venerdì 17 aprile 2015

PRONGHORN (antilocapra americana)







Incredibile ma vero: vedendole sfrecciare nelle Grasslands canadesi diresti di essere in un altro continente, sicuro d’aver avvistato delle antilopi africane!
Con una velocità massima di oltre 100 km all’ora, le antilocapre (antilocapra americana) sono gli animali più veloci di tutto il Nord America. Si attribuisce la velocità di questo ungulato alla presenza in passato sul continente nordamericano di una specie di ghepardo, suo naturale predatore.
L’habitat più adatto all’antilocapra è nelle pianure (le cosiddette Grasslands) ricche di erba alta e di piante aromatiche specie l’artemisia tridentata di cui è ghiottissima. In primavera vengono alla luce uno o due piccoli che rimangono nascosti nella prateria per circa una settimana, trascorsa la quale sono abbastanza robusti da unirsi al resto del branco. I pericoli maggiori per i piccoli sono i predatori tra cui l’aquila reale, lupo, coyote e lince, finchè non riusciranno a correre veloci come il vento! Se percepisce del pericolo, solleva i peli della parte posteriore del dorso per mostrare, in segno di avvertimento, una macchia bianca visibile anche a chilometri di distanza. I maschi pesano dai 45 ai 60 kg, le femmine dai 35 ai 45 kg. La struttura delle corna degli Antilocapridi (entrambi i sessi hanno corna imponenti e curvate all’indietro, che si dividono per formare ramificazioni puntate in avanti) è caratteristica: come nei Cervidi, sono ramificate e caduche, ma limitatamente al solo astuccio corneo. Il suo nome non inganni: non si tratta di una antilope ma bensì di uno stretto parente della pecora.
E’ l’ultima specie sopravvissuta della famiglia degli ANTILOCAPRIDI un tempo numerosa in tutto il continente nordamericano. L'area di diffusione odierna di questo animale va dalle zone sud-occidentale del Saskatchewan e zona sud-orientale dell’Alberta fino alla Bassa California messicana. I Pronghorn ivono anche sulle Montagne Rocciose e si spingono ad est fino al fiume Missouri. Restringendosi sempre più l'area di diffusione e un tempo in pericolo di estinzione, le campagne di protezione ambientale e reintroduzione della specie hanno permesso una ripresa della popolazione oggi stimata in quasi 3 milioni di esemplari.

  


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