Inaugurata al Museo Diocesano di Molfetta una storica mostra
sull’emigrazione dal territorio per documentare l’esperienza di una larga fascia
della popolazione locale, per ricordare e guardare al futuro in maniera
diversa.
Belgio, Francia, Germania, Argentina, Brasile, Venezuela,
Stati Uniti, Canada, Australia: sono solo alcuni dei luoghi verso cui si sono
mossi gli emigranti pugliesi che, dopo l’Unità d’Italia, hanno cercato di
migliorare le proprie condizioni di vita e quelle dei propri familiari, a
prezzo di sacrifici, nostalgia, fatica, rinunce.
Molti sono tornati ma tantissimi sono coloro che, per i più
svariati motivi, hanno scelto di stabilirsi definitivamente nei Paesi che li
hanno accolti e al cui sviluppo essi hanno contribuito.
La loro vita, le difficoltà del viaggio e dell’approdo in
una terra straniera, le condizioni di lavoro, i legami con la terra d’origine e
con le loro tradizioni sono state sintetizzate nella suggestiva mostra
fotografica itinerante “I tre colori dell’emigrazione”, allestita, sino a
domenica prossima, presso il Museo Diocesano di Molfetta.
La mostra scaturisce dall’omonimo concorso fotografico
indetto dalla Regione Puglia – Assessorato al Welfare – Servizio
Internazionalizzazione - Ufficio Pugliesi nel Mondo in occasione del 150°
anniversario dell’Unità d’Italia per raccontare le diverse sfaccettature
dell’emigrazione di ieri e di oggi; è stata presentata in anteprima a Milano
per poi toccare diverse città pugliesi e approdare in questi giorni a Molfetta.
È stata inaugurata lo scorso venerdì, alla presenza
dell’Assessore al Welfare e Pugliesi nel Mondo Elena Gentile, di monsignor
Giuseppe de Candia per l’associazione regionale Migrantes, don Michele
Amorosini per il Museo Diocesano, Roberto Pansini per l’associazione culturale
“Oll muvi”, e sta riscuotendo notevole interesse di pubblico anche negli
ambienti scolastici.
Nel corso della serata inaugurale la giornalista Lucrezia
d’Ambrosio ha posto in evidenza come le foto, divise per periodi e tematiche,
raccontino «la Puglia che ha fatto la storia fuori dall’Italia e fuori dalla
Puglia…». «Non tutti hanno fatto fortuna…» ha ricordato la dottoressa
d’Ambrosio a proposito degli emigrati, “pionieri della globalizzazione”, che
«…ci hanno insegnato che le frontiere dividono gli Stati ma non possono
dividere le persone…».
Hanno mantenuto i contatti non solo con i familiari o le
città d’origine ma anche con la fede e le tradizioni: basti pensare alla
devozione e all’orgoglio con cui le comunità pugliesi celebrano le proprie
feste all’estero.
Sulla medesima linea d’onda, l’assessore Gentile ha
evidenziato come «per davvero abbiano contribuito a far grandi i paesi in cui
hanno scelto di vivere, portando un bagaglio di dolore, di sofferenza ma anche
la gioia e l’orgoglio del coraggio pugliese… Oggi dovremmo essere orgogliosi,
in un mondo globalizzato, di aver contribuito anche e, soprattutto, con la
trasmissione dei nostri valori come attenzione e solidarietà, continuando a
declinare i sentimenti di ciascuno compresi quelli religiosi». Non sono mancati
i riferimenti alla creazione della Fondazione “Casa Puglia”, nella quale
dovrebbero confluire associazioni, Istituzioni e il sistema d’impresa pugliese
al fine di renderla «uno strumento per valorizzare il meglio della Puglia»,
inteso come gastronomia, musica, cinema, impresa...
«Il Museo, tra le sue attività, ha quella di dialogare con
la realtà in cui è inserito – ha affermato don Michele Amorosini – La fede si
esprime in tanti modi. Attraverso le foto si osserva come gli emigrati pugliesi
abbiano portato con sè fede, tradizione e pietà popolare, continuando a viverla
nei luoghi che li hanno accolti».
«Dell’emigrazione non si può parlare da lontano…» ha
evidenziato don Giuseppe De Candia, il quale ha proseguito narrando aneddoti
sugli incontri vissuti con gli emigrati ad Hoboken, in Canada, in Argentina o
in Australia.
Alla mostra è stata affiancata la proiezione dell’intenso
documentario “Hoboken Italian Festival, the feast of Madonna dei Martiri”,
magistralmente realizzato dal giovanissimo Gianluca De Lucia nell’ambito del
progetto “Incoming Tourist Project”, in cui si narrano le celebrazioni in onore
della Madonna dei Martiri che, annualmente, rappresentano un appuntamento
irrinunciabile per gli emigranti molfettesi (e non solo) residenti a Hoboken.
Intanto la mostra, che gode anche del patrocinio del Comune
di Molfetta, potrà essere visitata durante le aperture straordinarie previste
per oggi 18 e domani 19 ottobre, dalle 18 alle 21, mentre nel fine settimana
restano confermati gli orari istituzionali di apertura del Museo.
Isabella de Pinto di redazione@laltramolfetta.it 18 ottobre 2012
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