Il 19 luglio 2013 è stato presentato a Renazzo il libro :Nulla Osta per il Mondo , l’emigrazione da Renazzo” con allegato un dvd
che ne completa la narrazione.
A questa prima manifestazione ne è seguita un’altra, il 23
ottobre 2013, nella sala parrocchiale polivalente di Renazzo che ha visto una
partecipazione collettiva per assistere alla proiezione del filmato prodotto da
Nicola Altieri e Gian Pietro Nadalutti che approfondisce il tema
dell’emigrazione soffermandosi sulle
condizioni economiche locali di fine ottocento che la favorirono soprattutto a
causa della mancata industrializzazione della coltura della canapa e del mancato
sviluppo del sistema agrario della Partecipanza, la proprietà indivisa della
terra.
I racconti del filmato si intrecciano e prendono spunto
dagli scritti dei diversi autori che hanno firmato il libro. Renzo Rabboni
illustra l’archivio parrocchiale di Renazzo, in tempi recenti gestito con
padronanza, curiosità e eccellenza dal parroco don Ivo Cevenini, che conserva i
documenti che marcano il rapporto tra gli emigrati e la parrocchia natale, sia
ottenere attestati amministrativi ma anche per donare fondi per le opere
religiose e pubbliche.
Ernesto R Milani che assieme proprio a Renzo Rabboni iniziò
le ricerche che suscitarono l’interesse infaticabile dell’attuale assessore
alla cultura di Cento, la renazzese avv. Claudia Tassinari, descrive invece la
vicenda dell’emigrazione verso gli USA, e soprattutto verso Plymouth,
Massachusetts dove la Plymouth Cordage Company, fabbrica di cordami, diede
lavoro a decine di renazzesi.
La fabbrica costruì poi una filiale a Welland, Ontario per coprire il crescente fabbisogno canadese soprattutto in campo agricolo. La Cordage canadese fu dismessa nel 1969 ma resiste tuttora il quartiere residenziale voluto dalla compagnia in stile architettonico Cape Cod.
I renazzesi in realtà emigrarono in diverse località del
Massachusetts ma fu soprattutto a Springfield che si riunirono nel locale club
Dante Alighieri dove mantenendo a lungo al tradizione delle zirudelle pazientemente raccolte da Gian
Paolo Borghi, testimonianze preziose nel periodo di transizione e di
inserimento nel tessuto sociale americano, oggi quasi scomparse, soprattutto
per la dispersione dei renazzesi in tutto il Massachusetts prima e quindi in
tutti gli Stati Uniti.
Galeazzo Gamberini documenta l’opera degli agenti di
emigrazione attraverso i registri della ditta Costa di Cento risalenti a fine
ottocento che permettono di analizzare l’opera dei passadori ovvero i traghettatori di uomini, mestiere mai andato in
disuso, ma di apprezzare il ruolo dei sub-agenti delle compagnie marittime che
proprio per la loro esperienza erano in grado di snellire tutte le pratiche
burocratiche e di assistere i loro clienti sia alla partenza sia in caso di
difficoltà all’estero.
Infine anziché stilare innumerevoli liste di nomi senza
storie, si passa alle storie mai raccontate, a quelle dimenticate o mai
raccolte. Ed è bravo Alberto Rabboni a tracciare le esistenze di tanti
renazzesi che si sono distinti nel loro campo come il collezionista di
aeroplani Arrigo Balboni o come Renata
Nieri che ha lasciato la sua intervista al sito di Ellis Island a memoria
imperitura. Racconti completati dalle vicende di Enrico e Pietro Tassinari che
hanno condiviso il successo economico lasciando fondi alla parrocchia.
Un volume bilingue così come il dvd (italiano –inglese) per
facilitare la comprensione a chi fu mozzata la lingua italiana ma non la
cultura della tradizione e che potrebbe dar vita anche a un secondo volume
perché nel frattempo sono emerse altre esperienze, altri racconti, molte
persone sono tornate a ricercare le loro radici
ed è tempo di fraternità.
Tutto questo è stato mostrato nel dvd commentato il 23
ottobre 2013 dal giornalista Gian Antonio Stella che ha ripercorso le tappe più
significative della storia dell’emigrazione italiana, spesso drammatiche, come
l’infausta spedizione di circa 250 persone promossa nel 1881 dal Marchese de
Ray in Nuova Guinea, con i sopravvissuti riemigrati presso Woburn nel Nuovo
Galles del Sud, Australia dove fondarono New Italy (Cea Italia) ripartendo da
zero ovvero cominciando con il disboscare la foresta vergine. Ed oggi ricordati
da un tardivo monumento alla memoria.
Stella ha poi ricordato le tragedie del mare come il tragico
affondamento del Sirio sugli scogli di Cartagena, Spagna nel 1906 e quello del
principessa Mafalda in Brasile nel 1927. In ambedue i casi carrette del mare
che non ressero o all’imperizia dei comandanti o all’usura strutturale.
Viaggi disastrosi che non figurano nelle cronache dei renazzesi
emigrati nel New England colonizzato da tempo e lontano dai molti disagi dei centri minerari o
ferroviari.
Alla fine del percorso,un invito a essere persone meno
egoisti, ad abbandonare l’io personale
per il noi. In fondo riscoprire le proprie radici significa anche ritrovare un
parte della nostra identità temporaneamente coperta da polvere.
Ed ecco perché, sottolinea Claudia Tassinari, occorre
continuare a studiare la nostra esperienza migratoria per capire chi eravamo e come affrontare le sfide quotidiane
di chi sta ora bussando alla nostra porta.
Ernesto R Milani
Ernesto.milani@gmail.com
28 ottobre 2013
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