lunedì 22 ottobre 2012

LA CANONIZZAZIONE DI SANTA KATERI TEKAKWITHA


Il 21 Ottobre 2012 Papa Benedetto XVI ha proclamato Kateri Tekakwitha, la prima santa pellerossa nella storia della chiesa cattolica. L’evento si è svolto in piazza San Pietro a Roma alla presenza di migliaia di pellegrini, molti dei quali provenienti da Stati Uniti e Canada in rappresentanza delle varie tribù di nativi sparse in tutto il continente nordamericano.
Proprio grazie alla guarigione miracolosa di Jake Finkbonner della tribù Lummi,  Kateri Tekakwitha è salita agli onori degli altari. Jake, ora 12enne era presente alla cerimonia ; dopo aver ricevuto la comunione dalle mani del Pontefice ha dichiarato che ricorderà per sempre quel senso di libertà, di conforto e di felicità.
D’altro lato questa santificazione giunge in un momento difficile per la chiesa cattolica, e soprattutto la chiesa missionaria rivolta alle tribù dei nativi, che vedono in questo gesto un momento importante di riconciliazione dopo gli abusi nei loro confronti iniziati subito dopo la scoperta dell’America.
Il gruppo dei nativi canadesi, ricevuto dall’ambasciatrice canadese preso il Vaticano, Anne Leahy ha inoltre espresso la preoccupazione per gli abusi nelle scuole residenziali,  molto più gravi del comportamento dei missionari che costrinsero i nativi a rinunciare alla propria lingua, usi e costumi. Soltanto i missionari, eh?
Chi fu Kateri Tekakwitha  (1656-1680)?
Nata a Ossernenon, vicino Auriesville, New York, figlia di un capo Kanienkehaka o  Mohawk  e di  madre Algonquin convertita al cattolicesimo, è considerata la protettrice di chi ama la natura, lavora in campo ecologico e aiuta a conservare l’ambiente naturale e umano.
Da bambina un’epidemia di vaiolo decimò il villaggio natìo, lasciandola orfana e semicieca. Adottata da uno zio, si stabilì a Caughnawaga, località prossima a Fonda, New York, dove oggi c’è un santuario a lei dedicato.

Crebbe come tutte le altre bambine, naturalmente timida a causa del problema visivo e certamente abile nel preparare collane, nel lavoro dei campi e nella ricerca delle erbe per la preparazione delle medicine tradizionali, e memore dei racconti riguardanti la fede cattolica ereditati dalla madre. Si è tramandato che passava molto tempo nei boschi, da sola, in contemplazione sia nell’ascolto di Dio sia della voce della natura.
Nel 1674 il campo nativo fu visitato da padre de Lamberville che affascinò Kateri con i suoi racconti sulla vita di Gesù,  di cui desiderò sapere di più, divenendo cristiana nonostante il rifiuto della tribù, che la mise praticamente al bando dopo averla perseguitata e abusata verbalmente. A causa di questo Kateri fuggì da Caughnawaga nel luglio 1677  rifugiandosi nella missione cattolica di San Francesco Saverio di Sault Saint-Louis, vicino a Montreal dopo un avventuroso viaggio di oltre 300 chilometri che durò oltre due mesi in messo alla foresta e alla natura selvaggia.
Kateri non ebbe mai un’istruzione scolastica formale ma condusse una vita di preghiere e di pratiche penitenziali ed insegnò ai giovani del villaggio, ai poveri e ai malati con parole di conforto verso tutti coloro che incontrava.   
Spesso la gente le chiedeva di raccontare una storia. Kateri ricordava tutto della vita di Gesù e degli apostoli e la gente l’ascoltava rapita perché sentiva la presenza di Dio. Si diceva che il suo volto cambiasse mentre pregava e diventava bellissimo e pieno di pace come se stesse vedendo Dio.
Avrebbe volute fare più cose per aiutare gli altri ma  fu ostacolata dalla salute cagionevole. Morì infatti nel  1680 a soli 24 anni.
Kateri è conosciuta come “il giglio dei Mohawks. Fu beatificata da papa Giovanni Paolo II nel 1980, prima della santificazione del 21 ottobre 2012. La chiesa la celebra il 14 luglio.
La tomba di santa Katari si trova nella missione di San Francesco Saverio nella nazione Mohawk a Kahawake vicino a Montreal.
Un’occasione per riannodare i fili spezzati della storia.


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