mercoledì 1 febbraio 2017

A VOLTE RITORNANO

Torno a scrivere di Canada dopo un anno sabbatico, e in concomitanza con l'avvicinarsi del decimo anniversario della nostra avventura.
Giornata grigia a Milano con l'acquerugiola che finalmente allontana un po' l'inquinamento ormai cronico.
La stura al ritorno sgorga da un articolo di una giornalista canadese che affronta a modo suo il multiculturalismo partendo dal presupposto che è nato in Canada, e che gli altri devono copiarlo.
Strano approccio di questa persona che loda l'aver girato l'Italia con la bandierina canadese sullo zaino, probabilmente per non essere scambiata per americana, ma allora dov'è la differenza?  Io non appiccico bandiere per essere identificato.
E che cosa significa sentirsi fuori posto perché in Canada se ne vedono di tutti i colori mentre da noi in Italia sono tutti uguali?
Se poi vogliamo davvero mettere i puntini al loro posto, il multiculturalismo esisteva già al tempo delle diverse First Nation, e quindi Trudeau ha applicato quanto già noto solo dagli anni settanta, sempre con il Canada apparentemente apertissimo ma soltanto alle lingue ufficiali soprattutto inglese e francese e non sempre.
Quindi quando si argomenta di multiculturalismo occorre cautela.
Il modello canadese certamente funziona ma non secondo un criterio anarchico di crescita individuale ma con l'adattamento a un pre-esistente.
 Ad esempio, gli italiani emigrati in Canada continueranno a mantenere le proprie tradizioni ma a poco a poco diventerà sempre più difficile farlo sia per il disinteresse da parte italiana sia per l'attrazione logica del Paese in cui sono nati i figli e i nipoti e il processo di acculturazione lascerà il posto all'integrazione e al lento processo di adeguamento al sistema canadese, ancor oggi basato su filosofie di lontana origine francese e inglese e dove il passaporto blu reca tuttora la fedeltà alla regina d'Inghilterra.
Gli esempi degli Inuit, Hutteriti, Mennoniti, e dei gruppi che non hanno aderito alla cultura predominante dimostrano quanto sia difficile resistere al sistema oppure vivere in continuo antagonismo ad esso.

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