domenica 14 aprile 2013

IQUALUIT, Nunavut



 Headquarters della Royal Canadian Mounted Police







Le Giubbe Rosse di Iqualuit affondano nel permafrost.
Un autentico mistero nordico quello che vede protagonista la palazzina di 3 piani costruita pochi anni fa per ospitare le forze di Polizia e costata 18 milioni di dollari: una estremità della lunga struttura di vetro e acciaio  sta affondando nel permafrost, terreno su cui è costruita praticamente tutta la città.
Tutti, o quasi tutti, con le bocche cucite ma c’è chi, coinvolto a suo tempo nel progetto, denuncia: si tratta di sabotaggio!
Bisogna prima spiegare che nelle condizioni atmosferiche estremamente rigide e tipologia di terreno del nord estremo del continente, il tentativo di innalzare costruzioni a più piani con materiali pesanti (cemento, acciaio, legno) necessita una tecnologia particolare. E la Arctic Foundations of Canada Inc. (AFC)  è infatti specializzata nella preparazione e posa di fondamenta adatte e questi situazioni estreme. Il meccanismo è complesso ma in poche parole si tratta di installare degli scambiatori di calore a convezione che funzionano con la variazione delle temperature. Delle tubazioni sigillate, riempite di anidride carbonica, corrono nelle fondamenta e risalgono alla superficie fino a dei termosifoni esterni. L’aria gelata fa condensare l’anidride carbonica che ridiscende lungo i tubi nelle fondamenta per catturare il caldo e riportarlo in continuazione verso l’esterno. Insomma, lo scopo di questo moderno impianto è di mantenere il terreno ghiacciato e solido, capace di sostenere il peso di strutture pesanti.
Torniamo al sabotaggio… la società costruttrice ha potuto accertare che 2 valvole dei termosifoni esterni erano state rimosse; significa che nelle tubazioni è entrata acqua che si è congelata. Più nessuno scambio di calore tra le fondamenta e l’esterno. E mentre crepe nei pavimenti e sui muri paiono aumentare ed il permafrost sottostante si sta ammorbidendo, il fabbricato è sempre più in pericolo.
I tecnici assicurano di poter sistemare l’inconveniente nei prossimi mesi, anche se questo è il primo caso che gli si presenta. Rimane il mistero di chi abbia voluto procurare ingenti danni economici all’amministrazione pubblica ed un grave danno d’immagine alla società costruttrice.

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