mercoledì 5 marzo 2008

BLACK CREEK PIONEER VILLAGE DI TORONTO


Il Canada conserva con rispetto il suo passato che sembra recente, ma il cui ricordo sta lentamente svanendo nelle nuove generazioni. Per evitare l'oblio vale la pena visitare uno dei tanti siti ristrutturati o ricostruiti come il Black Creek Village di Toronto, visitabile da maggio a dicembre.
Ho ancora nelle orecchie le rampogne degli agenti di viaggio italiani che condussi in gita anni orsono. Impiegarono del tempo a capire che, in realtà, a me interessava imparassero a viaggiare con i mezzi pubblici e che si mischiassero poi con i canadesi avidi di tuffarsi nella loro storia. Quella semplice dei pionieri, dove si impara a essiccare la frutta, a fare il pane, a fabbricare le scope, (vedi foto) a cucinare all'aperto, a filare la lana, a forgiare i metalli, a tingere i tessuti con i colori ottenuti dalle piante coltivate nel giardino, ricordando che la maggior parte degli arnesi furono portati dall'Europa, ma anche ricostruiti attraverso la memoria.
Poco importa se i grandi a volte storcono il naso. Il Village è specializzato nell'intrattenere i bambini che si cimentano, ad esempio, ad usare la zangola per la fabbricazione del burro oppure a costruire le capanne di tronchi. Colpisce soprattutto la semplicità della rievocazione. Alla fine meraviglia il lavoro dei pionieri e tutto quanto hanno fatto per costruire dal niente ,o quasi, una nuova nazione, sia con le conoscenze proprie sia con quelle, anche qui ben evidenziate, dei nativi
che li accolsero.
C'è il riferimento automatico ai nostri finti villaggi medioevali oppure ai nostri musei agricoli che hanno il vantaggio di una continuità temporale e territoriale non indifferente, ma l'atmosfera è piacevole.
Prima di ritornare nella vita quotidiana e fermarsi, magari, a recuperare qualcosa di materiale o intellettuale che si pensava perso per sempre. A volte soltanto una sensazione.

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