Non si sa dove siano finiti ben 510,000 metri cubici del Lake Louise.
Mancano infatti all’appello del sistema di distribuzione del sontuoso Fairmont Chateau Lake Louise che si approvvigiona direttamente dal lago blu smeraldo, depurandone le acque per utilizzarla in lavanderia, nelle toilette, nei giardini, nel sistema antincendio e di condizionamento, nonché nelle cucine e per mantenere costante la disponibilità di cubetti di ghiaccio nei numerosi bar!
L’albergo è tenuto a fornire annualmente dati precisi sui suoi consumi di acqua ad una commissione di Parks Canada, che si è però accorta che dal 2003 le quantità prelevate dall’immenso lago del Banff National Park, non corrispondono al consumo dichiarato: qualcosa come 33,630 camion cisterna o 204 piscine olimpioniche… sparite!
L’albergo è tenuto a fornire annualmente dati precisi sui suoi consumi di acqua ad una commissione di Parks Canada, che si è però accorta che dal 2003 le quantità prelevate dall’immenso lago del Banff National Park, non corrispondono al consumo dichiarato: qualcosa come 33,630 camion cisterna o 204 piscine olimpioniche… sparite!
Che ci sia lo zampino dell’accelerato scioglimento dei ghiacciai (nel caso specifico del Ghiacciaio Victoria che alimenta il lago) oppure delle piogge variabili e le stagioni mutevoli degli ultimi anni; certo è che non è possibile per Parks Canada monitorare con precisione il livello del lago. L’opera dell’uomo riesce tuttavia ad accelerare gravemente questi che sono fenomeni del tutto naturali.
C’è chi accusa Chateau Lake Louise di inutili sprechi ed anche di cattiva manutenzione delle tubature, gran parte delle quali ancora quelle originali del 1890 (benché sia stato presentato un progetto - del valore di 7 milioni di dollari - di ammodernamento degli impianti e di costruzione di una nuova gigantesca cisterna di 1,450 metri cubici). Nel frattempo sono anche state installate più moderne toilette, a ridotto flusso d’acqua ed adottate altre misure high-tech tanto che il “contatore” dice che l’albergo consuma meno acqua di quanto gli sia concesso fare. Ma le cifre sono contrastanti, con un immenso gap tra quanta acqua viene prelevata e convogliata all’impianto generale e quella che risulta effettivamente consumata (… e soltanto quest’ultima viene pagata…).
Quindi, dov’è finita l’acqua che manca? Una domanda che mette decisamente in imbarazzo chi è tenuto a fornire risposte precise ed esaurienti, che deve rendere conto al cittadino canadese così sensibile alle problematiche ambientali e di conservazione delle risorse naturali.
Per i dettagli vedi l’articolo del Globe&Mail:
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