venerdì 15 febbraio 2013

GOODBYE MR DRUMMOND


Conrad Bain, al centro, tra Todd Bridges (a sinistra) e Gary Coleman, 1978  Credits: Photo by NBC TV/Getty Images

Lo ricordi certamente così. Questo è il nome del suo personaggio più famoso, il papà adottivo di Arnold nella sitcom televisiva Il mio amico Arnold (titolo originale Diff’rent Strokes) prodotta dal 1978 al 1985, una serie culto, che si concesse il lusso di ospitare come guest star l'allora first lady americana Nancy Reagan e campioni immortali come Muhammad Alì, e che fu molto seguita anche in Italia, dove fu proposta prima da un network di piccole tv locali e poi portata al successo da Canale 5.
Ma lui si chiamava CONRAD BAIN, attore canadese nato a Lethbridge in Alberta e deceduto in una casa di cura in California pochi giorni prima di compiere 90 anni. La sua carriera inizia nei teatri di Broadway e negli Anni 60 va in scena con produzioni importanti come Re Lear, Zio Vanya e Morte di un commesso viaggiatore per poi virare verso Hollywood, dove lavora tra l'altro con Clint Eastwood (L'uomo dalla cravatta di cuoio, 1968) e Woody Allen (Il dittatore dello stato libero di Bananas, 1971) ed in Rapina record a New York, di Sidney Lumet (1971). In tv arriva all'inizio degli Anni 70 con la serie Maude, che  ha un buon successo. Niente a che vedere, però, con il boom di Diff'rent Strokes.
E cosa dire del popolarissimo personaggio PHILIP DRUMMOND?
Un ricchissimo vedovo newyorkese di mezza età, che promette alla sua governante di colore, in fin di vita per una grave malattia, di occuparsi dei suoi due bambini, Arnold (Gary Coleman)  di 8 anni, e Willis (Todd Bridges) di 12. Così, dopo la scomparsa della donna, i due fratelli Jackson si trasferiscono dalla loro modesta abitazione di Harlem a un favoloso appartamento di Park Avenue, dove vivranno con il loro padre adottivo, la sua figlia naturale Kimberly (Dana Plato) e la nuova governante Edna (Charlotte Rae). Inizia così una convivenza  piuttosto vivace, scandita dalle evidentissime differenze sociali e culturali tra i componenti della nuova famiglia. Arnold, in particolare, dimostra di avere un bel caratterino e la battuta sempre pronta.
Nella serie prevalgono i toni brillanti, ma non mancano momenti toccanti o addirittura drammatici. A propiziarne il successo, su questo non si discute, è soprattutto Gary Coleman. Un bambino che, a causa di gravi disfunzioni renali, in pratica a dieci anni ha smesso di crescere. Una tragedia che però, paradossalmente, in tv è stata la ragione del suo successo: con l'aspetto di un bambino ma la maturità di un adolescente, Coleman sfodera una verve che fa la differenza e crea tra l'altro la frase  “Watchoo talkin' 'bout, Drummond?” (“Che diavolo dice, signor Drummond?”), che si trasforma in un vero tormentone.

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