mercoledì 21 gennaio 2015

IL PIEMONTE SCOPRE NELL'ONTARIO LA TERRA PROMESSA


 
 
Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Ferrero. Ma non solo. Sono almeno una decina le imprese piemontesi in Ontario. «Il nuovo sogno americano è qui, oggi tutti vogliono venire in Canada», dice Corrado Paina, direttore dell’Icco, la Camera di commercio tra l’Ontario e l’Italia. Oggi lavora a Toronto, aiutando le imprese italiane ad aprire un’attività dall’altra parte dell’Oceano e da tre anni la Camera di Commercio (nonostante il taglio del 60% dei fondi da parte del governo) rappresenta anche diverse aziende piemontesi. «Abbiamo sempre avuto contatti importanti con Torino e con il Piemonte — continua Paina — anche in passato, quando l’industria automobilistica era più forte. Abbiamo incontrato Sergio Chiamparino più di una volta e dovremmo vederci di nuovo nelle prossime settimane». «La Ferrero ha rappresentato sicuramente l’investimento italiano più importante degli ultimi anni», spiega Tiziana Tedesco, rivolese d’origine e arrivata in Nord-America vent’anni fa, direttrice del “Trade Department” della Icco. «Le aziende piemontesi spaziano tra comparti diversi: dall’aerospazio all’agroalimentare, dalla meccanica al pellame, al biomedicale». Poi c’è Fca con gli stabilimenti di Windsor e Brampton che, come Mirafiori a Torino, sentono il peso degli anni. C’è stata anche una trattativa recente tra Marchionne e il governo dell’Ontario per ottenere contributi per modernizzarle aziende. Poi il negoziato è sfumato. Cosa spinge le aziende piemontesi a trasferirsi dall’altra parte del mondo? Risponde Paina: «Qui aprire un’attività è semplice, non richiede tante stranezze burocratiche,le tasse sono il 35-40% in meno rispetto a quelle italiane e ci sono possibilità per ottenere facilmente prestiti,agevolazioni fiscali». Ma quali sono i consigli che si possono dare ad un’attività prima di trasferirsi? «Noi offriamo sempre una consulenza prima di avviare le procedure: alcune attività non sono preparate per un mercato del genere, magari sono aziende familiari che non hanno i numeri o le competenze. E spesso c’è una carenza anche per quanto riguarda l’inglese. Noi consigliamo caldamente di trovarsi un partner canadese, di non aprire un’attività da soli».

 "Il Piemonte scopre nell'Ontario la terra promessa" di Davide Agazzi pubblicato nella Repubblica Torino il 13 gennaio 2015  è stato segnalato da :.
Claudia Barbiero
Responsabile Ufficio Italiano- Camera di Commercio Italiana dell'Ontario

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