Domenica 18 maggio 2008 la squadra russa ha superato quella canadese 5-4 con un goal segnato durante l’overtime e ha così conquistato il campionato mondiale di hockey su ghiaccio. Grande smacco per i padroni di casa, che avevano giocato benissimo fino a quel momento, e che hanno comunque disputato un incontro bellissimo. Hanno vinto i russi, ma i canadesi non avrebbero demeritato l’alloro.
Gli eventi si sono svolti ad Halifax e a Quebec City, che ha ospitato gli incontri di finale.
Bella opportunità di vedere un Canada diverso, quello che si scalda per un campionato mondiale di uno sport del ghiaccio, dove si mescolano la capacità di pattinare, il gioco di squadra e soprattutto la forza fisica. Canadesi pacifici, paciosi che si trasformano una volta bardati come guerrieri romani, armati di mazza e cominciano a lottare. Interessante.
E gli italiani che cosa ci facevano? A dire il vero qualche reduce dei gruppi di canadesi approdati in Italia anni fa per rivoluzionare l’hockey nostrano era presente nella nostra nazionale. Per tutti, Mario Chitarroni, quasi quarantenne, inossidabile, ma non abbastanza per competere ad armi pari con le altre squadre del Gruppo A. Le abbiamo prese un po’ da tutti, anche se bruciano maggiormente le sconfitte ad opera della Francia, che ci ha relegato nel Gruppo B.
D’altra parte inutile pretendere di essere tra i bravi quando l’hockey è ridiventato uno dei tanti sport praticati soprattutto nelle valli e a Milano, e di esaltarlo soltanto quando qualche exploit ci ha permesso di avere come avversari la Russia.
Torniamo sulla terra e quando siamo in Canada, andiamo a vedere qualche partita, magari quelle del campionato nordamericano della NHL senza pensare all’Italia. Oppure la prossima volta in Svizzera per vedere i canadesi alla riscossa e pronti a riconquistare il titolo perduto.
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