venerdì 20 marzo 2015

L'IMPRESA DI LAURA TRENTANI E ROBERTO RAGAZZI NELLO YUKON DEI -48 GRADI CELSIUS.



Laura Trentani, 40 anni, e Roberto Ragazzi, 52, stremati, ma felici al traguardo


Ne avevamo parlato prima di partire. Questo è il loro racconto.
"Il grande incubo è stato il freddo: le temperature sono scese sino a meno 48 gradi. «Con due in meno la manifestazione sarebbe stata sospesa», racconta Roberto Ragazzi. Lui e la moglie Laura Trentani hanno però resistito e portato a termine la Yukon Arctic Ultra, una prova estrema di 100 miglia (160 km circa) da affrontare tra neve e ghiacci a Whitehorse, nel Nord del Canada, ai confini con il mar Glaciale Artico. Per la coppia di Brovello Carpugnino il risultato non era la priorità. «Era la possibilità di godere di un paesaggio naturale mozzafiato», racconta Trentani, 40 anni, ortopedico all’ospedale di Busto Arsizio e medico della Igor Novara di volley. Il risultato però non è mancato: sono giunti quinti, mentre Trentani è stata la miglior donna. «Ma da applaudire sono le tre ragazze che hanno completato la prova da 430 chilometri», sorride con modestia. 

Colpiti da allucinazioni
Sono stati due giorni di camminata (48 ore e 29 minuti per l’esattezza) con solo una slitta con i generi di prima necessità come sostegno. Non sono mancate fasi di difficoltà. «Il momento più duro è stato quando abbiamo avuto le allucinazioni - spiega Ragazzi -: vedevamo strane forme di animali. Il cervello dice di fermarti e dormire, ma il rischio è di passare dal sonno alla morte. Laura è stata molto brava: ha continuato a parlare ad alta voce e a contare per tenerci svegli». «Essere in due e così uniti è stato fondamentale: ci si capisce al volo nei momenti duri», racconta la moglie. 

La notte soli nel bosco

Sono serviti anche i lunghi allenamenti fatti prima alle pendici del Mottarone, poi in val Formazza. «Fisicamente stavamo bene anche dopo il traguardo - spiega Ragazzi -. Sono stati numerosi i ritiri anche per dei principi di congelamento. E’ il freddo che ci ha fatto saltare i piani: forse potevamo goderci di più il paesaggio». Nemmeno la notte al buio, solo con il sacco a pelo, in un bosco sconfinato li ha spaventati. «Era un timore - ammette Trentani -: invece siamo stati conquistati da un’atmosfera di grande serenità». Non sono mancati i momenti toccanti. «Nel finale, dopo tanti chilometri al buio nel bosco - racconta Trentani - siamo usciti su un lago ghiacciato ed è spuntata la luce del giorno. In quel momento ci siamo sciolti dall’emozione»

DAVIDE BORETTI  - BROVELLO CARPUGNINO  _ LA STAMPA del 7 marzo 2015
Segnalato da Luca Astore in Bangkok, Thailandia

Nessun commento: