giovedì 25 giugno 2009

TIM HORTONS







Il viaggiatore solitario che si ferma al mattino presto a bere caffè e doughnut lungo la strada fa parte della storia canadese. Spesso, lo noti con il cappellino da baseball nero con l’ala ricurva, mentre legge il giornale del mattino scrutando un orizzonte lontano. Caffè bollente, molto spesso, con le mani che cercano un tovagliolo o un porta qualcosa. Tazzine vere abbastanza ricordo. Mille varietà di caffè ma quello nero è sempre lo stesso. E l’immancabile doughnut. Un tempo neanche poi ultraieri le cuocevano al mattino presto. Oggi forse le fabbricano in uno di quei laboratori nascosti e poi li spediscono per tutto il paese. Parlano addirittura di aprire uno di questi caffè simil fast-food anche a nord. A Iqaluit. Sembra che agli Inuit piacciano caffè e doughnut. Il franchise 3000 è stato aperto a Detroit, dove adesso che la Fiat e la Chrysler si sono affratellate pensano di chiudere naturalmente il consolato italiano. Perché no?
Il viaggiatore solitario si mette finalmente lo zainetto sulle spalle. Si guarda appena in giro ed esce con l’anima tranquilla. Disteso. Pronto per affrontare un giorno diverso.
Tim Hortons è la migliore catena di fast- food canadese. Fondata nel 1964 a Hamilton, Ontario dall’omonimo giocatore di hockey su ghiaccio, è diventata un’icona canadese al punto che il famoso scrittore Pierre Berton la definisce una storia di successo e tragedia, di grandi sogni e di piccole città, di valori antichi ed affari contrastati, di duro lavoro e di hockey.
Tim Horton era nato nella cittadina di Cochrane e dopo una carriera di successo quasi tutta nei Maple Leafs di Toronto passò le ultime stagioni nei Sabres di Buffalo. Proprio tornando da Buffalo in Canada morì in un incidente stradale il 21 febbraio 1974