martedì 12 febbraio 2008

LA DIETA DELLE 100 MIGLIA


Il rapporto dei canadesi con la natura è naturale vista la vastità del Paese. Meno naturale per noi è la voglia che hanno di mantenerla. Per conoscere lo spirito di alcuni canadesi basta approfondire la filosofia alla base della Dieta delle 100 miglia, basata sul consumo esclusivo di alimenti prodotti nel raggio di 100 miglia dalla loro abitazione. Le ragioni di questa scelta sono da ricercarsi nel desiderio dei giornalisti Alisa Smith e James MacKinnon di provare un regime alimentare alternativo : prodotti locali preferiti a quelli che viaggiano da un capo all’altro del mondo, stagionali, organici, con un occhio alla dieta vegetariana aiutata anche della cultura personale di ortaggi e disdegno dei pesci grossi in via di estinzione a causa della pesca eccessiva, a favore di quelli più piccoli della catena alimentare.

Un esperimento interessante per avere uno stile di vita diverso e più naturale.

Cosa non facile, ma fattibile : l’obiettivo finale si mescola poi alla scoperta del territorio, di nuovi modi di vivere e tutto sommato di una nutrizione più sana.

Dal loro racconto si intuiscono le difficoltà iniziali, ma anche il divertimento nello scoprire realtà sorprendenti ad un passo da casa, sia nell’ambito dei prodotti sia in stagione e nelle loro sottospecie. I due giornalisti sono di Vancouver. Ammettono il dramma, e per fortuna non sono italiani, di non trovare la pasta o il pane. Parliamo del Canada, non dell’Italia. Immagino la gioia quando hanno incontrato un contadino produttore di farina. D’altra parte anche da noi l’esperimento avrebbe i suoi lati strani. Immaginiamo di cercare prodotti non inscatolati o confezionati oppure messi in matrioska tipo i biscotti o uova.

Anche i due esotici giornalisti hanno dovuto fare le loro concessioni sul cibo preferito: olive e cioccolato nel loro caso.

Che cosa ne penso? Solo bene. Scendere un attimo dall’autocorriera ( bus, pullman, tram, metro, torpedone) e provare. Magari per assaporare cibo naturale senza grassi, additivi e zuccheri aggiunti.

Il mio timido tentativo si è soffermato su alcuni aspetti che ho ritenuto, almeno per il momento, sufficienti. Riso dal produttore, strenua ricerca di prodotti entro 100 miglia, miele miele e poi miele, insalata del mio orto, zucche. Lo so, posso fare di meglio, ma le arance non posso sostituirle con i qumqwat che coltivo sul terrazzo e il caffè non so ancora come coltivarlo, visto che il surrogato Frank non esiste più.

Il lettore attento si chiederà come si comporta il mio amico Alberto Alberi di Hotelplan. A dire il vero è soltanto all'inizio, ma giura di essere affezionato cliente di un contadino vicino casa sua che ha avuto l'idea di installare un distributore di latte fresco. Caffè latte alla mattina garantito come ai vecchi tempi, magari inzuppando un bel pezzo di pane. E lo zucchero? Non me la sono sentita di esaltare troppo il miele locale. Ne resterebbe meno per me, e poi che cosa ne farebbe il nostro Alberto delle miriadi di confezioni di succo d'acero che ha pazientemente allineato sopra gli armadi della cucina e nascosto anche in cantina, oltre che in ufficio? E poi quale sarebbe la reazione di Feuille d'Erable?
Ai puristi della lingua vale ricordare che dieta delle cento miglia ha un senso più compiuto di dieta dei centosessantaduechilometrinovecentometri. Anzi suona meglio.

Del resto è un po’ come Ventimiglia.

Vogliamo cambiarla in Trentaduechilometricentottantametri...

Il miglio il miglio. Quattro chicchi di un chilometroseoicentonovemetri al nostro canarino.

In fondo i nostri amici canadesi non sono così complicati.

3 commenti:

ladyluck3819 ha detto...

che idea carina!!!!
tra qualche mese mi verrò anche io in canada, magari ci proverò pure io a fare la dieta delle 100 miglia ;)

Grizzly Bear ha detto...

Cara Lady Luck :
Io continuo a farla, almeno in parte.
Ad un certo punto diventa quasi automatico osservare, ponderare e ricordare dove esistono certi prodotti. Il riso,il miele,le mele, le fragole,le pesche. Non mangio carne, ma ci sono molte cascine che hanno spacci interni. E poi uova...

Valentina ha detto...

io cerco di farlo da sempre quì in Italia, che bella iniziativa! Il tuo blog è meraviglioso e mi sta facendo venire voglia di visitare questo stupendo paese! Ciao
www.travel-n-love.blogspot.com