Laura Trentani, 40 anni, e Roberto Ragazzi, 52, stremati, ma felici al traguardo |
Ne avevamo parlato prima di partire. Questo è il loro racconto.
"Il grande incubo è stato il freddo: le temperature sono scese sino a meno 48 gradi. «Con due in meno la manifestazione sarebbe stata sospesa», racconta Roberto Ragazzi. Lui e la moglie Laura
Trentani hanno però resistito e portato a termine la Yukon Arctic Ultra, una
prova estrema di 100 miglia (160 km circa) da affrontare tra neve e ghiacci a
Whitehorse, nel Nord del Canada, ai confini con il mar Glaciale Artico. Per la
coppia di Brovello Carpugnino il risultato non era la priorità. «Era la
possibilità di godere di un paesaggio naturale mozzafiato», racconta Trentani,
40 anni, ortopedico all’ospedale di Busto Arsizio e medico della Igor Novara di
volley. Il risultato però non è mancato: sono giunti quinti, mentre Trentani è
stata la miglior donna. «Ma da applaudire sono le tre ragazze che hanno
completato la prova da 430 chilometri», sorride con modestia.
Colpiti da allucinazioni
Sono stati due giorni di camminata (48 ore
e 29 minuti per l’esattezza) con solo una slitta con i generi di prima
necessità come sostegno. Non sono mancate fasi di difficoltà. «Il momento più
duro è stato quando abbiamo avuto le allucinazioni - spiega Ragazzi -: vedevamo
strane forme di animali. Il cervello dice di fermarti e dormire, ma il rischio è di passare dal sonno alla morte. Laura è stata molto brava: ha continuato
a parlare ad alta voce e a contare per tenerci svegli». «Essere in due e così
uniti è stato fondamentale: ci si capisce al volo nei momenti duri», racconta
la moglie.
La notte soli nel bosco
Sono serviti anche i lunghi allenamenti fatti prima alle pendici del
Mottarone, poi in val Formazza. «Fisicamente stavamo bene anche dopo il
traguardo - spiega Ragazzi -. Sono stati numerosi i ritiri anche per dei
principi di congelamento. E’ il freddo che ci ha fatto saltare i piani: forse
potevamo goderci di più il paesaggio». Nemmeno la notte al buio, solo con il
sacco a pelo, in un bosco sconfinato li ha spaventati. «Era un timore - ammette
Trentani -: invece siamo stati conquistati da un’atmosfera di grande serenità».
Non sono mancati i momenti toccanti. «Nel finale, dopo tanti chilometri al buio
nel bosco - racconta Trentani - siamo usciti su un lago ghiacciato ed è
spuntata la luce del giorno. In quel momento ci siamo sciolti dall’emozione»
DAVIDE BORETTI - BROVELLO CARPUGNINO _ LA STAMPA del 7 marzo 2015
Segnalato da Luca Astore in Bangkok, Thailandia
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