giovedì 29 maggio 2008

SLEEMAN BEER


Appena toccato il suolo canadese ci si accorge che i locali, anche coloro che sfuggono allo stereotipo franco-anglo-sassone bevono birra. Ma la bevono davvero. Durante una permanenza a Guelph, alla fine degli Anni Ottanta, mi è capitato di essere in mezzo ad un gruppo di studenti dell'università locale, quella di Kenneth Galbraith si intende, e di bere una birra locale da un boccale, che altro non era se non un ben cesellato e vecchio contenitore di alimenti. Birra senza conservanti. E una lezione da un tipo allampanato dell'Alberta in bermuda ai primi di febbraio, che mi spiegò come questa birra era quasi completamente fatta di acqua e che il gusto fine derivava dalla mancanza di zuccheri e dalla dose minima di sodio. E giù, penso studiasse medicina, a parlare del vantaggio della birra sulla fluidificazione dei grassi, la riduzione dei trigliceridi e del colesterolo con benefici sugli ipertesi. Sembrava mia mamma quando tesse le lodi del vino a tavola e della grappa, una volta alla settimana, nel caffè. Visto che ha 88 anni non posso contraddirla. Il foglio illustrativo ricordava la fondazione della prima birreria a Guelph e i tempi controversi del contrabbando verso gli Stati Uniti durante il Proibizionismo che portarono alla sua chiusura negli Anni Trenta. Ripresa la produzione, una ventina di anni fa, fui uno dei primi ad apprezzarne la qualità davvero eccellente, esaltata forse dall'ambiente vivace dell'ateneo ontariano.
Se il tempo mi concede il ricordo la vivo ancora.
Sleeman Beer, Guelph, Ontario, Canada.

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