giovedì 18 ottobre 2012
PARTONO I BASTIMENTI - MOSTRA SULL'EMIGRAZIONE ITALIANA ALL'UNIVERSITA' SUOR ORSOLA BENINCASA
L’Università Suor Orsola Benincasa inaugura la mostra “Partono i bastimenti” realizzata grazie al contributo progettuale ed economico dellaFondazione Roma-Mediterraneo. La mostra sarà aperta gratuitamente al pubblico dall’8 ottobre fino al 13 dicembre 2012.
Più di 25 milioni di persone lasciarono l’Italia tra il 1861 e i primi anni ’60, un vero esodo per il nostro Paese, principalmente vero le Americhe. Oggi sono circa 65 milioni i discendenti di italiani in Stati Uniti, Canada, Australia, Argentina e Brasile, le principali mete dei “viaggi della speranza”. Proprio allo scopo di far conoscere ai giovani questo momento delicato della nostra storia, l’Università Suor Orsola Benincasa inaugura la mostra “Partono i bastimenti” realizzata grazie al contributo progettuale ed economico della Fondazione Roma-Mediterraneo. La mostra sarà aperta gratuitamente al pubblico dall’ 8 ottobre fino al 13 dicembre 2012.
La cerimonia inaugurale è avvenuta il giorno 8 ottobre presso la Sala Villani dell’ateneo, preceduta da una presentazione della mostra alla quale hanno preso parte il Presidente della Fondazione Roma-Mediterraneo, Emmanuele Francesco Maria Emanuele, il Rettore dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa, Lucio d’Alessandro, il Direttore della Camera di Commercio di New York, Franco De Angelis, il vice presidente della National Italian American Foundation, Alfonso Ruffo e il Principe Sforza Ruspoli.
Successivamente, alle ore 20, dopo l’inaugurazione della Mostra e un cocktail-aperitivo nell’antico claustro della cittadella di Suor Orsola, si è svolta nella Sala degli Angeli una serata musicale a tema, con uno spettacolo prodotto da Rosario Imparato e tratto dalla pièce “Novecento Napoletano”, già andato in scena, con grande successo, presso il Teatro Quirino di Roma con la regia di Bruno Garofalo.
“È con soddisfazione non di maniera che l’Università Suor Orsola Benincasa - spiega il Rettore Lucio d’Alessandro – ha aperto le sue sale a questa mostra promossa dalla Fondazione Roma-Mediterraneo e dedicata agli Italiani (l’incredibile numero di 25 milioni) che, nel corso degli anni, hanno attraversato l’oceano alla ricerca di una vita migliore: un autentico “mondo nuovo” per alcuni, ma per la maggior parte di essi nulla di più e nulla di meno che la pura possibilità di vivere, di sottrarre se stessi e i propri figli alle drammatiche condizioni di miseria e fame che gravarono a cavallo fra il XIX e il XX secolo sul nostro e su altri paesi dell’Europa, che aveva anche allora due (e forse più) velocità. E c’è sicuramente anche un po’ di commozione nell’accogliere qui le impronte quotidiane di una migrazione – passaporti, visti, biglietti e orari di piroscafi, opuscoli di norme e regolamenti, ritagli di giornali, spartiti e “copielle” di canzoni, valige e bauli stivati di icone religiose del paese natio e scarni corredi nuziali – che non rappresentano meri reperti da storici, malgrado l’eccezionale potenziale euristico che la mostra pure, certamente, offre alla comprensione storiografica di un fenomeno tanto importante, ma insegnano anche e soprattutto una topografia del dolore, perché pochi oggetti sono così crudamente nudi ed esplicativi come i reperti di una migrazione”.
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