giovedì 28 maggio 2015

RICORDI INDELEBILI


 






ti racconto cosa ho scoperto in questi giorni di fine primavera ossolana, stagione splendida di giornate luminose non ancora soffocate  dall’afa. 
Mi alzo prestissimo e quando appena albeggia mi sorseggio pian piano un caffè. Esco sul balcone e respiro profondamente… e affiorano i ricordi… Sarà la fantasia che si scatena, sarà la struggente malinconia di non essere dove vorrei essere… chiudo gli occhi e si materializzano le immagini di momenti vissuti proprio in quel tratto della giornata, nel silenzio degli umani che riposano, mentre la natura si risveglia e l’umidità della notte le conferisce un profumo particolare, che ho scoperto essere unico ed uguale ovunque io sia ma che scomparirà, come per incantesimo, appena il sole riscalderà l’aria. Saranno poi altri e variegati gli odori ed i colori ad impossessarsi dei ritmi della mia giornata. 
Ecco perché è importante alzarsi presto. 
Come mi toccava fare quasi sempre quando accompagnavo i gruppi di turisti in viaggio in Canada: l’alba in cui ho potuto seguire, io sola, il lento e sinuoso passaggio di numerose orche nel tranquillo tratto di mare tra Quadra Island e la costa orientale di Vancouver Island (British Columbia), dopo averle inutilmente cercate per tutto il pomeriggio precedente; e quella mattina a Banff (Alberta) mentre uscendo dal lodge mi accorsi che c’era una fitta nebbia che si stava ritraendo per mostrarmi una mamma cervo coi suoi due cerbiatti accovacciati sul prato, dove forse avevano passato la notte, gli occhi ancora assonnati e sognanti, per nulla impauriti dalla mia presenza; quando al Prince of Whales Hotel nel Waterton Lakes Park (Alberta) non potei resistere all’ impeto di bussare a tam-tam sulle sottili pareti di legno della mia stanza per svegliare i compagni di viaggio affinché ammirassero le maestose montagne al di là del lago mentre il sole nascente ne rendeva incandescenti i picchi solitamente ruvidi e grigi; e continuare a seguire gli sfrenati volteggi, nel cielo terso dell’aurora, di decine di stridenti aquile americane mentre si lanciavano sul pelo dell’acqua del Bras d’Or Lake (Nova Scotia) per riportare indisturbati la colazione ai loro pulcini, nascosti nei giganti nidi incastrati nel folto di altissimi abeti.
Tutto questo ed altro ancora rivivo ogni mattina presto, respirando ad occhi chiusi l’evanescente umida aria della notte.

Nota: testo tratto da un mio post del 2008




1 commento:

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto rivivere le stesse sensazioni e mi sono affiorati nella mente immagini meravigliose dei molti viaggi fatti in canada: le oche delle nevi in volo nel cielo di Ladner BC, l'incontro con un orso che stava tranquillamente pescando sull'Atanarko river, l'immensità della tundra artica, la Icefield Parkway in inverno con le cime innevate e il silenzio, l'attesa silenziosa per fotografare alci e aquile, i panorami immensi e i laghi di un azzurro ghiaccio ...