Bandiera del Nunavut |
Questo pezzo di Maria
Lucia Raffinatore fu pubblicato su Shan Newspapers il 19 novembre 2011 e, anche
se apparentemente datato, merita di essere diffuso nella sua interezza con uno
speciale ringraziamento all’attenta autrice.
Oggi è una bella giornata di sole, non si direbbe che sia
novembre. Guardo fuori dalla finestra uno scoiattolo che sta cercando da
mangiare nei rami del mio ginepro. Si è ricordato che la settimana scorsa gli
ho messo le castagne. Mentre osservo lo scoiattolo vedo passare la gente, i
miei vicini. Come se l'intero mappamondo mi stesse scorrendo davanti. Un
irlandese, un indiano, una coppia di anziani italiani che mi fanno ciao con la
mano. Mi sento serena e tranquilla e noto come un Paese come il Canada sia pieno
di culture contrastanti e allo stesso tempo omogenee.
Mentre faccio zapping guardando la tv salto da un canale in
francese a uno di musica irlandese, nuit celtiques e riverdance. Dal canale in
italiano passo a quello aborigeno dove l'anno scorso ho visto un concerto di
throat-singing, o canto della gola, praticato nel Nord. Non avevo mai sentito
niente del genere... musica ritmata e ipnotica che esce armoniosamente dalle
gole di un gruppo di donne Inuit (o eschimesi).
Grazie a quel concerto, mi sono interessata alla cultura
Inuit. Così diversa, eppure simile ad altre culture nel mondo. Solo pochi anni
fa, nel 1999, il governo canadese decise di creare una provincia Inuit, il
Nunavut, che in linguaggio Inuit significa "La nostra terra". Una
cosa che mi incuriosì degli Inuit fu vedere foto di queste formazioni rocciose
a forma umana chiamate "Inukshuk", che significa "simile a un
umano".
Gli Inukshuk sono formati da pietre grezze erette in stile
antropomorfo che si trovano un po’ dappertutto nel mondo polare. Il significato
è "sei sulla strada giusta" oppure "qualcuno era qui". Gli
Inuit le costruiscono anche come aiuto direzionale, per segnalare un buon punto
di pesca, come memoriale per una persona che non c'è più, oppure proprio come
segnali che si trovano in autostrada per una rotta. Spesso eretti
singolarmente, sono stati ritrovati anche ispirati a specifici temi, come un
codice costituito da Inukshuk simili tra di loro che anche a grandi distanze
ripetono una sequenza, come una carta stellare.
Spesso vengono eretti in posti con un particolare
significato sacro, ad esempio un luogo dove dimorano gli Spiriti, o per
venerare gli antenati che anche se non ci sono più continuano a proteggere la
loro famiglia, in luoghi spesso desolati e dimenticati da Dio.
Queste forme rocciose sono fra i più antichi simboli
dell'umanità che si conoscano, sia nel Circolo Polare Artico che in tutto il
mondo. Spesso per il viaggiatore, la vista di un Inukshuk è confortante e dà un
senso di familiarità in un paesaggio piatto, tutto bianco e senza punti di
riferimento.
Ogni Inukshuk è unico, con pietre tutte diverse fra loro.
Ogni pietra può significare qualcosa per chi ha intrapreso un viaggio in quei
posti desolati, e porta impressi i segni del viaggio, ad esempio: quanti
viaggiatori erano? c'erano donne? bambini? era un posto dove i caribù (renne)
sostano?
Ogni braccio o gamba dell’Inukshuk significa qualcosa. La
direzione di un canale navigabile, o il passaggio in una valle. Può indicare
anche la provenienza del viaggiatore o dove era diretto.
Un Inukshuk senza braccia o con corna appese significa la
rotta di branchi di animali, cacciati per sopravvivenza. Per questi motivi è
proibito dalla legge e dalle tradizioni distruggere un Inukshuk.
Tradizioni che si collegano tra di loro, come spesso succede
per la cultura megalitica sparsa su tutto il pianeta.
Gli Inukshuk degli Inuit mi fanno riflettere anche sugli
altri monumenti megalitici, dall’altra parte del mondo, come Stonehenge. Spesso
penso che forse per risolvere il mistero di Stonehenge, basterebbe guardare
verso il Nord, collegare i puntini per avere un'immagine di ciò che veramente
rappresenta. Come per gli Inukshuk degli Inuit, forse Stonehenge veniva usata
per segnalare un posto spirituale, oppure per ricordare una battaglia, dove
ogni pietra eretta è un amico o un fratello perso...
Mentre scrivo, guardo la vetrinetta del mio studio e vedo il
piccolo Inukshuk, comprato perché ha attirato la mia attenzione, e mi chiedo se
in fondo non sia lui che mi ha suggerito di scrivere questo articolo, in modo
che il mondo sappia che cos'è un Inukshuk
Inuksuit della penisola Foxe - Isola di Baffin |
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