mercoledì 9 luglio 2014

BRANDON,MANITOBA : IL RICORDO DI UN WEEK-END ESTIVO METEOROLOGICAMENTE MEMORABILE

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Il maltempo non conosce più nessuna stagione ;  ne sanno qualcosa gli abitanti della città di Brandon situata a circa 200  chilometri a sudovest di Winnipeg.
I recenti temporali dei primi di luglio hanno causato ingenti danni, e molta apprensione, soprattutto per l’esondazione del fiume Assiboine in seguito ai violenti temporali, accompagnati da grandinate con chicchi simili a palle da baseball.
 Si sta cercando di rompere le dighe di protezione per alleggerire la forza dell’acqua, azione contestata naturalmente dai proprietari delle terre da allagare.
Il mio amico Binda  di Virden mi scrive che adesso abita in una bella casa con vista sul lago. Il lago, naturalmente, è la sua proprietà completamente sommersa, adesso finalmente raggiungibile dopo la riapertura delle strade principali temporanesott'acqua. 
Lo spavento è passato ma insegna che quando si erra per il mondo, il cielo non sempre è sereno:
Come sempre, però, la tempesta passa e “gli augelli tornano a fare festa”.
Per i nostalgici, ecco l’intera opera in versi del Leopardi :


Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella 
valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della 
novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.

Si rallegra ogni 
core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.

O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti 
sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
E' diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana. 


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