi, 380.000 tedeschi, 173.000 australiani, 140.000 messicani, 129.000 sudcoreani, 138.000 hongkongiani, 163.000 taiwanesi, 131.000 olandesi. Appena sopra il numero degli svizzeri, 105.000 e prima di Cina, 74.000 ed Israele, 67.000.
Qualche anno dopo, e precisamente nel 2.006, le cose sono cambiate. C’è stato il caos del 2.001 a New York che ha scombinato il movimento globale, ed in nord Italia la chiusura da parte di
L’Italia del 2.006 figura al 15o posto con 88.000 arrivi : un calo di oltre il 15%.
In realtà sono calati i numeri di molti paesi importanti come Stati Uniti e Giappone. L’aumento maggiore è venuto dall’Asia non giapponese ovvero dalla Corea del Sud, dalla Cina, dall’India e anche da Australia e Messico. L’Europa, in generale, ha perso lo smalto di un tempo.
E’ interessante, tuttavia, notare come il Canada, complice anche i rapporti familiari, ma certamente non soltanto quelli, continua ad essere una delle destinazione preferite dei canadesi.
L’Italia, 7a scelta nel 2.000 con 232.000 persone, resta settima anche nel 2.006 con 315.000 arrivi, un dato confortante alla luce dell’instabilità del mercato mondiale del periodo 2.000-2.006. In pratica siamo una delle nazioni preferite considerato che Santo Domingo, Cuba e Messico sono scelte derivate dalla possibilità delle vacanze mare in relazione al clima.
Ma l’Italia deve stare attenta : nel 2.006 ben 140.000 canadesi hanno visitato l’Irlanda e 136.00 l’Austria. E naturalmente 250.000 la Cina.
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