Conrad Bain, al centro,
tra Todd Bridges (a sinistra) e Gary Coleman, 1978 Credits: Photo by
NBC TV/Getty Images
Lo
ricordi certamente così. Questo è il nome del suo personaggio più famoso, il
papà adottivo di Arnold nella sitcom televisiva Il mio amico Arnold (titolo originale Diff’rent
Strokes) prodotta dal 1978 al 1985, una serie culto, che si concesse il
lusso di ospitare come guest star l'allora first lady americana Nancy Reagan e
campioni immortali come Muhammad Alì, e che fu
molto seguita anche in Italia, dove fu proposta prima da un network di piccole
tv locali e poi portata al successo da Canale 5.
Ma lui si chiamava CONRAD
BAIN, attore canadese nato a Lethbridge in Alberta e deceduto in una casa
di cura in California pochi giorni prima di compiere 90 anni. La sua carriera
inizia nei teatri di Broadway e negli Anni 60 va in scena con produzioni
importanti come Re Lear, Zio Vanya e Morte di un commesso viaggiatore per poi virare verso
Hollywood, dove lavora tra l'altro con Clint Eastwood (L'uomo dalla cravatta di cuoio, 1968) e Woody Allen (Il dittatore dello stato libero di Bananas, 1971) ed in Rapina record a New
York, di Sidney Lumet (1971). In tv arriva all'inizio degli Anni 70 con la
serie Maude, che ha un buon successo. Niente a che vedere,
però, con il boom di Diff'rent
Strokes.
E cosa dire del
popolarissimo personaggio PHILIP DRUMMOND?
Un ricchissimo vedovo
newyorkese di mezza età, che promette alla sua governante di colore, in fin di
vita per una grave malattia, di occuparsi dei suoi due bambini, Arnold (Gary Coleman) di
8 anni, e Willis (Todd Bridges) di 12. Così, dopo la scomparsa della
donna, i due fratelli Jackson si trasferiscono dalla loro modesta abitazione di Harlem a un favoloso appartamento
di Park Avenue, dove vivranno con il loro padre adottivo, la sua figlia
naturale Kimberly (Dana
Plato) e la nuova governante Edna (Charlotte Rae). Inizia così una convivenza piuttosto
vivace, scandita dalle evidentissime differenze sociali e culturali tra i
componenti della nuova famiglia. Arnold, in particolare, dimostra
di avere un bel caratterino e
la battuta sempre pronta.
Nella serie prevalgono i toni brillanti, ma non mancano momenti toccanti
o addirittura drammatici. A propiziarne il successo, su questo non si discute,
è soprattutto Gary Coleman. Un bambino che, a causa di gravi
disfunzioni renali, in pratica a dieci anni ha smesso di crescere. Una tragedia che però,
paradossalmente, in tv è stata la ragione del suo successo: con l'aspetto di un
bambino ma la maturità di un adolescente, Coleman sfodera una verve che fa la
differenza e crea tra l'altro la frase “Watchoo talkin' 'bout, Drummond?” (“Che diavolo dice, signor
Drummond?”), che si trasforma in un vero tormentone.
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