Molto tempo fa un gruppo di sette esperti cacciatori partì dal villaggio alla caccia di un orso bruno. I sette lasciarono il villaggio pieni di forza e vigore convinti di fare una caccia proficua, ma dopo molti giorni passati nella foresta alla ricerca di tracce dell’animale, non riuscirono ad avvistarlo nemmeno da lontano.
I cacciatori camminavano uno dietro l’altro. A capo della fila c’era un indiano che apriva la strada nel folto del bosco e alla fine c’era il cuoco che portava con sé una grossa pentola per cucinare. Erano molto stanchi e uno dei sette, furbo e particolarmente pigro, si finse malato pur di non continuare la marcia forzata. I compagni gli costruirono una barella di fortuna fatta di rami spezzati e una pelle di animale, lo caricarono, e quattro di loro lo trasportarono lungo il percorso.
Cammina e cammina, la stanchezza e la fame avevano ormai sfiancato la piccola comitiva, ma ecco che finalmente avvistarono le impronte fresche dell’orso. Lasciarono tutto a terra, compreso il compagno che si fingeva malato, e si gettarono all’inseguimento.
Corsero per giorni e giorni imbattendosi più volte nelle orme fresche dell’animale: ormai la preda era vicina, ne sentivano l’odore e il respiro. Anche il cacciatore che si fingeva malato si lanciò nella caccia e poiché era il più riposato di tutti riuscì a raggiungere l’orso e ad ucciderlo. In tutta quella concitazione i sette cacciatori non si erano resi conto che stavano inseguendo l’orso su per il cielo. Gli abitanti del villaggio, dal basso della pianura, videro con chiarezza l’inseguimento, la cattura e i cacciatori che, ignari, si erano spinti troppo lontano. Solo quando furono così in alto da non poter più scendere, i sette compresero che non sarebbero mai tornati a casa.
Nacque così la costellazione dell’ Orsa Maggiore che è composta da sette stelle. A sud di essa vi è una stella isolata: è l’orso che per così tanto tempo i cacciatori irochesi avevano inseguito ma che non erano riusciti a portare al villaggio.
I cacciatori camminavano uno dietro l’altro. A capo della fila c’era un indiano che apriva la strada nel folto del bosco e alla fine c’era il cuoco che portava con sé una grossa pentola per cucinare. Erano molto stanchi e uno dei sette, furbo e particolarmente pigro, si finse malato pur di non continuare la marcia forzata. I compagni gli costruirono una barella di fortuna fatta di rami spezzati e una pelle di animale, lo caricarono, e quattro di loro lo trasportarono lungo il percorso.
Cammina e cammina, la stanchezza e la fame avevano ormai sfiancato la piccola comitiva, ma ecco che finalmente avvistarono le impronte fresche dell’orso. Lasciarono tutto a terra, compreso il compagno che si fingeva malato, e si gettarono all’inseguimento.
Corsero per giorni e giorni imbattendosi più volte nelle orme fresche dell’animale: ormai la preda era vicina, ne sentivano l’odore e il respiro. Anche il cacciatore che si fingeva malato si lanciò nella caccia e poiché era il più riposato di tutti riuscì a raggiungere l’orso e ad ucciderlo. In tutta quella concitazione i sette cacciatori non si erano resi conto che stavano inseguendo l’orso su per il cielo. Gli abitanti del villaggio, dal basso della pianura, videro con chiarezza l’inseguimento, la cattura e i cacciatori che, ignari, si erano spinti troppo lontano. Solo quando furono così in alto da non poter più scendere, i sette compresero che non sarebbero mai tornati a casa.
Nacque così la costellazione dell’ Orsa Maggiore che è composta da sette stelle. A sud di essa vi è una stella isolata: è l’orso che per così tanto tempo i cacciatori irochesi avevano inseguito ma che non erano riusciti a portare al villaggio.
dal libro Storie dei Cieli del Mondo, Edizioni Sinnos
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